Uno stato senza regole non può esistere

Nelle scorse ore, alcuni rappresentati politici hanno affermato che in Italia si sta instaurando uno “Stato di polizia”.

Tali affermazioni mortificano e delegittimano l’operato degli appartenenti alle Forze dell’Ordine che, con abnegazione ed altissimo senso di responsabilità, assicurano quotidianamente la pacifica ed ordinata convivenza tra i cittadini e sovvertono una verità che vede, al contrario, gli stessi oggetto di provocazioni e aggressioni quotidiani.

La recente guerriglia urbana di Milano è la chiara rappresentazione della inarrestabile decadenza dei valori etici e dello scarso senso di giustizia che alberga nelle metropoli italiane.

Nelle aree urbane periferiche e sovraffollate stiamo assistendo ad una crescita dei fenomeni delinquenziali e dei sentimenti di livore verso le Donne e gli Uomini in divisa.

E l’idea stessa che si possano commettere dei reati e farla franca, o cavarsela con poco, catalizza questi fenomeni, incrinando la credibilità del nostro sistema penale e la serietà delle nostre leggi sulla sicurezza.

Lo Stato è il presupposto perché i cittadini possano vivere in tranquillità e prosperità, possano fare il proprio lavoro e passeggiare serenamente nelle città. Un Paese in cui le regole sono inattendibili, perché il loro enforcement non funziona, è inaffidabile e non è credibile né all’interno né all’esterno dei suoi confini.

Le Forze dell’Ordine sono il baluardo della Democrazia e della Legalità, non il nemico di questi preziosi e fondamentali valori. Sobillare le masse contro i Servitori dello Stato porterà soltanto la nostra Nazione ad un inarrestabile decadimento socioeconomico.

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Milano sotto attacco. Danneggiamenti e violente aggressioni alle Forze di Polizia. Necessaria un’azione risolutiva contro chi attenta all’Ordine e alla Sicurezza Pubblica

Scontri e tensioni al Corvetto, quartiere periferico di Milano, nella notte fra sabato e domenica scorsi.

A innescare le violenze, la morte di Ramy Elgaml, un giovane di origine egiziana che ha perso la vita in un incidente stradale mentre sfuggiva ad un controllo di Polizia.

La periferia di Milano si è trasformata in un campo di battaglia.
Una folla violenta ha dato il via a una guerriglia urbana, scontrandosi con le Forze dell’Ordine, lanciando petardi, fumogeni, bottiglie e vandalizzando un autobus.

Solo grazie alla determinazione delle Forze Polizia, intervenute per disperdere i giovani con cariche di alleggerimento e lancio di lacrimogeni, la situazione è stata riportata sotto controllo.

Le periferie delle grandi città italiane stanno diventando un terreno fertile ed un sicuro rifugio per la criminalità organizzata.

I manifestanti non erano lì per chiedere giustizia, ma per attaccare lo Stato, rappresentato dai suoi Servitori in divisa.

I comportamenti violenti non possono e non devono restare impuniti.
È necessario un intervento risolutivo da parte dell’Autorità Giudiziaria.
Occorre un’ azione mirata contro i facinorosi.
Pene più severe con il chiaro intento di scoraggiare ogni azione che destabilizzi l’ordine e la sicurezza pubblica.

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La giusta pena per l’uccisione di un servitore dello stato?

Da qualche ora è stata resa pubblica la sentenza, divenuta ormai definitiva, nei confronti di Finnegan Lee Elder, autore materiale dell’uccisione del nostro collega Brigadiere nei Carabinieri Mario Cerciello Rega.
L’omicida dovrà scontare solamente quindici anni e due mesi di carcere.
Questa è la pena che la Suprema Corte ha voluto infliggere a chi ha ucciso un fedele Servitore dello Stato.
Una sentenza che innesca, inevitabilmente, sentimenti di rabbia perché appare non commisurata alla gravità dell’evento prodotto.
Le sentenze vanno rispettate ma possono essere commentate per la pericolosità sociale che possono costituire in determinati ambienti della malavita.
La vita di chi difende questo Paese fino all’estremo sacrificio deve ricevere il giusto valore giudiziario in quelle aule dibattimentali dove la differenza tra giusto e sbagliato deve essere necessariamente stabilito.
Ogni sentenza ha dirette ripercussioni sulla vita dei cittadini e risulta essere l’indicatore del livello di civiltà di una società.
Il SIC, a fronte dell’escalation di violenze in danno delle Forze dell’Ordine si auspica che il Legislativo intervenga con estrema urgenza, emanando norme che prevedano pene più severe.

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Video dileggiante l’Arma dei Carabinieri. È necessario soffermarsi sull’etica e sulla deontologia professionale

In queste ore viene diffuso sui social media un video che riprende dei Finanzieri che dileggiano l’Arma dei Carabinieri.

