Presentato a Roma l’ultimo saggio storico di Stefano De Carolis, “L’Infame Legge – storia della Camorra in Puglia (1870-1914)”. Il SIC presente all’evento

Lo scorso 13 settembre il SIC, rappresentato dal Segretario Nazionale Nicola Centonze, ha partecipato alla presentazione del nuovo saggio storico di Stefano de Carolis: “L’Infame Legge – storia della Camorra in Puglia (1870-1914)”, edito per i tipi Giazira Scritture.

Un lavoro di ricerca durato 10 anni, che, anche attraverso il recupero e lo studio di documenti dall’altissimo interesse storico, ha inteso ricostruire “ab imis fundamentis” le origini della criminalità organizzata pugliese.

Stefano De Carolis, oltre che un amico e futuro Segretario del Direttivo SIC con delega agli Affari Culturali, è un ricercatore storico, sottufficiale dell’Arma dei Carabinieri specializzato nella Tutela del Patrimonio Culturale Nazionale presso il Mi-BACT di Roma, nonché giornalista pubblicista.

L’evento si è svolto nella prestigiosa cornice della sala stampa della Camera dei Deputati ed ha visto la presenza, oltre che del moderatore Daniele Rotondo (giornalista Rai Tg2), dell’On. Chiara Colosimo, del Sen. Avv. Francesco Paolo Sisto, dell’On. Ubaldo Pagano e del dott. Roberto Rossi, Procuratore Distrettuale Antimafia di Bari, Bat e Foggia, il quale ha sottolineato come analisi storiche quale quella condotta in questo lavoro possono aiutare la lotta alla criminalità di oggi, perché “certi modelli si ripropongono sempre” e “conoscerne la genesi consente di contrastarne il radicamento”.

A Stefano De Carolis i nostri complimenti e gli auspici per un lavoro sempre più proficuo e di successo.

Il SIC denuncia le condizioni di pericolo e di disagio dei carabinieri impegnati nella gestione dei flussi migratori

La situazione a Lampedusa diventa più critica di ora in ora.

Negli ultimi giorni gli sbarchi di migranti si contano a migliaia e le Forze dell’Ordine impiegate faticano a mantenere il controllo della situazione al molo e negli hotspot.

Inevitabili i momenti di estrema tensione, come quello verificatosi nella giornata di ieri, durante la distribuzione del cibo.
Diverse centinaia di migranti si sono accalcati per arrivare prima ai sacchetti distribuiti dalla Croce Rossa, tanto da costringere gli operatori delle Forze dell’Ordine ad effettuare delle cariche di alleggerimento, onde evitare il ferimento delle persone nella calca.

Di fronte a questa crisi, chiediamo a gran voce l’immediata applicazione di strategie di intervento efficaci.

Il flusso migratorio proveniente dalle coste del Nord Africa deve essere gestito da tutti i Paesi Europei in modo assolutamente paritario.

E’ inoltre essenziale che il Governo si adoperi repentinamente per la tutela dei Carabinieri e degli altri Operatori di Polizia impegnati nella gestione dei flussi migratori.

Non possiamo aspettare che si verifichino eventi ancora più gravi di quelli sinora verificatisi.

L’incolumità dei nostri colleghi non è  assoggettabile a compromessi o a ingiustificate lentezze burocratiche.

Il SIC esprime vicinanza ai Carabinieri che in queste ore stanno gestendo, con altissimo senso del dovere e  con spirito di sacrificio, l’emergenza migrazione a Lampedusa.

 

Incontro tra il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri e le APCSM iscritte all’Albo Ministeriale

Nel pomeriggio di ieri, presso la sede del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, il sig. Comandante Generale ha incontrato i Segretari Generali delle APCSM iscritte all’Albo Ministeriale.
Il Comandante Generale Teo Luzi ha accolto i Segretari Generali intervenuti all’incontro, dimostrando una spiccata sensibilità nell’ascolto ed una commendevole apertura al confronto.

Nella fase iniziale dell’incontro si è parlato della Legge 46/2022 e delle norme che disciplinano l’esercizio della libertà sindacale.

Il Generale Luzi, nel corso del suo intervento, si è soffermato sulla necessità di creare una proficua collaborazione tra l’Istituzione e le APCSM.
Il confronto tra Istituzione e APCSM risulta necessario e propedeutico per mettere in campo le strategie vincenti per la risoluzione delle problematiche di interesse collettivo.
Una interazione basata su un confronto leale, finalizzato alla creazione di migliori condizioni lavorative che devono garantire maggiore benessere per i Militari.

