Modena, Carabiniera umiliata dal suo diretto Ufficiale. Il SIC è vicino alla giovane collega e condanna l’inaccettabile episodio

Il SIC, attraverso i mass media ed i canali social, ha appreso che una giovane Carabiniera nel modenese è stata ingiuriata dal suo diretto Ufficiale Comandante, il quale ha “apposto il suo visto con un pennarello sulla fronte della Collega”.

L’inaccettabile comportamento dell’Ufficiale, qualora accertato, appare teso esclusivamente all’umiliazione della vittima, con un gesto che potrebbe averla sottoposta ad un crudele ed ingiusto stress psicologico, finanche con il rischio di minarne l’autostima.

Episodi traumatici o imbarazzanti come quello riferito dai mass media, oltre a ledere potenzialmente il carattere di chi li subisce, espongono, inevitabilmente, l’Arma dei Carabinieri a commenti sfavorevoli.

Si tratta di imposizioni, nella convivenza all’interno degli ambienti militari, di un insieme di regole diverse e aliene da quelle proprie della disciplina militare.

Altresì, il reato di ingiuria che qui si configura assume un valore di ulteriore gravità per la situazione ed il contesto in cui si è configurato.
Un militare superiore di grado, infatti, oltre che di tutelare la disciplina stessa, ha l’obbligo di tutelare il morale dei militari di grado inferiore, considerato un vero e proprio patrimonio indisponibile.

L’ordinamento militare è molto severo, tuttavia la disciplina non è una caratteristica unidirezionale e anche un superiore che commette ingiuria verso un subordinato deve essere punito.

Il SIC ripone la massima fiducia nella corretta valutazione di quanto verificatosi da parte delle competenti Autorità Giudiziarie e Militari e continuerà a tutelare con estrema fermezza la dignità dei propri Associati, stigmatizzando comportamenti disdicevoli che ledono il prestigio della nostra Istituzione.

Fluminimaggiore, 20.05.2024

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Il SIC presente all’inaugurazione della nuova caserma dei Carabinieri di Sestu (CA)

Nella mattinata di oggi, 17 Maggio 2024, alla presenza di Autorità militari, civili e religiose, si è svolta la cerimonia d’inaugurazione e intitolazione della Caserma di Sestu, sede della Stazione Carabinieri.
La Caserma è stata intitolata al Maresciallo Maggiore, Medaglia d’Argento al Valor Militare, Eraglio Annis.
Alla cerimonia ha partecipato il Segretario Generale aggiunto del SIC Simone Forte.
La palazzina sede della nuova Caserma dei Carabinieri di Sestu è stata confiscata nel 2016 ad una banda di trafficanti di droga.
Un bene sottratto alla Criminalità organizzata finalmente restituito alla Collettività e oggi destinato ad avamposto di Legalità e Sicurezza per i cittadini.
Una giornata di festa per la Comunità di Sestu, che, intervenendo numerosa all’evento, si è stretta attorno alla famiglia dell’Arma dei Carabinieri.
La Stazione fornirà un servizio di prossimità alla comunità di riferimento, accrescendo la percezione di sicurezza, proteggendo in particolar modo le fasce più deboli della popolazione ed arginando i crescenti fenomeni di degrado, inciviltà e microcriminalità.
Facciamo in modo che da qui possa partire un cambiamento. Mettiamo la nostra amata terra di Sardegna sui binari della legalità, del rispetto delle regole e della dignità delle persone.
L’efficienza delle Istituzioni è il primo antidoto contro la criminalità. E l’inaugurazione di questa caserma è un segnale di riscatto e un presupposto di libertà e progresso.
La nostra Organizzazione sindacale promuove con convinzione e consapevolezza una immagine della Sardegna lontana da ogni forma di criminalità, esaltando la storia, le eccellenze, la natura e la cultura, che in questa splendida regione rappresentano risorse uniche al mondo.
Noi ci siamo!
Il SIC è al fianco di tutte le donne e gli uomini dell’Arma per non lasciare nessuno indietro e dare un aiuto concreto alla nostra Istituzione e alla nostra amata Sardegna.
Il SIC augura al Comandante e ai Militari della Stazione Carabinieri di Sestu un proficuo lavoro presso la nuova Caserma.