Un comportamento estremamente irrispettoso verso le Donne e gli Uomini dell’Arma dei Carabinieri che, quotidianamente, con altissimo senso di responsabilità ed abnegazione, garantiscono la sicurezza dei cittadini attraverso le oltre 5.000 Stazioni capillarmente dislocate nel territorio e con i suoi Comandi Compagnia e Provinciali.

La mancanza di rigore e di serietà danneggia la credibilità delle Forze di Polizia e delle Forze Armate.

Il rispetto reciproco tra Istituzioni deve necessariamente esistere.

Con ogni sforzo dobbiamo riscoprire e promuovere i valori etici e deontologici presenti nelle Forze di Polizia e tra questi quello del rispetto verso gli altri.

Il rispetto è una virtù che promuove l’armonia e la reciprocità nelle relazioni interpersonali, poiché spinge le persone a trattarsi con dignità e a evitare comportamenti che potrebbero danneggiare gli altri.

Siamo certi che analoghi comportamenti, altamente lesivi del prestigio delle rispettive Istituzioni, non si ripeteranno in avvenire.

Ai Colleghi della Guardia di Finanza rivolgiamo un rispettoso saluto, in un clima di leale e fattiva collaborazione per il bene della Patria e degli Italiani.

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Il SIC affida i Carabinieri alla materna protezione della Patrona, la “Virgo Fidelis”, e ricorda l’epica battaglia di Culqualber

Oggi ricorre la celebrazione della Patrona dell’Arma dei Carabinieri, la “Virgo Fidelis”.
Dall’11 novembre 1949, data di promulgazione del Breve relativo di Papa Pio XII sotto questo nome, la Vergine Maria è divenuta Patrona dell’Arma dei Carabinieri,

La scelta della Madonna “Virgo Fidelis” come celeste Patrona, cioè Santa protettrice dell’Arma, è indubbiamente ispirata alla fedeltà che, propria di ogni soldato che serve la Patria, è caratteristica dell’Arma dei Carabinieri che ha per motto: “Nei secoli fedele”.
L’8 dicembre 1949 Sua Santità Pio XII, accogliendo l’istanza di S.E. Mons. Carlo Alberto di Cavallerleone, proclamava ufficialmente Maria “Virgo Fidelis” Patrona dei Carabinieri, fissando per la celebrazione della festa la data del 21 novembre, in concomitanza della presentazione di Maria Vergine al Tempio e della ricorrenza della battaglia di Culqualber (Abissinia, ora Etiopia).

Nella battaglia di Culqualber, i Carabinieri, malgrado la sete e la fame, avevano condotto azioni con le quali erano riusciti a ripristinare, volta per volta, le posizioni perdute. Avendo finito le munizioni, continuavano a combattere all’arma bianca.
Intorno al loro comandante, i Carabinieri lottarono con tutte le loro forze, ma vennero sopraffatti dal nemico britannico, molto più numeroso, e morirono quasi tutti.

Ai pochi sopravvissuti, per l’eccezionale ed indomito coraggio dimostrato, gli stessi avversari tributarono l’onore delle armi. Per l’epica resistenza di Culqualber al Maggiore Serranti, ad altri Carabinieri ed alla Bandiera dell’Arma è stata conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Il SIC affida i Carabinieri alla materna protezione della “Virgo Fidelis”, patrona della Benemerita e celebra la Giornata dell’Orfano ricordando il sacrificio dei propri eroi e l’impegno istituzionale di assistenza ai superstiti.

Alla “Virgo Fidelis” rivolgiamo la preghiera a Lei dedicata:
“Dolcissima e gloriosissima Madre di Dio e nostra, noi Carabinieri d’Italia, a Te eleviamo reverente il pensiero, fiduciosa la preghiera e fervido il cuore!
Tu, che le nostre Legioni invocano confortatrice e protettrice col titolo di “Virgo Fidelis”,
Tu accogli ogni nostro proposito di bene e fanne vigore e luce per la Patria nostra,
Tu accompagna la nostra vigilanza, Tu consiglia il nostro dire, Tu anima la nostra azione, Tu sostenta il nostro sacrificio, Tu infiamma la devozione nostra!
E da un capo all’altro d’Italia suscita in ognuno di noi l’entusiasmo di testimoniare, con fedeltà sino alla morte, l’amore a Dio e ai fratelli italiani. E così sia!”.Il SIC partecipa con i suoi Referenti territoriali alle cerimonie commemorative che si svolgono nel territorio nazionale.

Ringraziamo i Comandanti che hanno voluto estendere al SIC l’invito alla cerimonia della “Virgo Fidelis”.

