Fesi 2024, il regno della rappresentanza militare continua…

n questi giorni abbiamo visto pubblicati numerosi avvisi relativi alla firma dell’accordo definitivo del FESI (Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali) per l’anno 2024.
Fatta eccezione per quanto riguarda gli aumenti per la c.d. “Produttività Collettiva”, ossia quella relativa ai rispettivi ruoli e gradi, molte perplessità si rilevano in merito alla c.d. “Produttività Specifica” e ancor di più sulle future progettualità indicate.

Abbiamo vista l’ennesima ripetizione di schemi che l’oramai estinta (?) RAPPRESENTANZA MILITARE ha proposto per anni. Prendendo spunto dall’Organizzazione Territoriale dell’Arma, ossia la maggioranza dei Carabinieri in servizio, si vogliono premiare coloro che quotidianamente sono impegnati nel garantire la sicurezza dei cittadini.

Queste parole sono importantissime!

Personalmente riteniamo che ogni Carabiniere, pur nella specificità del suo servizio che ovviamente cambia a seconda del Reparto in seno a cui lo svolge, ha come fine principale proprio la sicurezza del cittadino, il rispetto delle leggi e la salvaguardia delle Istituzioni…almeno così ricordiamo di aver giurato.

Tuttavia, scorrendo l’elenco dei destinatari di questa benedetta “Produttività Specifica”, su 24 potenziali beneficiari, ben 13 riportano la parola Comandanti e/o similari, e 5 si riferiscono a Specifici Reparti (nella fattispecie GIS, Centrali Operative dell’Organizzazione Territoriale, Squadroni Eliportati Cacciatori, 7° e 13° Reggimento, RIS e RACIS). Solo in 6 casi è fatto riferimento a determinate categorie del personale, nello specifico chi presta servizio: nelle Stazioni disagiate, nelle Isole Minori, nelle Stazioni sopra i 700 m. s.l.m., nei referenti telematici fino a livello C.do Provinciale, nei militari addetti alla ricezione del pubblico alle Stazioni di 1^ e 2^ Fascia, infine i medesimi militari in servizio nelle Stazioni di 3^ fascia.
Ci sembra sufficiente specificare questa distinzione per rendere manifesto il fine di questa produttività specifica che nulla ha a che fare con il giusto premio di chi è davvero attivo nel garantire la sicurezza del cittadino.

Nei successivi 16 obiettivi da raggiungere con la c.d. “Progettualità”, specificatamente indicati dal Comando Generale, SM – Ufficio Trattamento Economico, si valuterà la possibilità di adottare compensi per valorizzare i Comandanti di Reparto Speciale e Sezione Scorte, i Comandanti di Nucleo Forestale, Nucleo Parco e Nucleo tutela Biodiversità, Capi Sezione Segreteria e Personale – Operazioni e Logistica, nonché diversi operatori specializzati.

Siamo perplessi da tali informazioni non riuscendo a scorgere il fine della sicurezza del cittadino ma bensì quello di garantire, come succedeva nell’antica Roma, ai clientes il vincolo con il patronus. I Carabinieri sono al servizio della Patria e dei cittadini ma sudditi di nessuno.

Le maggiorazioni indicate e fornite in sede di accordo sul FESI, rischiano di alimentare differenze tra Reparti e nello stesso personale.

La maggior parte dei militari della territoriale, ossia quelli che garantiscono la sicurezza ai cittadini sulla base del loro ruolo di prossimità alle comunità, rimane esclusa dalle citate proposte di maggiorazione.

Si intendono premiare solo i Comandanti dei Reparti Speciali, senza prendere in considerazione il fatto che le fortune di queste figure dipendono dai numerosi sacrifici degli addetti.

Sono citati infine Reparti Speciali o Mobili che da anni godono di un trattamento economico di riguardo. In questo scenario, il vertice investigativo dell’Arma dei Carabinieri, ossia il RAGGRUPPAMENTO OPERATIVO SPECIALE, da sempre impegnato nel contrasto di ogni forma di associazione criminale mafiosa e terroristica, è come sempre NON PRESO MINIMAMENTE IN CONSIDERAZIONE.

Il FESI andrebbe rivisto totalmente, andando davvero a interessare la tutela della Sicurezza dei cittadini italiani che non è garantita solamente dalle figure di vertice, bensì dal personale impegnato in prima linea al contrasto della criminalità sul territorio e a livello transnazionale.