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Palermo, ancora agenti feriti. Pettineo (SIC): ‘approvare norme a tutela o la situazione non potrà che peggiorare’

“Nuovo episodio di agenti delle forze dell’ordine feriti, questa volta nel quartiere Zen di Palermo”. Lo dichiara Luigi Pettineo, Segretario Generale del Sindacato Indipendente Carabinieri (SIC). “Intervenuti per una segnalazione riguardante un uomo accusato di aver molestato una bambina di cinque anni – spiega Pettineo – Carabinieri e Polizia sono stati circondati e attaccati dalla folla.

Il bilancio è di quattro agenti con ferite alla testa e traumi alla colonna vertebrale. L’uomo è stato arrestato e sottratto al linciaggio dagli agenti stessi, ma molte altre persone nelle vicinanze si sono unite all’assalto, approfittando della situazione per colpire gli agenti con calci, pugni e oggetti contundenti.”

“L’escalation di violenza in tutta Italia contro le forze di Polizia, sembra ormai inarrestabile – continua Pettineo – e sta diventando sempre più pericolosa sia per gli agenti che per i cittadini.
Fino a quando non saranno approvati con urgenza i Decreti Sicurezza decisi lo scorso novembre dal Consiglio dei Ministri, che prevedono pene più severe per chi aggredisce le forze dell’ordine, la situazione non potrà che peggiorare,” conclude.

La Segreteria Generale SIC

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Proposta emendativa per l’emanazione di disposizioni attuative riguardanti l’anticipo del TFS del personale in servizio attivo del Comparto Difesa e Sicurezza

Fluminimaggiore, 10 Maggio 2024

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA
On. Guido Crosetto
ROMA

e p.c.
AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Teo Luzi
ROMA

Oggetto: Proposta emendativa per l’emanazione di disposizioni attuative riguardanti l’anticipo del TFS del personale in servizio attivo del Comparto Difesa e Sicurezza.

È in discussione l’emendamento che potrebbe permettere a Militari, Poliziotti e dipendenti pubblici di usare l’anticipo del TFS per richiedere un prestito in banca.

L’emendamento da inserire nel decreto Crediti fiscali, al momento in discussione alla Commissione Finanze della Camera, consentirebbe ai tre milioni di dipendenti pubblici, assunti prima del 2001, di ottenere un prestito in banca dando in garanzia il proprio TFS, per poi rimborsarlo non appena arriva la liquidazione.

L’anticipo della liquidazione consentirebbe al personale militare e non solo di poter avere accesso ad un prestito senza ricorrere alla formula della cessione del quinto dello stipendio.

Ad oggi, solo i dipendenti del settore privato possono accedere all’anticipo del Trattamento di Fine Rapporto (TFR), ricevendo una parte della liquidazione prima della pensione. Ne sono esclusi, al momento: militari, poliziotti, vigili del fuoco, insegnanti e tutti i dipendenti pubblici.

Ma con l’emendamento, che potrebbe anche essere inserito nel Dl Pnrr, le cose per queste categorie di lavoratori potrebbero cambiare.
L’iniziativa di anticipare una quota del Trattamento di Fine Servizio per le Forze Armate e di Polizia, oltre che per i dipendenti pubblici, proviene da alcuni gruppi bancari italiani, ed è stata fatta propria dalla maggioranza di centrodestra che ha presentato un
emendamento, in discussione alla Commissione Finanze della Camera.

L’anticipo di una parte di liquidazione, già durante il servizio attivo, permetterebbe ai tre milioni di dipendenti pubblici, assunti prima del 2001, di potere accedere ad un prestito in banca dando in garanzia proprio il TFS, salvo poi rimborsarlo al momento della quiescenza, con l’arrivo della liquidazione.

