Orario di servizio e periodo di riposo per i Militari dell’Arma dei Carabinieri. Il SIC segnala al Comandante Generale disparità di trattamento nei Reparti

Fluminimaggiore, 26 aprile 2024

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen C.A. Teo Luzi

ROMA

 

Oggetto: Orario di servizio e periodo di riposo per i Militari dell’Arma dei Carabinieri.
Il SIC segnala disparità di trattamento nei Reparti.

Nell’esclusivo interesse di tutelare i diritti dei propri iscritti e di migliorarne le condizione lavorative, in un clima di leale e fattiva collaborazione, il SIC segnala a Lei, Sig. Comandante Generale, le seguenti criticità che si registrano in molti Reparti della territoriale che determinano l’insorgere di malumore e di disparità di trattamento.

In molti Reparti non vengono osservate le direttive che disciplinano l’orario di servizio e la fruizione dri necessari periodi di riposo.

La Circolare del Ministero dell’Interno nr. 557/RS011113/0461 dell’8 marzo 2010 chiarisce che per orario di servizio si intende il periodo di tempo giornaliero necessario ad assicurare la funzionalità degli uffici centrali e periferici del Dipartimento della pubblica sicurezza. Per orario di lavoro si intende il periodo di tempo giornaliero durante il quale ciascun dipendente assicura la prestazione lavorativa nel rispetto delle norme contrattuali.

Negli anni sono stati promulgati Decreti Presidenziali che recepivano gli accordi sindacali riguardanti il personale delle Forze di Polizia ad ordinamento civile (Polizia di Stato e Corpo di Polizia Penitenziaria) che i provvedimenti di concertazione riguardanti le Forze di polizia ad ordinamento militare (Arma dei Carabinieri e Corpo della Guardia di Finanza), sottolineando l’uguaglianza della normativa che generava l’indirizzo economico–sociale e lavorativo dei lavoratori impiegati nel comparto Sicurezza.

Il quadro normativo che modella l’orario di lavoro, la retribuzione, la sicurezza e l’igiene nei luoghi di lavoro, trae origine dalle medesime norme che di fatto regolano la materia.

La circolare in questione, seppure indirizzata a tutte le Gerarchie affini alla Polizia di Stato, deve ricadere su tutte le altre forze di Polizia, di estrazione civile e militare.

La programmazione dei servizi, oltre ad indicare l’orario di lavoro giornaliero dei singoli Militari per l’effettuazione dell’orario d’obbligo settimanale, deve comprendere la giornata in cui, in quella settimana, il dipendente effettuerà il turno di
riposo settimanale, i turni di reperibilità, i recuperi riposo, i riposi compensativi, il giorno libero dal servizio, le aspettative, i congedi straordinari e ordinari.

La programmazione deve tenere conto dei seguenti criteri:
* dopo il riposo settimanale non può effettuarsi il turno ricadente nella fascia oraria 00-07;
* tra un turno e l’altro devono intercorrere non meno di 11 ore.

Il personale che fruisce di riposo settimanale o di un periodo di congedo ordinario di durata non inferiore a 6 giorni, non può essere impiegato, nella giornata precedente a quella del riposo o del congedo ordinario, nei turni 19-24.

Il personale nella giornata di rientro da un periodo di congedo ordinario di durata non inferiore a 6 giorni o dal congedo straordinario non può essere impiegato nel turno 00,00/07,00.

Nei casi in cui il personale impiegato stabilmente nei servizi non continuativi debba essere impiegato, per particolari ed improrogabili esigenze di servizio, in servizi continuativi ovvero in servizi di ordine pubblico restano salvi i seguenti criteri:

– Impiego preferibilmente di personale che, secondo la pianificazione settimanale, non avrebbe dovuto effettuare il rientro nella medesima giornata;

– non impiego di personale che abbia precedentemente effettuato servizio nella fascia 14:00/20:00;

– non impiego nel turno 00:00/07:00 del personale che rientra dal congedo ordinario ovvero straordinario.

L’orario flessibile è applicabile nei servizi non continuativi con esclusione dei servizi esterni di controllo del territorio.

I dirigenti responsabili degli uffici dispongono, su richiesta scritta e motivata del dipendente, l’applicazione dell’orario flessibile.
L’eventuale provvedimento di diniego deve essere adeguatamente motivato.
La flessibilità deve essere programmata settimanalmente e può essere prevista: anticipando o posticipando l’orario di entrata o l’orario di uscita di 30 o 60 minuti per ciascun turno.

Per cambio turno si intende la modifica dell’orario di lavoro previsto dalla programmazione settimanale disposta successivamente alla programmazione stessa.
La modifica dei turni previsti può essere disposta:

– su richiesta scritta e motivata del personale interessato. L’eventuale diniego deve essere motivato per iscritto.