La Segreteria Nazionale

del Sindacato Indipendente Carabinieri

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Chieti, truffatore investe un Carabiniere per sfuggire alla cattura. Solidarietà del SIC

Nella mattinata del 10 aprile 2025, in Chieti, due militari in abiti borghesi, in servizio al Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Chieti, intercettavano l’autore di diverse truffe operate in danno di persone anziane.

Alla vista dei Militari, il malvivente fuggiva a bordo della sua autovettura, investendo il Maresciallo, che riportava fortunatamente solo lievi lesioni.

L’altro collega, rischiando la stessa sorte, esplodeva dei colpi di arma da fuoco, attingendo i pneumatici dell’autovettura.

L’autore riusciva a dileguarsi, facendo perdere le sue tracce, mentre sul posto intervenivano numerosi colleghi a supporto.

Il SIC ed il Segretario Generale Regionale Abruzzo e Molise, Gabriele Umberto Giannico, esprimono il loro plauso e la loro solidarietà ai militari coinvolti, augurando al Maresciallo pronta guarigione.

Rivolgiamo, altresì, un plauso ai colleghi che prontamente si sono attivati per le indagini e per le ricerche del fuggiasco.

 

Il Segretario Generale Regionale

Gabriele Umberto Giannico

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Utilizzo improprio delle caselle di posta elettronica funzionale a scopo di attività sindacale. Richiesta di intervento urgente

Fluminimaggiore, 11 aprile 2025

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Salvatore LUONGO

 

 

Oggetto: Utilizzo improprio delle caselle di posta elettronica funzionale a scopo di attività sindacale. Richiesta di intervento urgente.

 

 

Illustrissimo Signor Comandante Generale,

sulla base  dei principi costituzionali di democrazia, trasparenza e neutralità, le sigle firmatarie di questa nota  segnalano alla S.V. la seguente criticità che si registra periodicamente.

Da tempo constatiamo che alcune APCSM, al solo scopo di promuovere e veicolare le proprie attività sindacali, utilizzano le caselle di posta elettronica funzionale.

È noto che la casella di posta elettronica funzionale è istituita per:

  • lo scambio di comunicazioni ufficiali, cioè per atti formalmente validi sotto il profilo giuridico-amministrativo che richiedono la relativa formale protocollazione. Si tratta delle caselle postali, certificate e non, associate alle  Aree Organizzative Omogenee, impiegate nell’ambito dei sistemi di  protocollo informatico e pubblicate nell’Indice delle Pubbliche  Amministrazioni (http://www.indicepa.gov.it).
  • le esigenze specifiche della funzione collegata al servizio.

Di recente, l’Ufficio Rapporti Sindacali del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri è intervenuto per sensibilizzare le APCSM ad un corretto utilizzo delle caselle di posta elettronica attivate presso i Comandi delle linee Territoriale, Addestrativa, Mobile e Speciale, evitando l’inoltro di materiale pubblicitario e propagandistico che non sia strettamente correlato a prioritarie esigenze di tutela e di salvaguardia della salute e del benessere dei Carabinieri.

Il persistente inoltro di materiale pubblicitario e propagandistico da parte di qualche APCSM nelle caselle di posta elettronica dei Comandi costituisce aggravio per chi è  chiamato alla  trattazione della corrispondenza digitalizzata.

È doveroso rappresentare che  le restanti  APCSM hanno aderito all’invito formulato di non inoltrare materiale pubblicitario o propagandistico a mezzo posta elettronica.

Allo stato, non esiste una specifica norma che vieti l’inoltro di comunicati sindacali nelle caselle di posta elettronica.

Esistono, comunque, principi di correttezza e di buon costume che devono assolutamente appartenere ad un Carabiniere.

Il rispetto delle regole costituisce l’elemento fondamentale della Compagine Militare.

Comportamenti irrispettosi delle regole o delle disposizioni impartite devono essere stigmatizzati perché tendono a delegittimare l’autorevolezza di un Comandante.

Vogliamo escludere che possa esistere un tacito consenso  che favorisca le APCSM che non hanno voluto accogliere l’invito formulato dal Comandante dell’Ufficio Rapporti Sindacali.

Un trattamento non perequativo potrebbe ingenerare diffusi commenti pregiudizievoli per l’Istituzione che verrebbe, inevitabilmente, accusata di trattamenti di favoritismo.

