Emergenza immigrazione, condizioni lavorative disagevoli per i Carabinieri impiegati nella gestione dei flussi migratori. Lettera al Comandante Generale

Egregio sig. Comandante,

il SIC SINDACATO INDIPENDENTE CARABINIERI, sempre nell’ottica di voler migliorare le condizioni lavorative dei propri associati, vuole sottoporre alla sua attenzione le condizioni disagevoli in cui operano i Carabinieri chiamati a fronteggiare i flussi migratori nel territorio nazionale.

Dal 01 Gennaio al 30 Agosto 2023 di quest’anno il Viminale ha registrato sulle coste italiane lo sbarco di 113.890 migranti di cui 10.727 minori non accompagnati.
Nello stesso periodo del 2022 furono 57.064 i migranti sbarcati di cui 14.044 minori non accompagnati.

Un flusso in costante crescita, confermato anche dagli arrivi degli ultimi giorni.

Nelle sole giornate del 25 e 26 Agosto 2023 sono sbarcati nelle coste italiane interessate dal fenomeno migratorio complessivamente 5.355 migranti. Ogni giorno arrivano a Lampedusa centinaia di migranti e, nonostante si siano intensificati i trasferimenti verso la Sicilia, l’hotspot continua a ospitare più persone di quelle che potrebbero esserci.

Il tutto sulle spalle delle forze dell’ordine e in particolare sui Carabinieri. Oltre ad operare in emergenza costante, i Carabinieri sono costretti ad operare in condizioni disagevoli per effettuare i trasferimenti da Lampedusa agli altri centri per migranti dislocati sulla terraferma. I Carabinieri impegnati nella gestione degli sbarchi a Lampedusa e nei trasferimenti dei migranti dal mare alle coste italiane sono sottoposti a turni di servizio massacranti, senza interruzione per riposare.

In base ai dati del Viminale attualmente sul territorio italiano sono presenti ‘in accoglienza’ complessivamente 128.902 immigrati di cui 92.555 in centri di accoglienza e 35.075 in quelli Sai. La regione con il maggior numero di presenze nelle strutture è la Lombardia (16.232) pari al 13% seguita dall’Emilia-Romagna (12.458) e dal Lazio (11.217).

L’Arma dei Carabinieri è chiamata a impiegare un nutrito contingente di Militari per gestire, unitamente alle altre Forze di Polizia, questa incessante emergenza socio-umanitaria.
Il SIC-SINDACATO INDIPENDENTE CARABINIERI si è sempre dichiarato vicino ai Carabinieri e vuole porre alla Sua attenzione ciò che nelle varie Testate giornalistiche non viene minimamente menzionato ovvero che tanti Carabinieri sono impiegati in turni di servizio che, talvolta, coprono le 24 ore consecutive, per fronteggiare l’emergenza migrazione.

Gli sbarchi non sono mai preannunciati e, pertanto, i Militari sono costretti a sostenere estenuanti orari di lavoro in condizioni di estremo disagio, accentuato, in questi ultimi mesi, anche dalle elevate temperature. L’immigrazione clandestina, sotto il profilo dell’ordine e sicurezza pubblica assume carattere di priorità e non può essere sottodimensionata. Il numero di appartenenti alle Forze di Polizia impiegate nell’emergenza migratoria risulta essere inadeguato.

La deficitaria forza organica nell’Arma dei Carabinieri determina condizioni lavorative di assoluto disagio per il personale in servizio. I Militari sono costretti a sostenere turni lavorativi estremamente gravosi che hanno ripercussioni sul loro stato di salute e, soprattutto, sulla serenità psichica che deve avere chiunque è chiamato a tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica nel nostro Paese.

Al fine di salvaguardare il benessere dei propri Associati e per garantire loro migliori condizioni lavorative, questa APCSM chiede a Lei, Sig. Comandante, il suo autorevole intervento presso il Governo per il ripianamento degli attuali quadri organici.
Il SIC ringrazia tutti i Carabinieri che quotidianamente operano in condizioni disagevoli per la difesa dello Stato e la tutela dei cittadini.