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Il SIC presente alla cerimonia di avvicendamento del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

Nella mattinata odierna, presso la Caserma “Salvo d’Acquisto” in Roma, si è svolta la cerimonia di avvicendamento nella carica di Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri.

Il SIC era presente all’evento con il Segretario Generale Luigi PETTINEO, il Presidente Francesco LUCIANI ed il Segretario Nazionale Responsabile della comunicazione e dell’attività informativa Francesco Piero LO IACONO.

Presenti alla cerimonia numerose Autorità governative, civili, religiose e militari.

Un evento memorabile perché le Organizzazioni Sindacali dell’Arma dei Carabinieri assistono, per la prima volta all’avvicendamento nella carica del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri.

Apprezzati gli interventi del Comandante Generale uscente, Generale C.A Teo LUZI, del nuovo Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Salvatore LUONGO, e del Ministro della Difesa, On. Guido CROSETTO, che hanno evidenziato l’importanza delle Organizzazioni sindacali nella crescita professionale e nel miglioramento delle condizioni lavorative di chi è chiamato quotidianamente a svolgere il gravoso compito di tutelare la sicurezza dello Stato.

Il SIC augura al Gen. C.A. Teo LUZI un futuro ricco di ulteriori successi.

Siamo certi che il Gen. C.A. Salvatore LUONGO si adopererà con ogni sforzo per migliorare le condizioni di benessere del personale, in un confronto leale e costruttivo con le APCSM.

Il SIC rinnova al Gen. C.A. Salvatore LUONGO gli auguri più sinceri per il pregevolissimo incarico assunto.

Il Gen. C.A. Salvatore LUONGO è il nuovo Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

ROMA, 12 novembre 2024, nella tarda mattinata odierna, la Presidenza del Consiglio dei Mininstri ha nominato il Gen. C.A. Salvatore LUONGO quale successore del Gen C.A. Teo Luzi che lascerà il prestigioso incarico di Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri nella cerimonia di avvicendamento del prossimo 15 Novembre 2024.

Al Gen. C.A. Teo LUZI rivolgiamo un sentito ringraziamento per l’encomiabile lavoro svolto.

Il Generale di Corpo d’Armata Salvatore LUONGO è il nuovo Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri.

Il Gen. C.A. LUONGO vanta una prestigiosa carriera.
Dal mese di Giugno 2024 ha ricoperto la carica di Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri e in contemporanea ha rivestito la carica di Comandante dell’interregionale “Podgora”.
Ha rivestito anche l’incarico di Capo Ufficio Legislativo del Ministero della Difesa.
Nella Capitale è già conosciuto perché ha retto il comando della Sezione del Nucleo Radiomobile, delle Compagnie di Roma Casilina e Roma Trastevere, del Gruppo di Roma, fino a diventare Comandante Provinciale.

L’Alto Ufficiale è insignito delle onorificenza di Grande Ufficiale, di
Commendatore e di Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
È stato impiegato in missioni per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, evidenziando eccezionali capacità di comando ed offrendo prestazioni di elevatissimo contenuto.

Con la sua intelligente e dinamica azione, improntata all’equilibrio anche in contesti particolarmente rischiosi e in aree sensibili sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica per la presenza di articolati sodalizi criminali, ha guidato i propri Reparti nel raggiungimento degli obiettivi prefissati, conseguendo eccellenti risultati che hanno contribuito ad esaltare il prestigio dell’Istituzione.

Il Gen. C.A. Salvatore LUONGO dovrà affrontare le nuove sfide sulla sicurezza nazionale ed internazionale.
Dovrà confermare la fiducia delle Autorità Governative ed accrescere la stima degli Italiani verso l’Istituzione.
Un compito non semplice ma certi che saprà affrontare con la determinazione che da sempre lo hanno contraddistinto.

Il Gen. C.A. Salvatore LUONGO ha sempre evidenziato particolari attenzioni per il benessere del personale e le condizioni lavorative di tutte le donne e uomini in divisa.

Il SIC offrirà al sig. Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Gen. C.A. Salvatore LUONGO una leale e fattiva collaborazione finalizzata alla difesa dei diritti dei Carabinieri d’Italia.

Il SIC esprime i più sinceri auguri per il prestigiosissimo incarico.