A quel punto, all’importo del TFS verrà sottratta la cifra ottenuta in prestito più gli interessi versati alla banca.
A beneficiare dell’anticipo della liquidazione sarebbero:
– Lavoratori che potrebbero chiedere un prestito bancario senza ricorrere alla cessione del quinto dello stipendio;
– Banche che potrebbero contare su garanzie sicure derivanti dalla liquidazione di un dipendente pubblico, oltre ad incassare interessi il cui tasso è in aumento.

Il SIC chiede a Lei On. Guido Crosetto di volere sollecitare le Autorità Governative per la tempestiva risoluzione della disparità di trattamento tra dipendenti pubblici e in particolare per il personale del Comparto Sicurezza e Difesa.
Siamo certi di un suo autorevole intervento.

Con incondizionata stima.

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Estensione dell’utilizzo della maglietta “Polo” al personale di tutte le articolazioni dell’Arma dei Carabinieri. Lettera al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

Fluminimaggiore, 6 Maggio 2024

 

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Estensione dell’utilizzo della maglietta “Polo” al personale di tutte le articolazioni dell’Arma dei Carabinieri

 

Preg.mo Signor Comandante Generale,

nell’esclusivo interesse di tutelare il benessere e migliorare le condizioni lavorative dei nostri Associati, sottoponiamo alla Sua valutazione la seguente esigenza afferente l’uniforme da utilizzare nei servizi d’istituto durante la stagione estiva.

La normativa sull’abbigliamento da lavoro, regolamentata dal D. Lgs. n. 81 del 2008 (ex legge 626/94) – Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, stabilisce che in alcuni settori sia necessario indossare abbigliamento atto a proteggere il lavoratore dai rischi per la salute e la sicurezza.

Nel Decreto Legislativo 81/2008 si parla di DPI – Dispositivi di Protezione Individuale, cioè di qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.

Tra i dispositivi previsti dalla normativa si annoverano quelli ad alta visibilità, specifici per chi si trova a lavorare per strada o comunque in condizioni di scarsa visibilità ed ha bisogno di essere facilmente individuato.

Ogni capo di vestiario ed accessorio deve:

– essere conforme alle norme di cui al decreto legislativo 4 dicembre 1992 n. 475(N)78, e sue successive    modificazioni;

– essere adeguato ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore;

– essere adeguato alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro;

– tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore, quindi pratico e comodo da indossare.

Un tema particolarmente dibattuto nei mesi estivi è quale debba essere il giusto abbigliamento consentito ai lavoratori, quando lamentano problemi di caldo e sudorazione per le alte temperature, l’afa e il forte irraggiamento solare.

Salvo gli specifici interventi in ambienti cosiddetti “ad alto rischio per fattori fisici, chimici e biologici” che richiedono adeguato abbigliamento e dispositivi di protezione, è possibile per il lavoratore utilizzare, nella stagione estiva, magliette leggere con maniche corte e pantaloni lunghi di tessuto traspirante che risultano essere abiti più freschi e traspiranti e, allo stesso tempo,  mantenere un senso di decoro generale.

Il periodo caldo dell’anno si sta avvicinando e con esso la necessità di cambiare l’uniforme per poterla rendere più funzionale alle esigenze che si incontrano durante i mesi in cui le temperature salgono maggiormente.

Le divise devono innanzitutto soddisfare dei criteri tecnici che le rendano idonee alla mansione che si deve svolgere, senza trascurare l’estetica, in particolare per chi è a stretto contatto con il pubblico.

L’abbigliamento da lavoro deve avere come primaria caratteristica la funzionalità e deve considerare gli aspetti di sicurezza e praticità che permettano di svolgere le dovute mansioni in totale libertà, con la garanzia di un capo che assicuri resistenza e protezione e, al contempo, sobrietà.