– d’ufficio per particolari e motivate esigenze di servizio motivate e per non più di una volta la settimana per ogni dipendente, con criteri di rotazione e, comunque, nel limite massimo della pianificazione dei cambi turno annualmente stabilita per ogni Ufficio dal Dipartimento della pubblica sicurezza.

– Il cambio del turno relativamente ai quadranti notturni può essere disposto solo in caso di assoluta necessità e, comunque, non più di una volta al mese;

– Il personale che abbia compiuto 50 anni di età, ovvero con un’anzianità di servizio di almeno 30 anni, impiegato nei servizi esterni, può chiedere di essere esonerato dai turni previsti nelle fasce serali e notturne.

In relazione all’impiego del personale, alcuni provvedimenti furono presi dalle rispettive amministrazioni per armonizzare le esigenze del personale con quelle del servizio.
Nella circolare del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri SM-Ufficio Legislazione nr. 183/66-236-2-2006 datata 26 febbraio 2009 si ribadiva il tempo che doveva trascorrere per l’impiego del personale alla fine del riposo settimanale ( sei ore ), con l’intento di garantire l’effettivo godimento del riposo settimanale. Tale assunto veniva ribadito nella Circolare del Comando Generale dell’Arma dei carabinieri nr. 548/243-178-1-1950 dell’11/02/2008, nella quale si specificava altresì, che per i servizi H24, la successione dei turni comportasse, in coincidenza con il riposo settimanale, un intervallo di 60 ore complessive tra l’ultimo turno prestato e quello successivo.
Oltre all’esigenza di beneficiare appieno della giornata di riposo, bisogna ricordare che il riposo deve essere considerato parte integrante del servizio, in quanto subordinato ad esso, pertanto, valutando la distanza che deve intercorrere fra un servizio e l’altro, il militare non può essere impiegato in un turno notturno alla scadenza del giorno di riposo.

Per quanto riguarda il cumulo dei riposi che dovevano essere calcolati per un massimo di giorni tre, che sarebbe diventata licenza
breve, si deve considerare quanto innovato dall’ultima Circolare del Comando Generale nr. 90/277-1962 del 30 aprile 2015 che riepiloga la disposizione vigente e stabilisce la possibilità di fruire dei due riposi delle settimane che si susseguono, a cui poter ulteriormente cumulare i riposi settimanali non fruiti da recuperare entro le 4 settimane successive, a cui poter ulteriormente accumulare i riposi festivi infrasettimanali non fruiti, a cui poter ulteriormente aggiungere fino a tre recuperi compensativi, le ore di lavoro straordinario non remunerate, da avere in pagamento accumulato o da poter recuperare.
A quanto anzidetto si può aggiungere la licenza ordinaria o straordinaria.

In sostanza,
nessun limite reale al cumulo dei riposi di vario genere.
Infine, qualora il Carabiniere fosse impiegato nella fascia orario 22-24 del giorno precedente al riposo programmato, quest’ultimo può avere la facoltà di non fruire del riposo e poterlo riprogrammare in un altra giornata.

In molti Comandi Stazione, vengono disposti turni giornalieri di servizio di 8 ore senza che ricorrano improcrastinabili ed indifferibili esigenze di servizio.
Molti militati fruiscono del riposo settimanale dopo avere terminato il turno di servizio alle 24:00.
Tanti militari, al termine della fruizione del riposo settimanale o della licenza, vengono impiegati immediatamente nel turno 00:00 – 06:00, senza soluzione di continuità.
Tanti sono i Carabinieri che smontano alle ore 20:00 e vengono nuovamente impiegati nel turno notturno 00:00 – 06:00, senza il necessario stacco che consenta loro il recupero delle energie psicofisiche.

Siamo certi che Lei, Sig. Comandante Generale, interverrà con la necessaria autorevolezza per la tempestiva risoluzione delle criticità segnalate.

Colgo l’occasione per formulare distinti saluti.

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Stipendi ed indennità accessorie dei Carabinieri ai limiti della sopravvivenza. Il SIC scrive al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

 Fluminimaggiore, 08.04.2024

 

 AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Gen. C.A. Teo LUZI

 

Oggetto: Stipendi ed indennità accessorie dei Carabinieri ai limiti della sopravvivenza e al di sotto dei valori parametrali convenzionali di altre categorie di lavoratori pubblici e privati.
Il SIC chiede un trattamento economico dignitoso per i Servitori dello Stato.

Preg.mo Signor Comandante Generale,

gli stipendi e le indennità accessorie per i Carabinieri sono al di sotto dei parametri stipendiali convenzionali di altre categorie di lavoratori pubblici e privati.