In occasione dell’incontro, il Segretario Generale del SIC-SINDACATO INDIPENDENTE CARABINIERI Luigi Crocifisso PETTINEO ha consegnato al sig. Comandante Generale un documento in cui sono illustrate alcune criticità che richiedono un tempestivo intervento da parte dell’Amministrazione.
Nel documento consegnato sono state trattate le seguenti problematiche:

1. TRATTAMENTO ALIMENTARE GRATUITO;

2. CLIMATIZZAZIONE DELLE CASERME;

3. SERVIZIO DI ORDINE PUBBLICO FUORI SEDE – TRATTAMENTO ALIMENTARE;

4. RIPIANAMENTO DEGLI ORGANICI;

5. ISTITUZIONE DEI NUCLEI PIANTONI PRESSO I COMANDI LEGIONE
Tale problematica è stata affrontata subitaneamente dal Comandante Generale che ha dato disposizione perché vengano rapidamente acquisiti gli elementi cognitivi per l’immediata risoluzione della criticità segnalata dal SIC;

6. RISCONTRO ALLE COMUNICAZIONI/SEGNALAZIONI INOLTRATE DALLE APCSM.

7. ATTUAZIONE DELLE CIRCOLARI EMANATE DAL COMANDANTE GENERALE RELATIVE AL BENESSERE DEL PERSONALE
(In particolare è stata rappresentata la non puntuale attuazione della pianificazione quindicinale dei servizi e la mancata programmazione bisettimanale dei riposi settimanali);

8. DISARMO DEI MILITARI IN ASSENZA DI PROVVEDIMENTI DELL’AUTORITA’ GIUDIZIARIA O DI AUTORITA’ SANITARIA;

9. RICHIESTA INGIUSTIFICATA DI UN INCREMENTO DEI SERVIZI ESTERNI A STAZIONI ” A MINOR IMPEGNO OPERATIVO” CHE SONO SOTTORGANICO (TURNI IN QUINTA);

10. RICOMPENSE AL PERSONALE – TRATTAMENTO NON PEREQUATIVO TRA MILITARI DI DIVERSO RUOLO;

11. ANTICIPO DA PARTE DEI MILITARI DI SPESE SANITARIE PER INFORTUNI OCCORSI IN SERVIZIO;

12. MANCATO COINVOLGIMENTO DELLE APCSM NELLE CERIMONIE MILITARI;

Il SIC esprime un sincero ringraziamento al sig. Comandante Generale per l’ammirevole attenzione dimostrata verso le APCSM e le problematiche segnalate.

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Il SIC presente alla Camera dei Deputati per la presentazione dell’ultimo saggio storico di Stefano De Carolis, “L’Infame Legge – storia della Camorra in Puglia (1870-1914)”

Mercoledì 13 settembre il SIC, rappresentato dal Segretario Nazionale Nicola Centonze, parteciperà con soddisfazione ed orgoglio alla presentazione del nuovo saggio storico di Stefano de Carolis: “L’Infame Legge – storia della Camorra in Puglia (1870-1914)”, edito per i tipi Giazira Scritture.

Stefano De Carolis, oltre che un amico e futuro Segretario del Direttivo SIC con delega agli Affari Culturali, è un ricercatore storico, sottufficiale dell’Arma dei Carabinieri specializzato nella Tutela del Patrimonio Culturale Nazionale presso il Mi-BACT di Roma, nonché giornalista pubblicista.

Nella prestigiosa cornice della sala stampa della Camera dei Deputati, l’autore presenterà la sua ultima fatica nel corso di un incontro moderato da Daniele Rotondo (giornalista Rai Tg2) e che lo vedrà dialogare con l’On. Chiara Colosimo (Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali), il dott. Roberto Rossi (Procuratore Distrettuale Antimafia di Bari, Bat e Foggia), il Sen. Avv. Francesco Paolo Sisto (Viceministro della Giustizia) e l’On. Ubaldo Pagano (componente della V Commissione parlamentare Bilancio, Tesoro e Programmazione).

A Stefano De Carolis i nostri complimenti e gli auspici per un lavoro sempre più proficuo e di successo.