Le particolarità che contraddistinguono ognuna di queste opzioni possono essere riassunte in:

  • traspirazione del tessuto;
  • praticità nei movimenti;
  • idoneità rispetto ai protocolli di sicurezza individuale.

L’unione di queste caratteristiche permette all’abbigliamento da lavoro estivo di presentarsi come funzionale e sicuro.

Per le sue caratteristiche tecniche e morfologiche, la maglietta “Polo” riunisce i requisiti di funzionalità, sicurezza e salubrità previsti dalle vigenti disposizioni in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.

L’uso della maglietta tipo “Polo” assolverebbe alle primarie esigenze di tutela della salute del personale che, nella stagione estiva, svolge il servizio istituzionale, anche per prolungate ore, in strada, costretto a rimanere esposto alla calura e alle elevate temperature tipiche della stagione.

Per quanto sopra esposto, il SIC chiede a Lei, sig. Comandante Generale, di volere disporre l’impiego in tutte le articolazioni dell’Arma dei Carabinieri, durante la stagione estiva, della maglietta tipo “Polo”  nella  versione ignifuga e con scritta posteriore “CARABINIERI” ad alta visibilità, già utilizzata dai Reggimenti e Battaglioni.

La presente missiva mi consente di porgerLe un deferente saluto.

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Il Gen. C.a. Riccardo Galletta è il nuovo comandante interregionale “Pastrengo”

Oggi, nella caserma “Montebello” di Milano, si è svolta la cerimonia di avvicendamento ai vertici del Comando interregionale ‘Pastrengo’, che sovrintende ai Carabinieri di Lombardia, Liguria, Piemonte e Val D’Aosta.

A lasciare l’incarico è stato il Generale di Corpo d’Armata Gino Micale a cui va il nostro sentito ringraziamento per il suo encomiabile operato e per le sue eccelse doti umane e militari.

Al suo posto subentra il Generale di Corpo d’Armata Riccardo Galletta.

Alla cerimonia erano presenti il generale di Corpo d’Armata Teo Luzi, Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri e i Comandanti delle Legioni Lombardia, Piemonte e Valle D’Aosta e della Liguria.

Presente per il SIC il Segretario Generale Aggiunto Magg. Andrea Calì.

Nel corso della cerimonia, il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale C.A. Teo Luzi, ha tracciato gli obiettivi operativi che l’Istituzione si prefigge di raggiungere nelle regioni del nord ovest, in cui si raggruppano le maggiori attività industriali del Paese, punto nevralgico dell’economia nazionale.

Il Gen. C.A. Riccardo Galletta vanta una brillante carriera militare.
Ha ricoperto numerosi e prestigiosi incarichi di comando presso la Compagnia di Gaeta, la Compagnia di Roma-Casilina, la Compagnia di Polizia Militare e di Sicurezza del Comando Supremo della NATO a Mons (Belgio).
È stato Aiutante di Campo del Vice Comandante Generale, Ufficiale Addetto all’Ufficio Legislazione, Capo Sezione dell’Ufficio Operazioni, Capo Ufficio del Vice Comandante Generale, Comandante del Gruppo di Palermo, Capo della Sala Operativa e Capo Ufficio Cerimoniale e Attività Promozionali del Comando Generale, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Brescia, Capo Ufficio Criminalità Organizzata, Capo Ufficio del Capo di Stato Maggiore e Capo del III Reparto, Comandante della Legione Carabinieri “Sicilia”, Comandante della Scuola Ufficiali Carabinieri, Vicecomandante del Comando Interregionale Carabinieri Ogaden in Napoli, Comandante della Divisione Unità Specializzate Carabinieri e dal 1º giugno 2023 Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri.