Per scongiurare il pericolo di strumentalizzazioni sul piano relazionale e comunicativo, il Comando Generale ha istituito all’interno dell’area Intranet –  Portale Leonardo Una apposita area riservata alle APCSM  con una sezione dedicata  con i vari siti internet delle APCSM. Sezione in cui ogni APCSM può promuovere le proprie attività.

Signor Comandante Generale, le sigle scriventi, fin dalla loro costituzione, hanno adottato una corretta cultura sindacale, basata sul rispetto rigoroso delle regole, volto a far conoscere, in piena trasparenza, i diritti sindacali dei propri Associati, i servizi e le opportunità offerte, prediligendo un leale confronto con l’Amministrazione.

Per questi motivi, Signor Comandante Generale chiediamo a Lei un Suo risolutivo ed immediato intervento perché vengano garantite eque condizioni di trattamento.

Un deferente saluto.

 

Il Segretario Generale del SIULM Carabinieri
Giuseppe Rifino

Il Segretario Generale del SIC
Luigi Pettineo

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Flessibilità degli orari di servizio di 36 ore settimanali su 4 giorni nei Comandi di Vertice e di Legione

Fluminimaggiore, 10 aprile 2025

 

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Salvatore LUONGO
ROMA

OGGETTO: Flessibilità degli orari di servizio di 36 ore settimanali su 4 giorni nei Comandi di Vertice e di Legione.

Sig. Comandante Generale,
In un clima di leale e fattiva collaborazione, finalizzata ad accrescere il benessere dei nostri Associati, sottoponiamo alla Sua attenzione la seguente riflessione e proposta.

La durata dell’orario ordinario di lavoro di 36 ore settimanali, ripartito attualmente nell’arco di 5 giorni per i Comandi di Vertice e di Legione; a tal fine si propone di valutare la possibilità di introdurre la flessibilità degli orari per i suddetti Comandi prevedendo la ripartizione dell’orario di servizio in 4 giorni, invece di 5, previa autorizzazione del Comandante di Corpo.
La riarticolazione dell’orario in 4 giorni si rivelerebbe uno strumento gestionale prezioso, che permetterebbe ai Comandanti di Corpo di mantenere la continuità operativa dei reparti e garantire allo stesso tempo una maggiore attenzione alle condizioni del personale.

La nostra proposta mira a migliorare le condizioni lavorative e a garantire un adeguato bilanciamento tra le esigenze istituzionali e quelle personali.
La fruizione dell’orario flessibile potrà essere concessa previa valutazione del Comandante di Corpo finalizzata a contemperare le esigenze familiari e personali del militare istante con le esigenze di servizio volte a garantire l’efficacia e la prontezza della componente dello strumento militare.

Tale autorizzazione è:
– da valutare caso per caso;
– soggetta a sospensione o revoca da parte del Comandante di Corpo, nei casi in cui le esigenze istituzionali/funzionali risultino incompatibili con l’autorizzazione concessa.
In virtù di tale proposta, il personale militare potrà beneficiare di una flessibilità che garantisce un equilibrio tra le necessità personali e le esigenze istituzionali, rafforzando il benessere dei militari senza compromettere l’efficienza dei Comandi.
L’applicazione della flessibilità degli orari di servizio nell’ambito dei Comandi di Vertice e di Legione consentirebbe:
– una maggiore sensibilità ed attenzione a situazioni familiari gravi e difficoltà economiche dei militari;
– un risparmio notevole dei costi di funzionamento delle strutture militari (riduzione delle spese gestionali per gas, acqua, corrente elettrica, gasolio per riscaldamento, eccetera);
– un maggiore recupero psicofisico delle risorse umane disponibili;
– di assicurare, comunque, la continuità del servizio e la funzionalità degli uffici del Reparto, predisponendo, come già analogamente avvien per le giornate di sabato un Nucleo di Risposta per ogni Reparto/Servizio per le giornate di Venerdì;
– una giornata in più di riposo ai militari che vedrebbero ridursi, nell’arco del mese, le spese di viaggio per raggiungere la sede di servizio e trascorre più tempo in famiglia, tenendo presente che chi lavora negli uffici non percepisce alcuna indennità accessoria e la riduzione dei costi dovuti per andare a lavoro creerebbe una maggiore condizione di benessere.- di assicurare, comunque, la continuità del servizio e la funzionalità degli uffici del Reparto, garantendo almeno il 50% della forza presente il lunedì e il venerdì (esempio: 50% dei militari lavorerebbero da Lunedì al Giovedì mentre l’altro 50% da Martedì a Venerdì, con conseguente e sostanziale contenimento delle spese di funzionamento delle strutture militari e continuità di presenza negli uffici).