In attesa delle determinazioni che verranno assunte nel prossimo tavolo della Funzione Pubblica per la contrattazione degli emolumenti principali ed accessori del personale del Comparto Difesa e Sicurezza, il SIC vuole sottoporre all’attenzione di Lei, sig. Comandante Generale, la problematica relativa agli importi fissi indicati  nell’indennità accessoria dello straordinario che non hanno avuto variazioni proporzionali all’innalzamento, ormai insostenibile, dei costi della vita.

È risaputo, infatti, che,  a differenza degli altri Comparti Pubblici, quello del Comparto Difesa e Sicurezza risente maggiormente il gravame della pressione socio-economica in ragione degli stringenti vincoli imposti dallo stato giuridico dei suoi appartenenti.

Per fare solo un esempio, un Carabiniere svolge la propria attività lontano da ambienti familiari e originari, soffrendo più  di chiunque altro il peso di balzelli ed oneri relativi all’abitazione e all’assistenza familiare.

Per entrare nel concreto, gran parte dello stipendio del Carabiniere viene assorbito da affitti, utenze, spese scolastiche per i figli quando necessitate da ambienti ostili, spese di ricongiungimento a familiari e/o a coniuge, risultando inefficace il potere stipendiale attualmente percepito.

Anche le indennità accessorie che dovrebbero risultare di supporto non permettono un miglioramento della qualità socio-economica che l’appartenente alle Forze dell’Ordine deve fronteggiare, chiamato, più di ogni altro, al rispetto delle regole di civile convivenza.

L’istituto dello straordinario è stato introdotto nel 1990, stabilendo il diritto al recupero compensativo, ovvero al compenso in denaro, per le prestazioni rese in eccedenza rispetto all’orario di lavoro settimanale. Successivamente nel 2002 le nuove norme hanno stabilito che il compenso in denaro è la forma prioritaria di remunerazione rispetto al recupero compensativo.

Per ottenere il compenso in denaro, è necessario che:

– sia stata effettivamente resa la prestazione straordinaria;

– ci siano le disponibilità finanziarie;

– che non si superi il monte-ore annuo retribuibile.

Di contro, gli importi relativi alla ripartizione del lavoro prestato in regime straordinario risultano ancorati a parametri ormai desueti, di modo che  la remunerazione di un’ ora di lavoro straordinario risulta inferiore alla prestazione oraria percepita in altri Comparti Pubblici.

Ogni considerazione  al riguardo appare superflua e contraddittoria rispetto alla decantata rilevanza che l’Autorità Politica conferisce alle mansioni e alle prestazioni riconosciute al Comparto Difesa e Sicurezza.

Purtroppo, “i riconoscimenti non sfamano nessuno” .

Allo stato attuale, il Carabiniere percepisce, netto alla mano, euro 6,20 circa per un’ora di straordinario.

Non è più ammissibile tergiversare sui miglioramenti economici, ove si consideri che la professionalità del Carabiniere deve essere riconosciuta economicamente anche al fine di salvaguardare derive corruttive o ancor meno di rifiuto delle proprie responsabilità a cui oggigiorno la Società espone i Pubblici Ufficiali.

Il lavoro delle Forze di Polizia è particolarmente gravoso.

Succede spesso che occorra rimanere in servizio per fronteggiare una emergenza.

Il lavoro straordinario viene remunerato con un indennità che compensa il disagio di lavorare e quindi di stare lontani dalla famiglia oltre i limiti ritenuti “normali”.

Secondo quando previsto dalla normativa generale vigente (in particolare dall’art. 2108 del Codice civile, dall’art. 5 del D.lgs. n. 66/2003 e dall’art. 63 della Legge n. 121/1981) il lavoro straordinario deve essere autorizzato/disposto solo in presenza di condizioni che lo rendono effettivamente necessario e va remunerato con una maggiorazione della retribuzione di base.

Purtroppo, il lavoro straordinario nelle Forze di Polizia segue regole specifiche, rispetto al resto del lavoro pubblico e privato ed il Carabiniere non può sottrarsi all’obbligo di effettuare tale tipologia di prestazione.

Il personale presta sistematicamente e per lunghi periodi lavoro straordinario oltre i limiti e in assenza di risorse suppletive.

L’attuale scenario geopolitico internazionale consentirebbe di attingere legittimamente le risorse necessarie per i miglioramenti economici di specie dai fondi del PNRR ovvero da altri individuabili tra quelli a cui la Comunità Europea affida gli obiettivi di miglioramento della percezione di sicurezza dei cittadini.