Con incondizionata stima.

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Le aggressioni alle divise sono un fenomeno sempre più preoccupante e in forte crescita. Non vogliamo più subire! Il SIC scrive al Presidente del Consiglio

Al Presidente del Consiglio
On.le Girorgia Meloni

e p.c. Al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

OGGETTO: Le aggressioni alle divise sono un fenomeno sempre più preoccupante e in forte crescita. Non vogliamo più subire!

Egregio Presidente del Consiglio,
Il SIC – SINDACATO INDIPENDENTE CARABINIERI denuncia le interminabili aggressioni in danno degli appartenenti alle Forze di Polizia.

“NON VOGLIAMO PIÙ SUBIRE”.

Ormai la violenza contro gli Operatori di Polizia rischia di diventare la normalità e ciò che diventa normale non viene attenzionato.

“SERVE UN CHIARO SEGNALE”.

Sono numerose le aggressioni alle Forze di polizia durante le attività di controllo sulle strade e del territorio. Le aggressioni che hanno provocato lesioni refertate al pronto soccorso sulle Donne e gli Uomini in divisa durante i controlli su strada, nel solo anno 2022, sono stati 2.678 , pochi di più dell’anno precedente, 2.655 (+0,9%).
Nel 2022 il maggior numero di aggressioni ha riguardato la Polizia di Stato con 1.289 episodi, pari al 47,2%, in diminuzione rispetto al precedente 49,5%; viene poi l’Arma dei Carabinieri con 1.054 (38,6%). L’emergenza continua con la Polizia Locale, con 241 aggressioni pari all’8,8%, in leggerissimo calo rispetto al 9% dell’anno prima. Il 5,4% ha riguardato altri corpi. Il 42,6% delle aggressioni è avvenuto nelle regioni del nord, il 30,4% al sud e il 26,9% al centro.
Ben 981 violenze hanno visto come protagonisti stranieri (36,6%).
In 737 attacchi (27,5%) l’aggressore è poi risultato positivo all’assunzione di alcoolici e/o stupefacenti.
In 470 aggressioni (17,5%) è stata utilizzata un’arma propria o impropria: bastoni, oggetti o la stessa vettura utilizzata per travolgere l’agente.

L’opinione pubblica non è sufficientemente informata e la stessa politica sembra non averne esatta percezione. L’applicazione delle leggi è spesso interpretata in modo sfavorevole per il complesso lavoro di contrasto delle forze dell’ordine.

Posizione preoccupante che rischia di innescare una latente demotivazione degli operatori di polizia.
Del dilagare della violenza contro le divise in tutto il territorio nazionale dovrebbero invece preoccuparsi per primi i cittadini, ancor più degli agenti e carabinieri, perché dopo l’argine delle divise ci sono i cittadini come destinatari e vittime di una violenza sempre più tracotante e ormai di fatto quasi impunita.
Questa Associazione sindacale esprime ancora una volta solidarietà totale alle forze di polizia quando svolgono con correttezza la loro difficile funzione.
Urge istituire un Gruppo di lavoro in cui partecipino tutte le Associazioni di categoria per la revisione dell’attuale impianto normativo e per inasprire le pene per chi aggredisce l’Operatore di polizia.

Pretendiamo che il Governo si faccia subito promotore per fermare questa emergenza. L’attuale normativa non funziona da deterrente, perché le sanzioni previste sono troppo lievi. Oggi assistiamo che si colpisce per far male, cercando lo scontro intenzionalmente.
I casi di violenza, ormai, sono esplosi. Assistiamo ad una vera e propria “mattanza”.

In moltissimi casi, coloro che hanno aggredito fisicamente gli Operatori di Polizia sono stati denunciati in stato di libertà e, cosa ancora più grave, condannati a pene lievissime, con il beneficio della sospensione dell’esecuzione della pena.