11 Settembre 2001. Ventidue anni fa l’attacco terroristico che colpì la democrazia mondiale

Sono trascorsi ventidue anni dall’attentato più cruento della storia.
Questa data ha lasciato un immenso senso di perdita.
In quelle terribili ore dell’11 Settembre 2001 sono state recise le vite di oltre tremila persone. Madri, padri, figli, amici sono stati strappati per sempre all’abbraccio delle loro persone care. Vite spezzate da una follia omicida che ha reso reale qualcosa fino ad allora inimmaginabile: trasformare aerei di linea in missili per seminare morte e distruzione. Nel corso degli anni, tanti giovani sono cresciuti orfani e tanti genitori continuano a piangere i propri figli che non sono più tornati a casa.
Un attacco agli Stati Uniti ma al tempo stesso al mondo, all’umanità tutta. In quelle ore concitate e ancor più nei giorni successivi man mano che si precisava l’ampiezza immane della tragedia, il senso di smarrimento e di rabbia si diffondeva tra le persone. Il monito è “MAI DIMENTICARE” che oggi campeggia nelle menti di tutti.
Due parole che sono state ripetute infinite volte in questi ventidue anni, a rimarcare che la memoria non può e non deve venire meno quando il dolore è così grande.
Di quel giorno resta anche indelebile il senso del sacrificio, la testimonianza di chi ha dato la propria vita per salvare quella altrui.
Una eredità amara quella dell’11 settembre 2001.
A livello globale è il senso di insicurezza e paura con cui oggi ci si è, in qualche modo, abituati a convivere.
Prendere un aereo non è più una “cosa normale” da quel giorno in poi.
Sono cresciuti in questi ventidue anni movimenti xenofobi e anti-migratori, effetto collaterale di una instabilità che era proprio tra gli obiettivi di chi ha portato l’attacco al cuore degli Stati Uniti e nel mondo civilizzato.
A ventidue anni di distanza, è ancora valido il motto “Uniti stiamo in piedi” che divenne la risposta spontanea dei cittadini di New York all’orrore vissuto l’11 settembre 2001. Negli anni, quel motto ha assunto un significato sempre più ampio e profondo.
Stare in piedi insieme nonostante i tentativi di “buttare giù” la nostra comune umanità. Oggi quell’appello all’unità, alla “fraternità umana” deve essere imperativo per una Società che vuole definirsi evoluta e civile.
IL SIC – SINDACATO INDIPENDENTE CARABINIERI non dimentica le migliaia di Uomini e Donne che sono morti in nome della libertà da ogni forma di terrorismo e gli atti di eroismo compiuti dai tanti soccorritori accorsi nei luoghi delle stragi.
Un terrorismo che deve essere annientato perché rallenta il processo evolutivo degli esseri umani verso la Pace globale.

Rocambolesco inseguimento di ladri d’appartamento ad ostia, altri due Carabinieri feriti

Nel pomeriggio di ieri Ostia è stata lo scenario di un rocambolesco inseguimento tra i Carabinieri del NORM e quattro malviventi di origine sudamericana, che avevano appena messo a segno un furto in appartamento.

Le pattuglie dei Militari hanno immediatamente intercettato l’auto dei malviventi, i quali, prima di essere bloccati e arrestati, hanno intrapreso una folle fuga che ha messo a repentaglio l’incolumità di numerosi cittadini.

Purtroppo, durante l’inseguimento, una delle vetture dei Carabinieri è andata a scontrarsi contro un albero.
I due Carabinieri che si trovavano a bordo, a causa delle lesioni e dei traumi riportati, sono stati trasportati presso la struttura ospedaliera “Grassi” di Ostia.

Il SIC-SINDACATO INDIPENDENTE CARABINIERI, già intervenuto nei giorni scorsi per evidenziare l’aumento esponenziale dei reati predatori nella Capitale, continua a segnalare il crescente pericolo cui sono esposti gli operatori delle Forze dell’Ordine, il cui ferimento, come in questo caso, determina tra l’altro un ulteriore contrazione degli organici, già da tempo numericamente inadeguati per contrastare questa dilagante criminalità.

Il SIC esprime vicinanza ai Colleghi feriti, augurando loro una pronta guarigione.

Ennesimo successo operativo dei Carabinieri della Compagnia di Quartu Sant’elena (CA). Il SIC esprime il suo plauso ai carabinieri di Sestu

Nella prima mattinata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Sestu, Compagnia di Quartu Sant’Elena, hanno tratto in arresto un pregiudicato di Elmas che, poco prima, aveva aggredito una donna per impossessarsi del denaro appena prelevato presso un ATM.

La vittima è stata trascinata sull’asfalto dal rapinatore che si è poi dileguato. I Militari, prontamente intervenuti, acquisivano la descrizione sommaria dell’uomo riuscendo in pochi minuti a rintracciarlo e catturarlo.

Quest’ultimo arresto, unitamente a quello per l’omicidio dell’imprenditore di Quartu Sant’Elena, dimostra l’eccellente professionalità e capacità investigative dei Carabinieri della Compagnia di Quartu Sant’Elena e delle Stazioni dipendenti.
La conoscenza approfondita del territorio da parte dei Carabinieri di Sestu è stata determinante.

Il SIC-SINDACATO INDIPENDENTE CARABINIERI esprime il suo plauso ai Carabinieri della Stazione di Sestu per l’eccellente risultato operativo conseguito.