Il SIC, nell’esclusivo interesse di tutelare i diritti ed il benessere dei propri Associati, in un clima di leale e fattiva collaborazione, chiede a Lei, sig. Comandante Generale, di farsi promotore presso l’Autorità Governativa delle suesposte doglianze, sollecitando adeguati proponimenti risolutivi, per non calpestare oltremodo  la dignità  ed il decoro dei Carabinieri che Lei autorevolmente rappresenta.

La presente mi consente di rivolgerLe un deferente saluto.

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Consultazioni elettorali anno 2024. Idoneità degli immobili individuati per ospitare i Carabinieri impiegati nella vigilanza fissa. Lettera al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

SIC/CG3-2024 Fluminimaggiore, 19.02.204

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Teo LUZI

OGGETTO: Consultazioni elettorali anno 2024. Idoneità degli immobili individuati per ospitare i Carabinieri impiegati nella vigilanza fissa.

Al solo fine di tutelare il benessere dei nostri Associati, in un clima di leale e fattiva collaborazione, segnaliamo le seguenti criticità.

In vista delle prossime consultazioni elettorali che interessano le regioni Sardegna, Umbria, Abruzzo, Basilicata e Piemonte, si chiede a Lei sig. Comandante Generale di sensibilizzare i Comandanti delle Legioni affinché si adoperino per assicurare decorose condizioni lavorative ai Militari impiegati nella vigilanza fissa degli immobili individuati per le operazioni di voto.

Il Ministero dell’Interno, nella scheda allegata, ha tracciato le linee guida per l’individuazione di immobili da destinare al funzionamento dei seggi elettorali, in alternativa all’ordinario utilizzo di strutture scolastiche.
Il documento indica i requisiti che devono essere osservati per la costituzione della “sala delle elezioni” (cioè dei locali all’interno dei quali sono costituiti i seggi) e per l’individuazione dei fabbricati che ospitano i seggi, allo scopo di assicurare un agevole accesso e deflusso degli elettori, l’adeguato allestimento delle cabine e la vigilanza da parte delle Forze dell’ordine.

Attualmente, sul territorio nazionale l’88% dei 61.562 seggi elettorali si trova all’interno di edifici scolastici. In particolare, sono edifici destinati alla didattica il 75% circa dei fabbricati che ospitano uno o più seggi.
Con il documento in premessa, il Ministero dell’Interno ha dato impulso alle iniziative avviate in occasione delle recenti consultazioni elettorali, con lo spostamento in sedi diverse dagli edifici scolatici di 1.464 sezioni elettorali distribuite in 471 comuni.
Lo spostamento si è reso necessario ed indifferibile per assicurare lo svolgimento delle operazioni di voto in edifici che hanno garantito ottimali livelli di sicurezza ed adeguate condizioni igienico-sanitarie.

In via esemplificativa sono stati indicati alcuni tipi di edifici che potrebbero ospitare sezioni elettorali, rispetto ai quali i comuni interessati dovranno verificare l’idoneità e il rispetto dei requisiti indicati nel documento stesso.
Questi edifici sono, per esempio, uffici comunali e sale consiliari; biblioteche e sale di lettura; palestre e impianti sportivi, comprese le palestre scolastiche, se il loro uso come seggio non impedisca l’attività didattica.
Altri fabbricati indicati possono essere centri e impianti polifunzionali; circoli ricreativi e sportivi; locali dopolavoristici; spazi espositivi e fieristici; ludoteche; ambulatori e altre strutture non più ad uso sanitario o spazi non più adibiti a mercati coperti.

Nel corso delle pregresse consultazioni si sono registrate numerose criticità per quanto attiene l’idoneità e la salubrità dei locali destinati al soggiorno temporaneo dei Militari impegnati nel delicato servizio di vigilanza fissa.
In particolare sono state segnalate gravi carenze, sotto il profilo igienico- sanitario, dei bagni che risultavano essere privi di acqua calda, bidè e di doccia.
In alcuni seggi risultava esservi un solo bagno che veniva utilizzato in modo promiscuo dai Militari e da tutte le persone che, a vario titolo, accedevano alle Sezioni elettorali.
In taluni casi, gli effetti letterecci risultavano inesistenti o vetusti o in numero non adeguato alla Forza Pubblica destinata a soggiornare nell’edificio individuato per le operazioni elettorali.

È inaccettabile che più Militari debbano, alternandosi, utilizzare il medesimo letto e lenzuola quando fruiscono dei periodi di riposo per il necessario recupero delle energie psicofisiche.

Siamo certi che il Suo autorevole intervento porterà alla risoluzione delle doglianze indicate, garantendo ai nostri Associati il necessario benessere ed ottimali condizioni lavorative che riducano i disagi derivanti da un servizio prolungato e gravoso quale è quello della vigilanza fissa al seggio elettorale.