L’introduzione della settimana su 4 giorni nei Comandi di Vertice e di Legione per il personale addetti agli uffici potrebbe rappresentare un’importante soluzione per incentivare il benessere e un progresso dei diritti dei Carabinieri che avranno la possibilità di godere di una maggiore autonomia, garantendo comunque la piena funzionalità dei Comandi, per altro una soluzione simile è stata fatto propria dallo Stato Maggiore dell’Esercito che a riguardo ha emanato appositiva direttiva avente nr.8002 ed 2024.

In ultimo non è da sottovalutare che un orario di servizio articolato dalle ore 08.00-17:30 dal Lunedì al Giovedì consentirebbe di avere presenti mattina e pomeriggio (salvo i periodi di licenza) tutti i Militari di uffici/servizi tenendo conto delle limitate risorse umane oggi disponibili, (ci sono al momento Uffici all’interno di ogni Reparto e/o Servizio con un solo addetto).
Siamo certi che questa riflessione e proposta verrà da Lei opportunamente valutata.

Colgo l’occasione per formulare sinceri saluti.

 

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Violenza di genere. I Carabinieri fanno il loro dovere, ma occorrono strumenti operativi e tutele

Gli episodi di violenza nei confronti delle donne stanno subendo una inquietante impennata.

Solo negli ultimi giorni, una giovane donna di Pozzuoli è stata aggredita dall’ ex marito, che, dopo averla presa a calci e pugni, ha tentato di spingerla oltre la balaustra del belvedere cittadino.

A Olbia,  un’altra donna è stata picchiata con inaudita violenza dall’ex compagno nel parcheggio di un supermercato, alla presenza di numerose persone.

In entrambe i casi, il tempestivo intervento dei Carabinieri ha permesso di evitare il peggio e assicurare gli aggressori alla giustizia.

Il SIC esprime solidarietà e vicinanza a tutte le Donne vittime di violenza di genere ed un sentito plauso per la professionalità ed il senso del dovere dimostrati dai Carabinieri della Compagnia di Pozzuoli e  del Reparto Territoriale di Olbia.È, tuttavia, indispensabile che lo Stato continui a garantire sempre di più il pieno sostegno alle Forze dell’Ordine, rafforzando gli  strumenti operativi e le tutele, sia per le vittime, sia per chi ogni giorno è impegnato nella difesa della Legalità.

 

 

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Uso della bandoliera, importanti novità in arrivo

Il SIC esprime grande soddisfazione per l’iniziativa del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri che, con circolare odierna, ha inteso rimodulare l’impiego della bandoliera, escludendone l’utilizzo nei contesti operativi e limitandolo a quelli di rappresentanza e di servizio all’interno delle caserme.

Un passo fortemente perorato dal SIC, che rappresenta il segnale di un’Amministrazione che si evolve, mantenendo lo sguardo verso le proprie radici ma muovendo nuovi passi nella direzione di un’attitudine all’attività operativa più realistica ed adeguata ai tempi.

E’ questo l’esempio lampante dei frutti che una collaborazione trasparente e costruttiva tra APCSM e Vertici può donare alle Donne e agli Uomini in divisa che, quotidianamente, si spendono nella difesa dei cittadini e delle Istituzioni dello Stato.

Fluminimaggiore, 7 aprile 2025

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Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto-Legge “Sicurezza”. Soddisfazione del SIC.

Con piena soddisfazione, il SIC  ha appreso che, nella serata del 4 aprile 2025, il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge “Sicurezza” che contiene diverse misure a tutela delle forze di polizia e in generale sulla pubblica sicurezza.
Con numerosi comunicati, il SIC ha chiesto al Governo l’approvazione di nuove norme per difendere e tutelare le Donne e gli Uomini in divisa tra i quiali:

02 agosto 2024 uso delle bodycam sulle divise degli Operatori  delle Forze dell’Ordine;

31 ottobre 2024 pacchetto sicurezza urgente e necessario;

02 gennaio 2025 lettera al Comandante Generale dell’Arma dove si chiede di accelerare la distribuzione delle bodycam;

08 gennaio 2025 equipaggiare tutti i Carabinieri di taser, di dash cam alle autovetture, parabrezza antiproiettile, guanti protettivi, nota al Comandante Generale dell’Arma.