Questa escalation di violenza spinge il SIC a rivolgere a Lei sig. Presidente del Comsiglio On. Giorgia Meloni l’accorata richiesta di rivedere la vigente normativa con l’inasprimento delle pene, prevedendo l’ arresto obbligatorio per chiunque si renda responsabile di violenza in danno di Pubblico Ufficiale quando questa viene perpetrata con armi o strumenti idonei ad arrecare offesa.

Le Forze di Polizia rappresentano lo Stato e hanno il compito di garantire la sicurezza.
Se vengono attaccate e non sono tutelate, come possono svolgere serenamente il loro lavoro?.
Il problema della tutela è reale.
Molti Operatori di Polizia si sentono sotto pressione e hanno paura di sbagliare, di finire a loro volta sotto processo.

“IL CARABINIERE NON È UN ROBOT”.

Tanto che alcuni, pochi fortunatamente, anche se vengono pesantemente insultati sono indotti a guardare dall’altra parte, a lasciar correre.
Sì, sta cominciando a mancare la fiducia. Ed è un fatto grave, perciò è urgente intervenire subito a livello legislativo.
Constatiamo un momento fortemente negativo e un evidente rischio, non solo per le Forze di Polizia, ma anche per molte norme di comportamento condivise. Tanti, troppi ragazzi sono allo sbando, non hanno più nella famiglia un punto di riferimento, si fanno trascinare dal gruppo, dal “branco”, e finiscono per mettersi nei guai.

I Carabinieri sono tra coloro che cercano di arginare certi comportamenti e sono, quindi, visti come antagonisti, come autorità da contestare.
La violenza sportiva sta crescendo a ritmi evidenti. Non passa fine settimana senza tafferugli fra tifosi.
Il rischio per le Forze di Polizia è sempre presente.
Bastonate, lanci di bottiglie, pietre, coltelli.
Davanti agli stadi accade di tutto.
La volontà da parte di chi aggredisce un Operatore di polizia è di far male.

Il SIC è certo che vi sarà un tempestivo intervento da parte del sig. Presidente del Consiglio On. Giorgia Meloni per arrestare questo allarmante fenomeno che rischia di destabilizzare l’ordine e la sicurezza pubblica nella nostra Nazione.

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Criminalità minorile, istituire un Tavolo interministeriale per lo sviluppo di iniziative di contrasto al fenomeno. Il SIC scrive ai Ministri della Repubblica

Al Signor Ministro della Difesa
On.le Guido Crosetto

Al Signor Ministro dell’Interno
Prefetto Matteo Piantedosi

Al Signor Ministro della Giustizia
On.le Carlo Nordio

Al Signor Ministro dell’Istruzione e del Merito
Senatore Giuseppe Valditara

Al Signor Ministro dell’Università e della Ricerca
Senatrice Anna Maria Bernini

Al Signor Ministro della Cultura
On.le Gennaro Sangiuliano

Al Signor Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
On.le Marina Elvira Calderone

Al Signor Ministro della Salute
Senatore Orazio Schillaci

Al Signor Ministro dell’Economia e delle Finanze
On.le Giancarlo Giorgetti

e p.c.

Al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri
Gen.le C.A. Teo Luzi

Oggetto: Criminalità minorile. Il SIC chiede l’istituzione di un Tavolo interministeriale per lo sviluppo di iniziative di contrasto al fenomeno.