La presente mi consente di rivolgerLe ossequiosi saluti.

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Rivolta contro i Carabinieri nel Cpr di Roma. Il SIC scrive al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

Fluminimaggiore, 05.02.2024


AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Gen. C.A. Teo LUZI

 

 

 

OGGETTO: Rivolta contro i Carabinieri nel Cpr di Roma

 

Nelle prime ore della mattinata di ieri, un ventiduenne, originario della Guinea, si è tolto la vita con un lenzuolo annodato a un cancello del Centro di permanenza per il rimpatrio di Ponte Galeria, a Roma.

Il ritrovamento del cadavere da parte di altri migranti ha fatto esplodere una rivolta tra gli ospiti.

Tanta la disperazione e la rabbia nel Cpr.

Grate e porte divelte, sassi e oggetti vari contro i Carabinieri e gli Agenti della Polizia di Stato.

Alla notizia dell’ennesimo suicidio si è scatenata una guerra fra una settantina di migranti e le Forze dell’ordine.

Un Sottufficiale dell’Esercito, ferito seriamente dal lancio di una pietra, è stato trasportato all’Aurelia Hospital.

Sei Carabinieri sono rimasti contusi.

Gli scontri sono proseguiti fino a sera con il tentativo di dare fuoco a una volante.

La rivolta è stata sedata a fatica e con il lancio dei lacrimogeni da parte degli Agenti del Reparto Mobile della Polizia di Stato in tenuta antisommossa.

Alla base delle proteste, il sovrannumero delle presenze e le precarie  condizioni igienico-sanitarie dovute anche ad una struttura  fatiscente che non è in grado di accogliere un numero così elevato di migranti e di garantire sicurezza agli Operatori di Polizia impegnati nel servizio di ordine pubblico.

La tensione ed i disordini verificatisi nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Ponte Galeria a Roma, spingono questa APCSM a richiedere a Lei, sig. Comandante Generale, il suo intervento per garantire migliori condizioni di lavoro per i Carabinieri impiegati nei Cpr d’Italia.

La sicurezza e l’incolumità dei Carabinieri devono essere garantite con assoluta priorità.

Non è ammissibile che le strutture individuate quali Cpr non riuniscano i requisiti minimi di sicurezza e di salubrità per garantire l’incolumità degli Operatori di polizia e condizioni decorose di vivibilità per gli stessi Operatori e per i migranti ospiti.

Occorre individuare con estrema urgenza idonee strutture che favoriscano migliori condizioni di convivenza tra i migranti.

Strutture dotate di sistemi di sicurezza passiva in grado di garantire l’incolumità dei Servitori dello Stato.

L’ennesima rivolta in un Cpr mette in discussione l’Apparato Sicurezza e, segnatamente, la congruità del personale impiegato nei vari servizi per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica.

In più occasioni, il Sindacato Indipendente Carabinieri ha chiesto l’immediato ripianamento degli organici delle Forze di Polizia.

Il SIC non smetterà di chiedere l’attuazione di ogni provvedimento idoneo a tutelare la sicurezza e l’incolumità dei propri Associati e migliori condizioni lavorative che accrescano lo stato di benessere dei propri iscritti.

Siamo fiduciosi nel suo autorevole  intervento presso le competenti Autorità governative per la tempestiva risoluzione delle criticità segnalate.

La presente mi consente di formularLe un deferente saluto.

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ROS, un’eccellenza dell’Arma dei Carabinieri. Necessario definire una indennità che ne riconosca e ne valorizzi la preparazione, la specializzazione e gli ineguagliabili risultati operativi conseguiti

Il SIC – Sindacato Indipendente Carabinieri, ha scritto al Ministro della Difesa e al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri evidenziando la sperequazione di trattamento economico che affligge una delle punte di diamante dell’Arma, ovvero i Reparti Operativi Speciali.
Il personale del ROS possiede una altissima professionalità info-investigativa, frutto di progressiva esperienza maturata in delicati ambiti criminali, ed ha conseguito negli anni risultati di portata storica, spesso a costo di alti sacrifici personali.
Un valore a cui fino ad oggi, a differenza di altri reparti, non viene attribuito un opportuno riconoscimento in termini di emolumenti.

LEGGI LA NOTA

Esigue risorse finanziarie per le Donne e gli Uomini in divisa…la Sicurezza del Paese può attendere! L’Amministrazione risponde al SIC

Lo scorso 3 Ottobre, il SIC aveva scritto al Ministro della Difesa e al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri (vedi la nota) evidenziando il perdurare dello stato di disagio economico in cui versa il Comparto Sicurezza e Difesa a cause delle carenze di fondi che rivalutino meritoriamente il lavoro delle Donne e degli Uomini in divisa.
Un lavoro con una remunerazione ai limiti della sopravvivenza.