Tra le maggiori novità del corposo decreto che si compone di 34 articoli, troviamo le nuove tutele per le forze dell’ordine.

Il decreto prevede maggiore protezione legale per gli agenti che usano la forza o sparano in servizio, a condizione che lo facciano per difendere sé stessi o altri cittadini in pericolo. Viene inoltre eliminata la sospensione automatica ed il ritiro dell’arma d’ordinanza.

Il nuovo testo conferma l’equiparazione della cannabis light a quella stupefacente, introducendo un divieto totale su commercio, lavorazione ed esportazione di foglie, infiorescenze e resine, nonché di tutti i prodotti contenenti sostanze derivate dalla canapa.

Le nuove misure colpiscono duramente chi organizza sit-in di protesta su binari ferroviari, strade o autostrade, impedendo la circolazione di mezzi o persone, una strategia sempre più diffusa tra gli attivisti.

Il decreto-legge stabilisce che chi partecipa a queste manifestazioni rischia da 6 mesi a 2 anni di carcere, trasformando quello che finora era solo un illecito amministrativo in un vero e proprio reato penale.

Ancora più severe le sanzioni per chi si oppone alla realizzazione di grandi opere pubbliche. In questo caso, il reato si aggrava e le pene possono aumentare fino a un terzo.

Il nuovo decreto prevede che chiunque occupi o si impossessi senza titolo di un immobile altrui o ne impedisca l’accesso al legittimo proprietario, è punito con il carcere da 2 a 7 anni.

Il SIC esprime il proprio plauso alle Autorità Governative per avere approvato in tempi rapidissimi nuove norme a tutela dei cittadini e dei Servitori dello Stato in divisa.

Norme che potranno arginare e contenere fenomeni delinquenziali che hanno registrato in questi ultimi tempi un aumento esponenziale che ha determinato una minore percezione di sicurezza tra i cittadini ed esposto, inevitabilmente, a grave pericolo l’incolumità fisica delle forze di polizia.

Siamo certi che i nuovi strumenti normativi determineranno una repentina diminuzione dei reati comuni che destano allarme e che hanno gravi ripercussioni in ambito sociale.

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Processo Askatasuna, cade l’accusa di associazione a delinquere… i paradossi del sistema penale italiano

Nella giornata di ieri 31 Marzo 2025, nel processo di primo grado, il Tribunale di Torino ha emesso  18 condanne e 10 assoluzioni contro i militanti del centro sociale Askatasuna di Torino e del movimento No Tav, imputati per le azioni dimostrative contro l’alta velocità in Val di Susa.

La Procura di Torino aveva chiesto complessivamente condanne per 88 anni di carcere.

Inoltre, nonostante i militanti di Askatasuna abbiano sempre operato come un’organizzazione ben strutturata, con sistema  paramilitare e con una strategia chiaramente eversiva, il Tribunale non ha inteso ravvedere l’associazione a delinquere.

Una sentenza che assume, paradossalmente, il sapore di una punizione verso l’operato  delle Forze dell’Ordine, da anni impegnate nei cantieri della TAV a fronteggiare le violente azioni di questi soggetti.

Il SIC è incredulo per il verdetto emesso.

Se non si inizia a giudicare con pene più severe le aggressioni in danno delle Forze di Polizia e gli attacchi allo Stato, il ciclo di violenza continuerà e a pagarne il prezzo più  alto saranno gli onesti cittadini.

IL MINISTRO DELLA DIFESA GUIDO CROSETTO E IL MINISTRO DELL’INTERNO MATTEO PIANTEDOSI DIANO UN SEGALNALE FORTE PER RESTITUIRE LA GIUSTA RICOSCENZA VERSO CHI DIFENDE QUOTIDIANAMENTE LO STATO.

«Lex est recta ratio imperandi atque prohibendi; quam qui ignorat, is est iniustus»

 

«La legge è la retta norma del comandare e proibire; e se qualcuno la ignora, è ingiusto»

 

 

 

 

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Allo studio il decreto per la tutela penale delle Forze dell’Ordine. Plauso del SIC al Ministro Piantedosi

Accogliamo con soddisfazione le recenti dichiarazioni del Ministro dell’Interno Piantedosi in merito al decreto allo studio del Governo teso a rafforzare le tutele economiche e legali per le Forze dell’Ordine.