Egregi Ministri,
alcuni episodi di violenza giovanile avvenuti in queste settimane in diversi comuni italiani rappresentano una vera e propria emergenza sociale che necessita di interventi radicali e risolutivi da parte dello Stato.
Un disagio giovanile che assume carattere di emergenza nazionale.
Tutti questi episodi, infatti, hanno visto l’individuazione e la denuncia dei minori responsabili.
La questione va affrontata però in tutti i suoi aspetti, coinvolgendo le politiche giovanili, i servizi educativi, i servizi sociali e il mondo dello sport.
Il problema principale è legato alle famiglie che spesso ignorano la “seconda vita” dei propri figli. L’educazione deve partire innanzitutto dai genitori per poi essere supportata da tutti i servizi e attività che lo Stato può fornire.
Purtroppo, il disagio giovanile è cresciuto esponenzialmente e bisogna intervenire non solo con maggiori controlli da parte delle Forze di Polizia ma anche in termini di prevenzione e aiuto a questi giovani.
Al giorno d’oggi, sempre più spesso si parla di un fenomeno piuttosto allarmante che ha come protagonista la “devianza minorile”.
Nel termine “devianza” sono ricomprese una serie di condotte che non integrano necessariamente la commissione di fattispecie di reato ma possono anche infrangere regole sociali, morali e di costume; in questi termini la “devianza” si distingue dalla “delinquenza” in quanto, come concetto, risulta più esteso.
Si tratta di un fenomeno multifattoriale, particolarmente complesso ed articolato, che trae origine da condizioni individuali e sociali diversificate ed interagenti. Spesso è il frutto del connubio tra fattori psicologici derivanti da disturbi propri del comportamento e della socializzazione e da fattori “acquisiti” legati al contesto familiare, spesso di indigenza, all’educazione ricevuta, all’assenza di valori morali ed alla carenza culturale derivante anche da diffusa discontinuità od abbandono scolastico.
Tali condotte, infatti, sovente traggono origine dal contesto familiare e sociale in cui vive l’autore nonché dal suo stile di vita, maturando in situazioni di gravi disagi e difficoltà relazionali.
Spesso l’ambiente in cui il soggetto nasce, cresce e sviluppa la propria coscienza, non è caratterizzato da modelli esemplari di una società sana e dedita alla legalità; in tali contesti la delinquenza non viene percepita come tale, con tutte le conseguenze che la stessa comporta, apparendo, al contrario, l’assoluta normalità del contesto di vita.
Non di rado, infatti, è proprio la famiglia ad alimentare, quantomeno attraverso il “cattivo” esempio, i propositi criminali del giovane ed è forte l’influenza negativa delle figure adulte di riferimento.
In un ambiente così caratterizzato, l’agire violento, appreso in famiglia per imitazione, viene “naturalmente” esportato in seguito nell’ambiente esterno.
Forme di devianza minorile vengono, altresì, alimentate dal sempre più frequente ricorso al mondo del web sia attraverso i social media, ove non sono rari account e profili che diffondono messaggi ispirati all’illegalità, sia attraverso giochi violenti, particolarmente di tendenza e diffusi sulle console.
In tutti i quotidiani si parla frequentemente di baby gang come criminalità epidemica, i cui tratti distintivi sono costituiti dall’operare in gruppo degli autori dei reati minorenni, anche se al di fuori dei contesti di criminalità organizzata, e dal tasso di violenza utilizzato nei confronti delle vittime, generalmente elevato e, comunque, del tutto sproporzionato rispetto al movente, futile e persino degradante a mero pretesto.
Questi sono i tratti caratteristici delle forme di criminalità giovanile associativa che, a livello nazionale, hanno assunto la denominazione di “baby gang”. Tale accezione è sorta, infatti, per inquadrare specifiche forme di devianza minorile di tipo associativo che si caratterizzano per l’estrema violenza con cui i giovani realizzano le varie condotte illecite.
Nelle baby gang i membri, frequentemente, attribuiscono al gruppo anche un nome al fine di darsi una connotazione identitaria.
Tra i componenti esiste, infatti, un marcato senso di unione ed una forte coesione interna in quanto il gruppo rappresenta un punto di riferimento per l’adolescente che ivi vi condivide esperienze, valori, linguaggio, comuni sentimenti di disagio,
trovando, altresì, nella gang, lo stimolo all’aggressività come metodo di sfogo e compensazione.
La finalità di prevenzione e contrasto delle fenomenologie delittuose che coinvolgono i minori si è tradotta in molteplici iniziative apprestate dalle Forze di polizia.
Tali iniziative, per una maggiore efficacia sia in termini preventivi sia di contrasto, richiedono un’azione corale e congiunta, non soltanto al livello di Forze di polizia ma da parte di tutte le componenti “sane” della società che, spesso, hanno maggiore consapevolezza delle varie situazioni in essere.
Le Forze di Polizia hanno dimostrato di essere consapevoli del fondamentale compito a supporto dei genitori e delle Istituzioni scolastiche, con cui si impegnano ad operare sinergicamente per seminare gli anticorpi della legalità tra i ragazzi.
Già da tempo, si assiste, infatti, a forme di collaborazione interistituzionale, in particolare con le Istituzioni scolastiche, per promuovere l’educazione e la formazione dei giovani verso la cultura della sicurezza e della legalità.
Sono stati avviati molti programmi in ambito nazionale e locale, anche in partnership con altre Istituzioni, che hanno coinvolto gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado.
L’Arma dei Carabinieri, nell’ambito del progetto “Diffusione della cultura della legalità tra i giovani”, collabora con i responsabili degli Istituti scolastici, realizzando una campagna annuale di incontri con gli studenti delle scuole medie e superiori di tutto il territorio nazionale per la prevenzione dei fenomeni criminali che coinvolgono i minori, svolgendo conferenze su tematiche specifiche come la devianza giovanile, il bullismo, lo stalking, il femminicidio, la pedopornografia, nonché sui rischi connessi all’uso di internet, la ludopatia, le problematiche che scaturiscono dall’uso di droghe ed alcool, il rispetto della diversità e della minore abilità, l’infiltrazione mafiosa nel tessuto socio-economico e la tutela dei diritti civili, politici, sociali e culturali.
Inoltre, costituisce linea d’azione prioritaria dell’Arma la partecipazione ai progetti integrati sviluppati dalle Amministrazioni locali nonché l’adesione, a livello nazionale e locale, a protocolli d’intesa volti a rafforzare, sul piano educativo e formativo, le misure di prevenzione e di gestione delle situazioni di disagio sociale dei giovani, avuto riguardo ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, nel rispetto della normativa di riferimento.
L’obiettivo di tutte queste iniziative è, quindi, quello di sviluppare nei giovani la consapevolezza che il web può essere pericoloso sostenendo, al tempo stesso, insegnanti e famiglie nel guidare i nativi digitali ad avere un rapporto equilibrato con i dispositivi che utilizzano.