La nostra nota giungeva alle Autorità poiché settimane prima della conferenza stampa in cui la Premier On. Giorgia Meloni ha annunciato importanti stanziamenti aggiuntivi per il rinnovo del contratto di lavoro riguardante le Forze dell’Ordine.

L’incremento dei fondi destinato al Comparto Difesa e Sicurezza è particolarmente apprezzato dal SIC.
Analogo apprezzamento rivolgiamo alla nostra Amministrazione per la risposta che ha voluto inviarci e che rendiamo qui disponibile.

LEGGI IL DOCUMENTO

Corso di specializzazione per “Addetto al Comando CC Tutela Agroalimentare”, a sette mesi dal termine ancora nessuna assegnazione per i Colleghi

Fluminimaggiore, 25 novembre 2023

AL COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
ROMA

OGGETTO: Benessere ed Interpellanza.

AL solo scopo di migliorare Le condizioni di benessere e Lavorative dei nostri iscritti e di tutti i Colleghi, con spirito costruttivo, il SIC segnala La seguente criticità che troverà una rapida risoluzione grazie al Suo intervento.
In data 28/12/2022, il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, con riferimento n. 295/5-1 Add. e Reg. di protocollo, ha indetto il corso di specializzazione per “Addetto al Comando CC Tutela Agroalimentare”, rivolto a 119 militari appartenenti ai ruoli Ispettori, Sovrintendenti, Appuntati e Carabinieri, ivi compresi I Carabinieri Forestali.
Il 09/03/2023 ha avuto inizio il corso che si è concluso con la specializzazione dei frequentatori, da destinare ai Reparti Carabinieri Agroalimentari già esistenti e agli istituendi nuclei di Bergamo, Bari, Verona, Oristano, Firenze, Avezzano e Reggio Calabria.
La predetta interpellanza, indetta per il potenziamento del Reparto di Specialità, come previsto dalla legge di bilancio dell’anno 2023, è stata fortemente voluta dal Ministro del M.A.S.A.F.
Il 27/04/2023, i Militari partecipanti al corso di specializzazione hanno terminato l’iter formativo e hanno fatto rientro nelle sedi di servizio di provenienza, in attesa dell’attivazione in tempi ristretti, degli istituendi Nuclei per il loro definitivo trasferimento per l’impiego nella specializzazione conseguita.
In data 12/06/2023, il Comando Generale Arma ha determinato il trasferimento dei Militari specializzati:
– con data certa nelle sedi preesistenti;
– “ad avvenuta attivazione” negli istituendi nuclei.
La succitata Legge di Bilancio 2023, art. 1 commi 666-667, prevede il potenziamento dei Reparti della specialità agroalimentare a decorrere dal mese di settembre 2023.
Alla data odierna, i Reparti di nuova istituzione risultano logisticamente
approntati.
A sette mesi dalla fine del corso di formazione, i 77 Carabinieri del ruolo normale e quelli della forestale, destinati agli istituendi nuclei, continuano a prestare servizio nei Reparti di origine e, paradossalmente, non hanno ricevuto alcuna informazione in merito al periodo in cui dovranno effettuare il trasferimento definitivo negli istituendi Nuclei, con l’insorgenza di problematiche che investono i Militari e le loro famiglie e specificatamente:
le iscrizioni scolastiche dei propri figli;
– le locazioni di immobili presso le località di nuova destinazione;
– l’organizzazione logistica correlata alla movimentazione del proprio nucleo
familiare presso i luoghi di destinazione.
Problematiche che hanno determinato notevole aggravio economico ed una forte insoddisfazione e demotivazione professionale.
Pertanto, nell’esclusivo interesse di tutelare il “benessere del personale” e le loro legittime aspirazioni, si chiedono notizie nel merito e segnatamente, sul ritardo nell’attivazione dei Nuclei di Bergamo, Bari, Verona, Oristano, Firenze, Avezzano e Reggio Calabria.
Colgo l’occasione per rivolgerLe un deferente saluto.

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Equipaggiamenti di protezione e di contrasto per i servizi di Ordine Pubblico. Il SIC scrive al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

Il SIC ha scritto al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri per sottoporre una serie di riflessioni tecniche, largamente condivise dagli operatori del settore, inerenti il miglioramento dell’efficienza operativa e l’innalzamento degli standard di sicurezza in materia di servizi di Ordine Pubblico.