Il Gen. C.A. Riccardo Galletta è insignito delle onorificenze di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, della medaglia mauriziana al merito di dieci lustri di carriera militare, della medaglia militare al merito di lungo comando, della croce per anzianità di servizio d’oro con corona turrita, dell’attestazione di pubblica benemerenza del Dipartimento della protezione civile, della Croce con spade pro merito melitensi, della Medaglia commemorativa NATO ex Iugoslavia, della Medaglia commemorativa NATO Kosovo, del Cavalierato del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio e del Cavalierato dell’Ordine Equestre di Sant’Agata.
Ha conseguito un master in scienze strategiche.

Con la sua intelligente e dinamica azione, improntata all’equilibrio, anche in contesti particolarmente rischiosi e in aree particolarmente sensibili sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica per la presenza di articolati sodalizi criminali, ha guidato i propri Reparti nel raggiungimento degli obiettivi prefissati, conseguendo eccellenti risultati che hanno contribuito ad esaltare il prestigio dell’Istituzione.

Il Gen. C.A. Riccardo Galletta ha sempre evidenziato particolari attenzioni per il benessere del personale.

Il Sindacato Indipendente Carabinieri offrirà al Gen. C.A. Riccardo Galletta una leale e fattiva collaborazione volta a migliorare le condizioni lavorative del personale posto alle sue dipendenze.

Il SIC esprime i più sinceri auguri per il prestigioso incarico.

Fluminimaggiore, 4 maggio 2024

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Ennesima aggressione a Genova in danno dei Carabinieri ad opera di appartenenti ad un Centro Sociale

Nella scorsa notte, nel centro storico di Genova, una pattuglia dei Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Genova è stata accerchiata ed aggredita da alcuni frequentatori dell’ex Latteria di stradone Sant’Agostino, occupata da appartenenti ad un Centro Sociale.

Otto persone, tutte tra i 25 e i 30 anni, sono state arrestate con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni aggravate e danneggiamento.

Durante gli atti di rito, una ventina di persone vicine al centro occupato di cui fanno parte gli arrestati si è recata sotto la caserma dei carabinieri per mostrare solidarietà agli otto fermati creando tensione al di fuori del Comando Provinciale in Corso Italia.

Immediato l’intervento dei Militari del Comando Provinciale e del 2° Battaglione Carabinieri Liguria per riportare ordine.

Il SIC, nel condannare fermamente ogni violenza in danno delle Forze di Polizia, esprime vicinanza ai Militari operanti che hanno riportato lesioni nel corso dell’aggressione, augurando loro una pronta guarigione.

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Carabiniere fuori servizio sventa rapina. Plauso al nostro collega, ma la Sicurezza non può essere affidata esclusivamente al coraggio e all’abnegazione dei singoli

Dire che un carabiniere è sempre in servizio anche quando è libero o trascorre un pomeriggio di riposo con la famiglia non è uno stereotipo né una frase fatta: è pura e semplice realtà dimostrata ogni giorno in tutto il Paese da atti di coraggio di colleghi senza uniforme che in presenza di reati intervengono di iniziativa a rischio della propria incolumità.
Accade con cadenza quotidiana da nord a sud Italia.
Pochi giorni fa, nel centro commerciale di Rende, un collega a passeggio con la famiglia, senza esitazione, si è lanciato all’inseguimento di una coppia di rapinatori e con l’ausilio di una pattuglia che aveva prontamente avvisato, ha contribuito ad assicurarli alla giustizia.
Il SIC Calabria è certo che la scala gerarchica sarà riconoscente verso il collega per aver dimostrato coraggio, altruismo e alto senso del dovere.
Perciò il SIC ritiene fare risaltare ulteriormente l’ammirevole intervento compiuto dal collega.
Nello stesso tempo, la nostra APCSM non può non rilevare come vicende del genere dimostrino l’urgenza di implementare le dotazioni organiche delle stazioni sul territorio, in termini sia di donne e uomini che di mezzi.
La sicurezza dei cittadini non può essere affidata ad atti di eroismo di singoli Carabinieri ma deve essere una responsabilità collettiva delle Forze dell’Ordine e di color che governano, i quali hanno il compito di mettere a disposizione delle Forze dell’Ordine le risorse necessarie a garantire efficacemente l’ordine sui territori e la sicurezza dei cittadini.