Qualcuno insiste strumentalmente a chiamare questo dispositivo “scudo penale”, suggerendo che, grazie ad esso, gli operatori godranno sostanzialmente di una immunità (o impunità) totale rispetto alle loro condotte in servizio.
Giova ribadire che nulla è più lontano dalla realtà.

Le misure allo studio non intendono sottrarre chi sbaglia dalle proprie responsabilità, ma evitare, a chi per professione è quotidianamente esposto a situazioni complicate, inutili calvari.

Tra le principali novità del Decreto, infatti, ci sono:
Iscrizione nel registro degli indagati NON AUTOMATICA: la decisione di avviare un’indagine sarà lasciata alla discrezionalità del giudice, eliminando l’automatismo attuale. Ciò eviterà agli operatori il calvario dell’iscrizione nel registro degli indagati nei casi in cui sia palese da subito la condotta corretta.
Spese legali coperte: lo Stato coprirà fino a 10.000 euro per ogni fase del procedimento legale in cui l’Agente sia coinvolto per fatti inerenti al servizio.
Ciò farà sì che gli esosi costi legali non si abbattano sugli operatori e sulle loro famiglie, finché eventuali responsabilità non vengano definitivamente accertate.
Tutela economica: lo stipendio degli agenti sarà garantito fino a una condanna definitiva, senza congelamenti o sospensioni preventive delle retribuzioni.

E’ chiaro a chiunque sia dotato di onestà intellettuale che questi strumenti sono un atto di giustizia e di salvaguardia nei confronti di chi, quotidianamente, rischia per difendere i cittadini e le Istituzioni del nostro Paese.
Insieme al Dl Sicurezza, questo progetto di legge rappresenta un passo avanti significativo per la serenità delle Donne e degli Uomini delle FF.OO. ed è la dimostrazione della sensibilità che questo Governo ha nei loro confronti e nei confronti della Sicurezza dei Cittadini.

Fluminimaggiore, 1° aprile 2025

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Roma, Carabinieri arrestano spacciatore. Giornalista e Senatrice si sdegnano

Lo scorso giovedì, a Roma, presso il Quartiere di San Lorenzo, due Carabinieri hanno arrestato in flagranza un giovane spacciatore, irregolare in Italia e senza fissa dimora.

Storia finita, si penserebbe.
Il bene vince sul male.
I buoni arrestano i cattivi, come fanno ogni giorno, con coraggio ed abnegazione.

Invece no.
Perché al momento dell’arresto, avvenuto al culmine di un concitato inseguimento a piedi, era presente una giornalista, che non gradisce come lo spacciatore viene ammanettato e pensa bene di filmare la scena, apostrofando i Militari e consolando il “povero” spacciatore.

E non basta.

Nel giro di poche ore, arriva puntuale il commento di una Senatrice, che si scandalizza del video e critica a sua volta l’operato dei Carabinieri.

Si tratta della stessa Senatrice che si era scagliata contro gli operatori che avevano inseguito il giovane Ramy a Milano, senza attendere le perizie che, poi, in effetti, li hanno scagionati.

Noi ricordiamo che in ogni situazione la cautela è d’obbligo.

Abbiamo già visto a cosa porta fomentare odio contro le Forze dell’Ordine.

I tragici fatti che settimane fa hanno portato alla morte di Ramy, furono strumentalizzati e scatenarono una serie di violenti disordini di piazza, con danneggiamenti e ferimenti di tanti nostri colleghi.

E non consola che, mentre il fumo dei cassonetti dati alle fiamme ancora impestava l’aria, arrivavano i risultati delle indagini, che escludevano gli operatori da qualunque responsabilità.

Lo ripetiamo: la cautela è sempre d’obbligo.
Ancor di più in questi tempi di tensioni sociali.

Anche in questo caso la Magistratura si è già attivata.
Se ci sono responsabilità, queste verranno accertate.

Ci piacerebbe pensare che un giorno, si accerteranno eventuali responsabilità anche di chi inscena processi mediatici, distorce verità, approfitta di posizioni privilegiate per diffondere odio e destabilizza, in ultima analisi, le Istituzioni dello Stato.

IL SIC DIFENDE CHI DIFENDE SEMPRE.

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