Siamo certi che l’Amministrazione valuterà con la massima attenzione le proposte del SIC, formulate con spirito come sempre costruttivo e volte al miglioramento delle condizioni lavorative e dell’efficienza dei nostri iscritti e dei Colleghi tutti.

Benessere e sicurezza degli Operatori delle Squadre SIO e di O.P.. Difformità nell’attuazione delle disposizioni impartite

Fluminimaggiore  26  Ottobre 2023.

 

AL COMANDO GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
SM- Ufficio Relazioni Sindacali e Rappresentanza Militare

 

OGGETTO: Benessere e sicurezza degli Operatori delle Squadre SIO e di O.P.. Difformità  nell’attuazione delle disposizioni impartite

Al solo scopo di fornire una fattiva e leale collaborazione, tesa a migliorare la sicurezza ed il benessere dei propri Associati, si rappresentano le seguenti criticità segnalate dai nostri iscritti.
Il mantenimento dell’ordine pubblico non è soltanto un compito cruciale per chi è incaricato della sicurezza dei cittadini.

Alcune manifestazioni svoltesi negli ultimi mesi, raccomandano di non sottovalutare i segnali di disagio economico e sociale di larghi strati di popolazione, i problemi occupazionali legati alla chiusura e alla delocalizzazione di fabbriche, il malessere di precari, disoccupati e giovani, la pressione dell’immigrazione, che non possono essere considerati alla stregua di fenomeni fisiologici, frutto naturale della contingenza.
La storia e anche la cronaca ci ammoniscono che basta una scintilla a far esplodere la scontentezza e convertire il malessere in violenza.

La professionalità e la preparazione non si improvvisano ed è per questo che la formazione degli Operatori è essenziale per gestire nel modo migliore un evento pubblico sia dal punto di vista psicologico che da quello operativo.

Questa attività formativa è l’addestramento alle tecniche operative, che tiene conto della particolare realtà dei Reparti ovvero quella di operare in unità organiche denominate “Squadre di O.P.”  composte da 9 Operatori e da 1 Caposquadra e dotati di specifico equipaggiamento ed armamento individuale.

Gli Operatori sono sottoposti ad uno specifico addestramento che li pone in condizioni fisiche e psicologiche adeguate per sostenere situazioni a diretto contatto con i manifestanti.
Le loro particolari caratteristiche li candidano ad essere in prima linea anche nelle grandi emergenze.
La versatilità, la velocità di impiego e le capacità professionali dei singoli membri rendono la Squadra di O.P. la soluzione strategica più efficace e performante per contenere e contrastare qualsiasi manifestazione antisociale che  possa destabilizzare l’ordine e la sicurezza pubblica.

Questa APCSM è in possesso della nota n. 268/10 di prot.  2021 datata 25 ottobre 2022 della 1^ Brigata Mobile Carabinieri.
Nella nota vengono indicate  le peculiarità dell’addestramento formativo del personale dipendente della linea Mobile e, nel contempo, vengono sensibilizzati i Comandanti dei Reggimenti e dei Battaglioni sul corretto impiego  delle Squadre SIO e Squadre di O.P. per l’assolvimento dei loro compiti.

Nella missiva viene  ribadita l’importanza strategica di non frazionare  le Squadre impiegate nell’ordine pubblico perché la parcellazione vanifica la ratio di entrambi i dispositivi che sono stati concepiti per operare in amalgama, in cui gli elementi eterogenei si fondano in un’unica entità e funzione d’insieme.

Nella Capitale si rilevano delle difformità  nell’attuazione delle disposizioni impartite nella nota di cui sopra.
Due Operatori delle Squadre di O.P., nell’espletamento del servizio di ordine pubblico, sono costretti a permanere all’interno del veicolo militare per effettuare la vigilanza sulle pistole mitragliatrici assegnate temporaneamente.

Le pistole mitragliatrici, peraltro, non fanno parte dell’armamento previsto per lo svolgimento del servizio di ordine pubblico da parte delle stesse Squadre di O.P.
Le due pistole mitragliatrici alterano la funzionalità del dispositivo che registra una contrazione numerica degli Operatori da impiegare nell’emergenza.

I due Operatori costretti a rimanere  all’interno del veicolo militare ove custodiscono le armi lunghe non possono fornire il necessario supporto ai restanti membri della Squadra in situazioni di piena operatività.
È  superfluo affermare che in situazioni di emergenza i numeri fanno la differenza, determinando l’esito stesso dell’intervento.

Conoscendo la sensibilità e l’attenzione sulle problematiche afferenti la sicurezza e l’incolumità del personale che da sempre contraddistingue l’operato della nostra  Amministrazione, attendiamo fiduciosi un positivo riscontro nella risoluzione delle criticità segnalate.

L’occasione mi consente di rivolgere un ossequioso saluto.