L’idea del SIC è quella di portare ad un nuovo livello le strategie sinergiche che, fino ad oggi, hanno permesso di costruire la cooperazione tra diverse Amministrazioni ed Istituzioni locali, istituendo un Tavolo interministeriale per lo sviluppo di protocolli d’intesa ed iniziative volti al contrasto dei fenomeni prima analizzati ad un livello nazionale.
Certi di una attenta valutazione da parte delle SS.LL., si porgono i più rispettosi saluti.

Fluminimaggiore, 27 Luglio 2023

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Valledoria (SS), ennesima aggressione in danno dei Carabinieri. SI ASSEGNI URGENTEMENTE IL TASER AI MILITARI DELL’ARMA TERRITORIALE. Risposta dell’Amministrazione

L’Amministrazione ha risposto alla nostra nota dello scorso 21 Giugno, nella quale, a fronte del reiterarsi di aggressioni ai danni dei nostri colleghi, chiedevamo al Comandante Generale di volere disporre l’assegnazione del TASER a tutti i Militari dell’Arma territoriale.

LEGGI LA RISPOSTA

Non si cancelli il ricordo del luogo della strage di “Perde Semene” in Chilivani (SS). Il SIC scrive al Comandante generale

Fluminimaggiore (CA), 13 luglio 2023

AL SIGNOR COMANDANTE GENERALE
DELL’ARMA DEI CARABINIERI

OGGETTO: Medaglie d’oro al valor militare Appuntato Ciriaco Carru e Carabiniere Scelto Walter Frau, alla memoria. Non si cancelli il ricordo del luogo della strage di “Perde Semene” in
Chilivani (SS).