Il Segretario Generale Regionale SIC Calabria
Amedeo Di Tillo

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Ordine Pubblico, si tutelano i manifestanti facinorosi a scapito delle garanzie per gli Operatori di Polizia. Lettera al Ministro della Difesa

Fluminimaggiore, 3 Maggio 2024

 

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA

On. Guido Crosetto

e p.c.

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Ordine Pubblico, si tutelano i manifestanti facinorosi a scapito delle garanzie per gli Operatori di Polizia.

Il mantenimento dell’ordine pubblico è un compito cruciale per chi è incaricato della sicurezza dei cittadini.

Non sono in gioco soltanto le libertà e le proprietà personali, ma anche i diritti di partecipazione politica e quindi l’essenza stessa della democrazia.

In tempi di estrema conflittualità, quali quelli attuali, le aggressioni subite dalle Forze dell’Ordine rappresentano l’ultimo anello di una catena di inadeguatezze, impotenza, incapacità di risolvere problemi economici e sociali.

L’estremizzazione di alcune manifestazioni svoltesi negli ultimi mesi, raccomandano di non sottovalutare i segnali di disagio economico e sociale di larghi strati di popolazione, i problemi occupazionali legati alla chiusura e alla delocalizzazione di fabbriche, il malessere di precari, disoccupati e giovani, la pressione dell’immigrazione.

Basta una scintilla a far esplodere la scontentezza e convertire il malessere in violenza.

Il diritto di esprimersi e manifestare è sacrosanto, ma è sempre più difficile isolare i manifestanti pacifici dai violenti, così come evitare il ricorso ad una rigidezza preventiva quando è chiaro che le ragioni della protesta saranno oscurate dalle violenze.

È sempre più complicato per le forze dell’ordine scegliere tra due stili di protest policing. Uno caratterizzato da rigidità e ricorso alla repressione, l’altro da maggiore tolleranza e flessibilità.

Formare, addestrare, equipaggiare le Donne e gli Uomini delle Forze dell’ordine, prepararli al confronto con professionisti del disordine e dell’eversione, giovani, allenati all’uso di strumenti moderni e tecnologie, è indispensabile e indifferibile, proprio perché a essi è affidata la tutela dei cittadini, le garanzie e i diritti democratici e la salvaguardia di tutti gli Operatori impegnati nella difesa delle istituzioni.

Le Forze di polizia sono soggette ad aggressioni organizzate.

Di fronte alle sempre più frequenti degenerazioni delle manifestazioni di protesta, che turbano l’ordine e la sicurezza pubblica con azioni di vera e propria guerriglia urbana, emerge che il rapporto di forza tra i cosiddetti “antagonisti violenti” (equipaggiati con protezioni al corpo ed al capo a mezzo di caschi da motociclista, maschere antigas, armati con bastoni, spranghe, bombe molotov, fionde, fumogeni, grossi petardi, bombe carta arricchite con schegge metalliche e tondini, ecc.) e le Forze dell’Ordine, sta mutando decisamente a sfavore di queste ultime.

Vanno individuate misure e stanziate risorse per superare le criticità che affliggono i Reparti dell’Arma dei Carabinieri che, con gli attuali organici, in costante diminuzione da anni per i tagli alla sicurezza e con un ridotto equipaggiamento a disposizione, sono al limite delle loro prestazioni.

A dimostrazione di ciò, l’elevato incremento del numero di Operatori feriti più o meno gravemente.

La soluzione è potenziare le Forze di Polizia, incaricate della difesa dei cittadini e della salvaguardia delle istituzioni, attraverso maggiori dotazioni, attrezzature, strumenti, preparazione specialistica, che riaffermino l’urgenza inderogabile di investimenti nella sicurezza.