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Benessere del Personale e sicurezza nei luoghi di lavoro. Specializzazione di Armaiolo ad incarico esclusivo

Fluminimaggiore, 22 ottobre 20223

 

AL COMANDO GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Ufficio Relazioni Sindacali e Rappresentanza Militare

OGGETTO: Benessere del Personale e sicurezza nei luoghi di lavoro. Specializzazione di Armaiolo ad incarico esclusivo.

Al solo scopo di fornire una leale e  fattiva collaborazione, finalizzata ad accrescere il benessere del personale e garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro degli Associati iscritti, evitando ulteriore carico di lavoro, questa APCSM, segnala che il personale in possesso della specializzazione di Armaiolo deve svolgere  le mansioni previste dalla pubblicazione “N. A-1 – ARMI ED ADDESTRAMENTO AL TIRO” con oggettive  difficoltà derivanti da duplice incarico“.

In estrema sintesi, si rappresenta che i militari Armaioli,  quotidianamente,  sono chiamati a svolgere molteplici mansioni a fronte  della maggiore frequenza delle esercitazioni di tiro.

Essendo una figura indispensabile come specificato nella pubblicazione A1 (capitoli 2 e 3 – PARTE PRIMA), il militare Armaiolo deve coadiuvare il Direttore di tiro, predisponendo l’armamento e il munizionamento durante le esercitazioni.

In particolare:
– appronta le armi di Reparto, effettuando le opportune verifiche prima, durante e dopo il tiro;

– ispeziona quelle individuali, accertandone l’efficienza;

– distribuisce il munizionamento necessario nell’esercitazione per l’armamento individuale e prepara, salvo diversa organizzazione del Reparto in addestramento, i caricatori per le armi di Reparto;

– comunica al Direttore di tiro lo stato e il lotto del munizionamento in uso, che dovrà poi essere annotato sull’apposito registro;

– si avvale dell’attrezzatura necessaria per correggere e/o riparare, se possibile anche sul posto o in galleria, eventuali difetti o malfunzionamenti delle armi.

Oltre alle esercitazioni giornaliere, risultano sempre più frequenti anche gli interventi tecnici e manutenzione alle armi, dovute al loro maggior utilizzo.

Le previste manutenzioni sono finalizzate al controllo dell’efficienza delle stesse (capitolo 12 – PARTE TERZA – CUSTODIA, MANTENIMENTO E TRASPORTO DELLE ARMI E DELLE MUNIZIONI).

Oggi  l’Armaiolo è effettivo nei Comandi Stazione/Compagnia a duplice incarico.

Il  militare, oltre ad assolvere l’incarico di “Armaiolo”, deve svolgere anche i servizi interni di militare addetto alla ricezione del pubblico ed esterni di pattuglia e/o perlustrazione, anche in fasce orarie serali/notturne, presso le Stazione ove sono effettivi o nella qualità di addetto/autista nei Nuclei Comando di Compagnia.

Il militare Armaiolo sovente termina il servizio di perlustrazione in tarda serata e, a distanza di poche ore, deve svolgere le mansioni in cui è specializzato presso il poligono, esponendolo a grave pericolo non avendo avuto modo di recuperare le energie fisiche che gli consentano di adempiere alle delicate funzioni di Armaiolo con la necessaria  e dovuta concentrazione che risulta essere maggiore allorquando vengono concessi i tempi per il pieno recupero delle forma psicofisiche.

Lo svolgimento del “duplice incarico” non consente al Militare di potersi dedicare,  in via esclusiva, all’impiego primario nel Reparto in cui è inquadrato, andando inoltre a gravare sulla programmazione dell’attività istituzionale e delle pianificazioni dei servizi, assolvendo  “in maniera secondaria” le attività della specialità, estesa anche alla gestione dell’intero ARMAMENTO e MUNIZIONAMENTO in dotazione ad un Comando Provinciale.

Qualora il Comando disponga di un poligono in sede, l’Armaiolo, considerata l’ovvia propensione, riveste anche l’incarico di “Assistente Tecnico/Addetto al Poligono”, con tutte le incombenze che ne discendono.

Questa APCSM chiede la possibilità di inquadrare la figura dell’Armaiolo in sede di Comando Provinciale/Territoriale, la cui sede coincide con il poligono a cielo chiuso, presso l’Ufficio Comando Provinciale con “incarico esclusivo, consentendo allo stesso di potere assicurare la continuità nell’impiego e di operare in totale  sicurezza.

Conoscendo la sensibilità e l’attenzione che da sempre distingue l’operato della nostra Amministrazione, attendiamo fiduciosi un cortese positivo riscontro.

Con incondizionata stima.

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