Scontri a Bologna, Pettineo (SIC): ‘Chiaro attacco allo Stato’

“Quello che abbiamo visto a Bologna è un vile attacco contro lo Stato rappresentato dalle Forze dell’Ordine, a cui è affidata la Sicurezza dei cittadini”. Lo dichiara il Segretario Generale del Sindacato Indipendente Carabinieri, Luigi Pettineo.
“I Servitori dello Stato – prosegue Pettineo – continuano a subire aggressioni di inaudita violenza.
È inaccettabile rischiare la vita mentre si svolge il proprio lavoro.
I Tutori dell’ordine pubblico sono costretti ad affrontare gruppi antagonisti che diffondono il terrore e distruggono intere città.
Facinorosi che scendono in piazza per cercare lo scontro fisico con le Forze di Polizia.
Uno scontro in cui vengono utilizzate spranghe, fumogeni e petardi.
Una efferata violenza che non può essere giustificata.”
E aggiunge – “Anche in questa occasione l’operato delle Forze dell’Ordine è stato encomiabile.
Ci aspettiamo una ferma condanna da parte del mondo politico, senza strumentalizzazioni o false congetture sui Servitori dello Stato in divisa, mediante parole palesemente errate non rispondenti alla realtà oggettiva.
Il SIC esprime piena solidarietà e vicinanza agli Agenti feriti.
È necessario emanare norme che prevedano pene più severe per coloro che aggrediscono le donne e gli uomini in divisa, destabilizzando l’ordine e la sicurezza pubblica del Paese” – conclude.

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Il SIC chiede al Ministro Crosetto che i Carabinieri possano viaggiare gratuitamente sui mezzi pubblici in tutto il territorio nazionale

MINDIF14-2024 Fluminimaggiore, 8 Novembre 2024

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA
On. Guido Crosetto
e p.c.
AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Il SIC chiede che i Carabinieri possano viaggiare gratuitamente sui mezzi pubblici in tutto il territorio nazionale

Il SIC chiede al Signor Ministro della Difesa, On. Guido CROSETTO, di intervenire nelle opportune sedi perché venga siglato un protocollo d’intesa per il trasporto gratuito dei Carabinieri pendolari, con l’obiettivo di garantire una maggiore sicurezza dei viaggiatori e del personale di bordo.

Ormai le violenze in danno dei viaggiatori e del personale che lavora nel settore del trasporto pubblico sono all’ordine del giorno e in crescente aumento.
Nei social vengono diffuse immagini di inaudita violenza contro i Controllori, Capitreno e passeggeri. Violenze operate da giovani e adulti per futili motivi. Molto spesso la semplice richiesta di esibizione del documento di viaggio a chi ne è sprovvisto scatena una ingiustificata aggressione.

L’aumento delle aggressioni in danno del personale che lavora nei treni e nei mezzi di trasporto pubblico ha assunto carattere emergenziale e desta grave allarme sociale ed una sensazione di insicurezza generale in chi giornalmente viaggia sui treni italiani o su altri mezzi pubblici di trasporto.
In più occasioni, solo l’intervento tempestivo di passeggeri appartenenti all’Arma dei Carabinieri ha scongiurato il verificarsi di gravi fatti di sangue.
Le aggressioni a equipaggio e capotreno, che cercano di far rispettare le norme, sono innumerevoli e si verificano in tutto il territorio nazionale.
*Non si può rischiare la morte per svolgere il proprio lavoro in un servizio essenziale per i cittadini.*
Il livello di sicurezza nelle Stazioni ferroviarie e all’interno dei treni è arrivato alla soglia minima e *questo andazzo è inaccettabile.*

Il Carabiniere che viaggia nei treni in uniforme o in abiti borghesi libero dal servizio non esita ad intervenire per ripristinare la legalità ed il rispetto delle basilari regole di convivenza.
L’incremento dei passeggeri appartenenti all’Arma dei Carabinieri all’interno dei treni e dei mezzi di trasporto pubblici è da ritenersi una valida soluzione per arginare il fenomeno e per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, nella considerazione che la stragrande maggioranza degli utenti soffre della situazione che causa un senso di diffusa insicurezza.

I Servitori dello Stato, animati da un forte senso del dovere, utilizzano i treni italiani per raggiungere le sedi di servizio e per rientrare a casa a fine lavoro.
Il Sindacato Indipendente Carabinieri ritiene che tutti gli appartenenti all’Arma dei Carabinieri che utilizzano i treni e altri mezzi pubblici meritino di effettuare il viaggio gratuitamente.

Allo stato attuale, solo in poche regioni italiane, gli appartenenti alle Forze di Polizia viaggiano gratuitamente a bordo dei treni locali e/o altri mezzi pubblici.
Alla luce di quanto esposto, il SIC chiede a Lei, On. Guido Crosetto, di volere avviare un immediato confronto con i Presidenti delle Regioni Italiane affinché vengano sottoscritti protocollo d’intesa con le Società che gestiscono il trasporto pubblico e venga concesso ai Carabinieri di viaggiare gratuitamente nel territorio nazionale, anche fuori servizio, al fine di aumentare la sicurezza pubblica, garantendo la necessaria assistenza ai viaggiatori e al personale in servizio per qualsivoglia emergenza che abbia ripercussioni negative per la sicurezza dei trasporti.

Fiducioso in un Suo autorevole interessamento, colgo l’occasione per formulare un deferente saluto.

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