Le situazioni di crisi subite dai Reparti “antisommossa” dovrebbero imporre la modernizzazione dei Reparti preposti al mantenimento dell’Ordine Pubblico, creando vere e proprie task force “antisommossa”, sul modello delle unità sperimentate con successo in altri paesi europei, con una maggiore forza organica a disposizione, tale da poter essere utilizzata in modo proporzionale alla gravità e alle violenze messe in atto dai professionisti del disordine contro gli Operatori di polizia e le Istituzioni democratiche.

Ciò costituirebbe un indispensabile deterrente nei confronti dei facinorosi che cercano lo scontro fisico approfittando, nel corpo a corpo, del vantaggio numerico e, nella distanza, della capacità di poter colpire le Forze di Polizia con ogni tipo di corpo contundente.

Nei vari teatri della contestazione, così come nelle manifestazioni di piazza ormai si impongono soggetti che mostrano di possedere strumenti, tecniche, modalità, tattiche di guerriglia basate su “parole d’ordine” diffuse tramite il web, i social network o attraverso la rete satellitare dei telefoni mobili.

Il contrasto di questi promotori non può più affidarsi alle sole cariche di alleggerimento ed all’uso dei lacrimogeni, sparati con i lanciagranate da 40 mm, che vengono puntualmente rilanciati contro gli agenti come boomerang, tanto che proprio le Forze dell’Ordine finiscono per subirne gli effetti.

Le condizioni di pericolo, la consapevolezza di non poter controllare gli eventi connessa alla scarsità dei mezzi e delle forze impiegate nelle manifestazioni, sono fattori stressanti che negli scontri e nelle azioni di dispersione della folla violenta possono generare in alcuni operatori delle Forze dell’Ordine comportamenti che oltrepassano i confini dell’etica professionale rispetto alla funzione istituzionale, per reazione alle violenze subite.

Gli studi condotti sullo stress da ordine pubblico dimostrano che quanto meno un evento è controllabile tanto più verrà vissuto come logorante nelle reazioni emotivo-comportamentali.

Al fine di ridurre il senso di isolamento che può indurre atteggiamenti, azioni devianti e abusi, vanno create le condizioni, attraverso strumenti tecnologici e normativi, nelle quali l’agente impiegato in ordine pubblico si senta realmente tutelato in un contesto di legalità, con la standardizzazione di protocolli di comportamento, di codici di condotta in grado di guidare l’operatore di polizia, fissando delle chiare ed inequivocabili regole d’ingaggio.

Di fronte all’onda d’urto dei manifestanti e alle armi generalmente utilizzate dai facinorosi, gli strumenti di difesa, a cominciare dagli sfollagente di gomma, si rivelano inadatti a sortire effetti deterrenti e inadeguati a proteggere il personale dai colpi di bastone o di spranga.

Necessitano strumenti di difesa che consentano di fronteggiare molte situazioni di ordine pubblico, limitando il contatto fisico tra polizia e dimostranti.

Abbiamo bisogno di strumenti di difesa passiva, con uniformi ed accessori paracolpi adeguatamente strutturati per la protezione degli operatori e per la sicurezza dei servizi.

Fondine interne per la custodia della pistola che garantirebbero maggiore sicurezza all’Operatore e preservarlo da tentativi di sottrazione dell’arma.

Vanno sviluppate tecnologie che, nelle fasi più concitate, siano in grado di garantire continuità e qualità delle comunicazioni radio, oggi affidate a vecchie radio portatili, ingombranti, pesanti e di ostacolo alla mobilità di chi deve intervenire nei momenti di scontro.

Estremamente apprezzato l’utilizzo di microtelecamere, per documentare interventi di ordine pubblico o altre azioni operative particolarmente sensibili ed a rischio, al fine sia di documentare i fatti con obiettività, evitando riprese parziali o mistificatorie, sia di predisporre prove inconfutabili per l’Autorità Giudiziaria, a tutela degli operatori della sicurezza, a garanzia di chi manifesta, a difesa della verità, spesso faziosamente alterata per l’eccesso di mediatizzazione degli eventi, della loro spettacolarizzazione, che spesso, in questi anni, ha scelto arbitrariamente tra buoni e cattivi, condannando le forze dell’ordine a stereotipi superati nella realtà.