Egregio Comandante,
come riportato nelle prime righe dell’articolo del quotidiano La Nuova Sardegna del 12 luglio 2023, “il ricordo si coltiva dalle radici, partendo dai luoghi, dal rispetto che si deve a chi ha
dato la propria vita per difendere i diritti e la legalità”. Questa APCSM si è sempre dimostrata particolarmente vicina ai familiari di chi ha dato la propria vita per servire lo Stato.
Le Vittime del Dovere, quali servitori dello Stato, rappresentano il prezioso patrimonio etico della nostra Nazione poiché hanno, spesso consapevolmente, donato la propria vita per affermare i principi di legalità e giustizia.
Ad oggi, sia l’Anas sia il Comune di Ozieri (SS) non hanno dato alcuna risposta alle richieste delle famiglie dei militari uccisi sulla realizzazione di un’area di sosta nella nuova strada Sassari-Olbia, nei pressi del monumento eretto a memoria della strage di Chilivani del 16 agosto 1995, dove vennero barbaramente trucidati l’Appuntato Ciriaco Carru ed il Carabiniere Scelto Walter Frau.
Risulta che sia stato interessato anche l’ufficio preposto della Regione Autonoma della Sardegna che, a tutt’oggi, non ha fornito risposta.
Una minore attenzione e sensibilità a quanto richiesto ferisce una volta di più i familiari e congiunti dei militari caduti e la stessa Arma dei Carabinieri, e, soprattutto, offende ed umilia la coscienza civile della comunità sarda che, al pari di quella nazionale, vede nell’Arma dei Carabinieri una Istituzione – Simbolo dello Stato a difesa e al servizio del cittadino.
Uno Stato che dimentica chi lo ha servito fino all’estremo sacrificio o, ancora, si limita ad affermazioni di vuota e generica retorica in occasione di cerimonie funebri o commemorazioni ufficiali, non può considerarsi credibile e meritevole della fiducia dei cittadini se non ritenga necessario ed urgente accogliere la richiesta formulata dai familiari dei due Carabinieri uccisi a Chilivani (SS).
Il SIC chiede a Lei Sig. Comandante un intervento presso i competenti uffici ministeriali per la tempestiva risoluzione di quanto segnalato, perché il sacrificio dei nostri Colleghi sia degnamente ricordato.

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Lago Omodeo (Abbasanta), esercitazioni di tiro a quasi 40° sotto il sole. Il SIC scrive al Comandante Generale

Oggetto: Lago Omodeo (Abbasanta), esercitazioni di tiro a quasi 40° sotto il sole

Egregio Comandante,
come Associazione Sindacale ci siamo prefissati quale obiettivo primario quello di tutelare gli interessi dei nostri colleghi, non per ultimi quelli riguardanti la loro incolumità ed il loro benessere fisico.

Questa Segreteria Nazionale ha appreso che in data 07 luglio u.s, nell’ambito delle attività addestrative del Comando Legione Carabinieri Sardegna, si è svolta una sessione di addestramento al tiro presso il Poligono a cielo aperto di Abbasanta – località Lago Omodeo, riservata al personale effettivo presso Sezioni e Aliquote Radiomobili di vari Comandi dislocati su tutto il territorio isolano.

Ebbene, in quella giornata si sono registrate temperature comprese tra 24° e 39°.

Questa Segreteria ritiene che l’effettuazione delle esercitazioni presso il succitato Poligono nella stagione estiva, a causa delle elevate temperature stagionali ed in totale assenza di ripari, possano nuocere gravemente alla salute dei partecipanti.

Lavorare sotto il sole espone infatti gli operatori a numerosi rischi per salute derivanti dallo stress termico a cui sono sottoposti, innalzando altresì, la probabilità di ricorrenza di infortuni, causati della possibile perdita di attenzione e lucidità.