Guasila (VS), cane di grossa taglia semina il terrore e poi azzanna uno dei Carabinieri intervenuti

Nella serata di ieri, a Guasila (VS), un cane di grossa taglia, solo e sprovvisto di microchip, ha invaso il giardino di un’abitazione terrorizzando la proprietaria, che si è prontamente barricata in casa per allertare il 112.

Prima di essere catturato e sedato, l’animale ha azzannato uno dei Carabinieri intervenuti, causandogli gravi ferite alla mano sinistra, che hanno richiesto il suo trasporto presso l’Azienda Ospedaliera “G. Brotzu”.

Si cerca ora il proprietario dell’animale.

Il SIC-SIC-SINDACATO INDIPENDENTE CARABINIERI esprime vicinanza al Militare ferito, augurandogli una pronta guarigione.

Il SIC ricorda l’eccidio del Gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa, di sua moglie Emanuela Setti Carraro e dell’Agente di scorta Domenico Russo

Il 3 settembre 1982 il Prefetto di Palermo e Generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’Agente di scorta Domenico Russo persero la vita in uno dei più violenti agguati mafiosi del nostro Paese.

L’auto dove viaggiavano le tre vittime, l’Autobianchi A112, fu dilaniata da una violenta scarica di colpi esplosi da un Kalashnikov AK47.
I killer scelsero, infatti, un’arma da guerra per mettere a tacere per sempre un coraggioso Servitore dello Stato, troppo scomodo per cosa nostra.

Per Dalla Chiesa “l’arroganza mafiosa doveva cessare” e in tempi brevi. Al Generale bastarono poco più di 100 giorni nella Prefettura di Palermo per dare voce alla speranza dei palermitani onesti. Una speranza che durò pochissimo perché cosa nostra, attraverso i sicari di via Carini, fece ripiombare i cittadini nell’orrore delle stragi e della violenza criminale.

La mafia, che aveva già compiuto tanti crimini efferati uccidendo magistrati e politici, voleva chiudere il cerchio degli uomini onesti e difensori della Legge, proprio con la morte di Dalla Chiesa, inviato a Palermo all’indomani dell’omicidio del sindacalista Pio La Torre.
Lo Stato italiano, dopo la tragica morte di Dalla Chiesa, dovette fare i conti con l’amarissimo rimpianto di non avergli mai concesso i pieni poteri, che il Generale chiedeva a gran voce per combattere cosa nostra.

Il Prefetto inviato in Sicilia per combattere la mafia dopo anni di lotta al terrorismo conclusi con gli arresti dei vertici delle Brigate Rosse, fu ucciso prima di ottenere i poteri necessari per distruggere la malavita organizzata.

Sono passati 41 anni da allora e ci sentiamo investiti sempre di una grande responsabilità che è quella di mantenere viva la memoria di un grande uomo, di un difensore della giustizia, medaglia d’oro al valore civile.

Un uomo che di valori civili ha riempito il nostro Paese negli anni in cui terrorismo e mafia lo deturpavano insieme e senza alcuna pietà.
Il 3 settembre siamo tutti chiamati a ricordare ed il SIC-SINDACATO INDIPENDENTE CARABINIERI ricorda la figura straordinaria del Generale Dalla Chiesa, perché le Istituzioni continuino a portare avanti tutte le iniziative finalizzate alla legalità e alla costruzione di una forte e autentica coscienza civile.

È assolutamente necessario che si continui a ricordare e a parlare del ruolo attivo dei cittadini, affermando i valori della legalità che hanno ispirato l’operato del Generale Dalla Chiesa, Servitore mirabile dello Stato.

Agguato a Don Antonio Coluccia, il sacerdote che predica la legalità nelle periferie di Roma. La vicinanza del SIC

Nella tarda serata di ieri, a Roma, nel quartiere periferico di Tor Bella Monaca, si è consumata una vile aggressione ai danni di Don Antonio Coluccia, il sacerdote fondatore dell’Opera Don Giustino, conosciuto come il “prete antimafia”.

Solo grazie alla pronta reattività degli Agenti di Polizia addetti alla sua scorta l’attentato non ha avuto conseguenze estreme.

Don Antonio Coluccia da fastidio alla criminalità organizzata perché porta concretamente un messaggio di amore e di speranza del Vangelo tra gli “ultimi”, ovvero quelli che nel senso di abbandono materiale e morale rischiano di perdersi.

L’aggressione a questo uomo straordinario va interpretata come un attacco allo Stato, che deve reagire per sradicare e smantellare da ogni periferia urbana qualsiasi sodalizio criminale.

Il SIC-SINDACATO INDIPENDENTE CARABINIERI esprime vicinanza a Don Antonio Coluccia e lo ringrazia per la incrollabile perseveranza nella lotta ad ogni forma di illegalità.