Preg.mo sig. Ministro della Difesa, On. Guido Crosetto, il SIC-Sindacato Indipendente Carabinieri chiede il suo autorevole intervento presso le Autotità Governative perché vangano:

emanate precise ed inequivocabili regole d’ingaggio per gli Operatori di polizia chiamati a    fronteggiare le rivolte di piazza;

stanziati i fondi necessari per il potenziamento degli organici delle Forze dell’Ordine;

organizzato, con cadenza periodica, i corsi di riqualificazione di tutto il personale che debba intervenire nei servizi di ordine pubblico.

Colgo l’occasione per formulare un deferente saluto.

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Criminalità urbana a livelli inaccettabili. Il SIC chiede interventi urgenti a tutela delle Forze di Polizia e dei cittadini. Lettera al Ministro della Difresa

Fluminimaggiore, 2 Maggio 2024

AL.SIG. MINISTRO DELLA DIFESA
On. Guido Crosetto

e p.c.

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Criminalità urbana a livelli inaccettabili.
Il SIC chiede interventi urgenti a tutela delle Forze di Polizia e dei cittadini.

Pregiatissimo Signor Ministro, nella giornata del 1° Maggio 2024, a Tor Bella Monaca, periferia di Roma, durante un arresto per droga di un 19enne egiziano, Militari dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia
di Finanza sono stati accerchiati ed aggrediti da un gruppo di extracomunitari intervenuti perché richiamati dal giovane arrestato.
Le periferie urbane delle città italiane sono divenute terre di frontiera per spacciatori e criminali di qualsiasi estrazione sociale.
Lo spaccio di droga viene gestito da organizzazioni criminali multietniche.
La fotografia della criminalità nelle città italiane è decisamente poco confortante, e per alcuni aspetti sorprendente.
Roma si posiziona tra i primi posti in classifica per indice di “insicurezza”, insieme ad altre metropoli delle regioni italiani.
La percezione di insicurezza è altissima in tutte le sue zone.
Una criminalità dilagante e spietata che ha preso possesso delle zone periferiche, rendendole terra di nessuno, un vero “Far West”.
Territori urbani in cui l’illegalità ha messo radici e in cui la violenza sovrasta ogni regola di convivenza.
Non possiamo assistere inermi ed accettare questo crescente degrado e stato di abbandono.
In una Nazione civile ed evoluta, la Sicurezza dei cittadini è priorità assoluta.
Bisogna attivare urgenti misure a tutela e a supporto delle Forze dell’Ordine, che ormai sono stremate e prive dei giusti mezzi e delle giuste tutele per continuare a garantire protezione ai cittadini.
Il SIC-Sindacato Indipendente Carabinieri, nel condannare fermamente ogni aggressione in danno delle Forze di polizia, chiede a Lei, Signor Ministro della Difesa, di intervenire presso le Autorità Governative per l’attivazione di misure straordinarie, per ristabilire l’ordine e la Sicurezza in tutte le città italiane.
Tra le misure urgenti ed indifferibili segnaliamo quella del ripianamento degli organici delle Forze di Polizia e la dotazione di equipaggiamenti e di automezzi blindati che assicurino l’incolumità dei Servitori dello Stato chiamati ad intervenire in aree urbane ad alto indice di criminalità.
L’attuale impianto normativo deve essere rivisto in relazione alla recrudescenza di fenomeni criminali che destabilizzano la sicurezza interna della nostra Nazione.
“Lex est recta ratio imperandi atque prohibendi.
Leges bonae ex malis moribus procreantur”.
_”La legge è il giusto criterio di comandare e di proibire.
Le buone leggi nascono talvolta dai cattivi costumi.”_

La presente mi consente di rivolgere un deferente saluto.

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