Ricordiamo che l’esercitazione di tiro comprende varie fasi: scaricamento dell’arma, lezione teorica ed esercitazione pratica, svolte in “riprese” o gruppi di circa 6 militari.
Un’attività temporalmente estesa, che tutto il personale deve effettuare sotto il sole, senza la presenza di ombra, poiché l’area è sprovvista di vegetazione o di altra protezione.
Senza contare che tale condizione riguarda anche il personale in attesa del proprio turno.

Per quanto sopra esposto, questa Segreteria chiede che vengano sospese nella Legione Sardegna le esercitazioni di tiro ove non sia possibile operare in condizioni ambientali favorevoli, che permettano di svolgere in sicurezza e in condizioni meno afflittive queste attività addestrative.

In attesa di urgente riscontro cogliamo l’occasione per rinnovare la nostra più profonda stima.

La Segreteria Nazionale

 

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Valledoria (SS), ennesima aggressione in danno dei Carabinieri. SI ASSEGNI URGENTEMENTE IL TASER AI MILITARI DELL’ARMA TERRITORIALE. Lettera al Comandante Generale

Fluminimaggiore, 21 Giugno 2023

AL SIG. COMANDANTE DELL’ARMA DEI CARABINIERI


Oggetto:
Valledoria (SS) 19 Giugno 2O23. Ennesima aggressione in danno dei Carabinieri.
ASSEGNAZIONE URGENTE DEL TASER AI MILITARI DELL’ARMA TERRITORIALE.

Egregio Comandante,
la sequenza di aggressioni ai danni di operatori delle Forze dell’Ordine, Polizia di Stato, Polizia Locale e, non certo ultimi, Carabinieri sembra ormai non avere fine.

Solo la scorsa settimana, già due volte siamo intervenuti presso di Lei, denunciando il pestaggio del Comandante della Compagnia CC di Lanusei  (vedasi nostra nota con protocollo SIC/CG6-2023), e quello di un nostro equipaggio presso Silvi Marina (TE) (vedasi nota con protocollo MINISTRO/1-2023).

Ed eccoci a stretto giro registrare l’ultimo grave episodio.
Lo scorso 19 Giugno, un equipaggio del NORM – Aliquota Radiomobile della Compagnia di Valledoria (SS) è stato fatto oggetto dell’ennesimo efferato atto di violenza.

Una donna,  in stato di alterazione psicomotoria, ha  aggredito un Militare della Radiomobile, provocandogli con due morsi profonde ferite all’avambraccio.
I Militari dell’Aliquota Radiomobile e della Stazione di Trinità d’Agultu, al termine di una furibonda colluttazione,  sono riusciti ad immobilizzare l’aggressore.

Di fronte a questo ulteriore episodio di inaudita violenza non possiamo che tornare ad invocare interventi risolutivi da parte delle competenti Istituzioni.

Il SIC chiede che venga istituito un tavolo tecnico Interforze per apportare le necessarie correzioni e modifiche all’attuale impianto normativo del reato di violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale da parte dell’Organo Legislativo.

Il SIC chiede altresì a Lei, sig. Comandante Generale, di volere disporre l’assegnazione del TASER a tutti i Militari dell’Arma territoriale, previa l’organizzazione di appositi corsi formativi per il corretto utilizzo della pistola ad impulsi elettrici.

Con profonda stima.

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Il SIC esprime vicinanza al Comandante della Compagnia CC di Lanusei, vittima di aggressione. SERVONO PENE PIÙ AFFLITTIVE. Il SIC scrive al Comandante Generale

AL COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Oggetto: Il SIC esprime vicinanza al Comandante della Compagnia CC di Lanusei, vittima di aggressione. SERVONO PENE PIÙ AFFLITTIVE

Elini (NU) 16 Giugno 2023, nella tarda serata, due giovani hanno aggredito con calci e pugni il Capitano Giuseppe de Lisa, Comandante della Compagnia Carabinieri di Lanusei, dopo che libero dal servizio ed in transito a bordo del suo scooter, aveva pacificamente ottenuto da alcuni avventori, qualificandosi, lo spostamento dei rispettivi veicoli che compromettevano la circolazione.

Il SIC-SINDACATO INDIPENDENTE CARABINIERI, nell’esprimere vicinanza al Capitano Giuseppe de Lisa, chiede che venga inflitta la giusta punizione per questa vile e riprovevole azione in danno di un Servitore dello Stato.

Considerato che questo episodio è solo l’ultimo di una escalation di aggressioni ai danni di nostri colleghi, il SIC chiederà un’intervento normativo urgente, teso ad inasprire le pene attualmente previste per il reato di violenza e resistenza in danno di Pubblico Ufficiale.

Con profonda stima.

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Ennesima brutale aggressione ai danni di due Carabinieri. Il SIC scrive al Ministro della Difesa e al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

Fluminimaggiore, 12 Giugno 2023

AL SIGNOR MINISTRO DELLA DIFESA

AL SIGNOR COMANDANTE GENERALE
DELL’ARMA DEI CARABINIERI

OGGETTO: Ennesima brutale aggressione ai danni di due Carabinieri. Fondamentale dotare TUTTI gli operatori di strumenti di autotutela non letali, come il TASER

Ci risiamo!
Assistiamo all’ennesimo episodio di bieca e inspiegabile aggressione ai danni di nostri Colleghi.
E’ accaduto ieri mattina, a Silvi Marina (TE).
Durante un intervento, un uomo si scaglia con inaudita violenza contro due Carabinieri, colpendone uno più volte al volto, fino a farlo cadere in terra.
Il video dell’accaduto è disponibile sul nostro canale Youtube, a questo link: https://youtube.com/shorts/f_Q_pzebq7Y?feature=share

Solo lo spirito di sacrificio, l’abnegazione e la professionalità dei Militari, unitamente al senso civico e di collaborazione degli operatori sanitari presenti, hanno impedito che la situazione assumesse connotati ancora più drammatici, assorbendo e controllando l’aggressione, sacrificando la propria incolumità, evitando di ricorrere all’uso dell’arma d’ordinanza, con esiti facilmente immaginabili.

Il SIC non può, però, NON notare l’assordante silenzio di certi media e dei soliti “opinionisti”…Quegli stessi che, nei giorni scorsi, in occasione di pur tristi eventi, si sono rapidamente attivati con i loro peana e con le solite stereotipate strumentalizzazioni, lanciando accuse di ogni tipo, nei riguardi degli operatori della Sicurezza.
Nessun minimo accenno, o informazione, su quegli stessi media di tale ultimo accadimento, ne’ alcun commento da quegli stessi opinionisti.
Sono tutti scomparsi, o concentrati altrove.

Fatti del genere, e le modalità con le quali essi avvengono, che denotano una crescente spregiudicatezza ed aggressività dei delinquenti nei confronti delle Forze dell’Ordine, ci fanno riflettere ancora una volta sull’importanza di dotare gli operatori di ogni opportuno mezzo di autotutela e di tutela della collettività.
Da anni sottolineiamo, anche gridandola, l’importanza del TASER.

Abbiamo salutato con favore la sua introduzione in via definitiva, ma rinnoviamo l’appello al Sig. Ministro Crosetto, e ai vertici dell’Arma, affinché possano provvedere a dotare di questo fondamentale strumento TUTTI gli operatori della sicurezza, come già accade nelle Forze di Polizia dei principale paesi europei.
Lo stesso appello il SIC lo rivolge all’intero arco costituzionale, perché la Sicurezza dei cittadini di un Paese e dei suo Servitori NON ha colore politico.

Con profonda stima

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Sassari, necessario istituire con urgenza una Stazione CC, per il benessere del personale e più Sicurezza per i cittadini. Il SIC scrive scrive al Comandante Generale

Il SIC ha inviato al Comandante Generale dell’Arma un’articolata nota, preparata dal nostro Vice Presidente, dalla Segreteria Regionale SIC Sardegna e da un Gruppo di studio appositamente istituito, nella quale si evidenzia l’urgenza di istituire una Stazione CC a Sassari.

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