Vertice “G7” – Borgo Egnazia, 13-15 giugno 2024. È il momento di fare chiarezza su tutto quello è accaduto

SIC/CG10-2024 Fluminimaggiore, 18 Giugno 2024

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Vertice “G7” – Borgo Egnazia, 13-15 giugno 2024.
È il momento di fare chiarezza su tutto quello è accaduto.

Preg.mo sig. Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri,

nell’esclusivo interesse di tutelare il benessere dei nostri Associati e in un clima di leale collaborazione, chiediamo il suo autorevole intervento perché venga fatta chiarezza su quanto accaduto nel “G7” ed in particolare sull’organizzazione logistica dell’evento.

Il vertice internazionale “G7” è appena terminato.
Grazie al lodevole impegno di tanti Servitori dello Stato non si sono registrate criticità.
L’evento ha avuto un felice epilogo, grazie all’altissimo senso di responsabilità e spiccata professionalità dimostrata da tutti i Carabinieri impiegati nel delicato compito di vigilanza e di sicurezza.

A conclusione di questo importante evento, è necessario confrontarsi per analizzare le molteplici problematiche registrate e gli innumerevoli disagi che i Carabinieri hanno dovuto sopportare/fronteggiare, soprattutto nelle fasi iniziali mentre soggiornavano all’interno della nave da crociera “Goddess of The Night”, che di positivo aveva solo il nome mentre si è rivelata essere un girone infernale dantesco.

Sig. Comandante Generale, ci chiediamo se, nel mese di maggio 2024, si siano svolti incontri tra lo Stato Maggiore dell’Arma dei Carabinieri e le Autorità Governative e della Provincia di Brindisi per l’organizzazione logistica dell’evento e per garantire idonei alloggiamenti ai Carabinieri e tra questi anche le Donne e gli Uomini iscritti al SIC.

Semmai vi fossero stati degli incontri, come mai non sono state invitate le APCSM iscritte all’Albo Ministeriale, peraltro come avvenuto in passato per altre tematiche?

La giustificata forte delusione dei nostri Colleghi per il trattamento ricevuto non è stata provocata, tuttavia, soltanto dalle gravi disfunzioni alloggiative e sanitarie rilevate negli ambienti della nave, ma ha trovato nutrimento in tutte le fasi che hanno caratterizzato l’arrivo in contemporanea di oltre 2.000 Operatori di polizia nella struttura che li doveva accogliere.

Attraverso numerose segnalazioni che abbiamo ricevuto, è stata riscontrata una totale assenza da parte di chi era tenuto a curare le operazione di check-in.

Un’organizzazione inadeguata che ha costretto i Colleghi a fare molte più ore di fila prima di avere indicazioni sulla cabina che li doveva ospitare … per poi, in diversi casi, trovarla occupata da altri e quindi dovere ricominciare da capo.

Il disastro è esploso in tutta la sua drammaticità… lasciando alla improvvisazione e disorganizzazione la gestione di quella che era divenuta una vera emergenza.

Il SIC vuole ringraziare il Comandante di Legione Puglia e i suoi Comandanti Provinciali e territoriali, che alla fine vi hanno messo la faccia, adoperandosi per reperire con solerzia una alternativa dignitosa per i Carabinieri. Gesto, questo, particolarmente apprezzato da tutti i colleghi.

Signor Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, per quanto accaduto, ai Carabinieri comandati a svolgere un particolare servizio e a chi li rappresenta riteniamo sia doveroso dare dei chiarimenti.

Pertanto Le chiediamo, di voler programmare un incontro che abbia come finalità un costruttivo ed approfondito confronto con il SIC le altre APCSM che ne abbiano interesse.

In attesa di cortese riscontro, l’occasione è gradita per inviare i più Cordiali Saluti.

Con sincera e profonda stima,

 

 

 

SCARICA QUESTA NOTA IN PDF

Vertice G7 Puglia, 13-15 Giugno 2024, conferimento di un “attestato di merito” con relativo “nastrino” per il personale dell’Arma dei Carabinieri

Fluminimaggiore, 11 Giugno 2024

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Vertice G7 Puglia, 13-15 Giugno 2024 – Conferimento di un “attestato di merito” con relativo “nastrino” per il personale dell’Arma dei Carabinieri.

Preg.mo Sig. Comandante Generale,
migliaia di Donne e Uomini dell’Arma dei Carabinieri si trovano già in Puglia ove, da giovedì 13 a sabato 15, sono chiamati a garantire il regolare svolgimento dell’importante vertice internazionale del G7 e la sicurezza dei Capi di Stato e di Governo dei sette Stati membri, oltre al Presidente del Consiglio Europeo e alla Presidente della Commissione Europea in rappresentanza dell’Unione Europea che vi parteciperanno, e delle rispettive delegazioni.

Dobbiamo assolutamente evidenziare il notevole sforzo, non solo professionale, che i nostri Colleghi saranno chiamati a profondere.

È già ben noto il forte disagio che gran parte degli stessi stanno patendo sin dal loro arrivo a causa di una organizzazione logistica che ha evidenziato delle criticità, con conseguente ricaduta negativa sul morale e benessere dei Militari.

Le chiediamo di volere valutare favorevolmente, sin da adesso, l’istituzione ed il conferimento di un “attestato di merito” con relativo “nastrino” per tutti i Carabinieri impegnati nei servizi correlati al citato G7. Questi Carabinieri, con spirito di abnegazione, elevato senso di responsabilità e spiccata capacità professionale, espleteranno i delicati servizi di vigilanza e protezione per la durata dell’importante evento.

In attesa di un cortese riscontro, l’occasione è gradita per formulare deferenti saluti.

Con incondizionata stima ed ammirazione.

SCARICA QUESTA NOTA IN PDF

Le Organizzazioni Sindacali dell’Arma Carabinieri escluse dal confronto per l’organizzazione logistica del G7. Lettera al Ministro della Difesa

Fluminimaggiore, 10 Giugno 2024

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA
On. Guido Crosetto

Oggetto: Le Organizzazioni Sindacali dell’Arma Carabinieri escluse dal confronto per l’organizzazione logistica del G7.

 

Onorevole Signor Ministro,

nel mese di Maggio 2024, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha incontrato le sigle sindacali della Polizia di Stato per confrontarsi sugli aspetti logistici relativi al G7.
In occasione di questi incontri, le sigle sindacali della Polizia di Stato hanno ricevuto ampie assicurazioni sulle ottimali condizioni alloggiative riservate al personale rappresentato.

Il G7 prevede l’impiego di oltre 2.000 Carabinieri che stanno alloggiando all’interno di navi da crociera ormeggiate nel porto di Brindisi.
La situazione alloggiativa nelle navi risulterebbe non decorosa e ai limiti della decenza.

A differenza delle sigle sindacali della Polizia di Stato, le Organizzazioni sindacali dell’Arma dei Carabinieri non sono state invitate a partecipare alle attività propedeutiche svoltesi lo scorso Maggio.

Il mancato coinvolgimento delle APCSM dell’Arma dei Carabinieri è ingiustificabile perché parliamo di condizioni lavorative e di sicurezza e salubrità dei luoghi di lavoro e dei locali ove gli stessi devono soggiornare.

Riteniamo che sia di fondamentale importanza ed irrinunciabile il confronto diretto tra le Organizzazioni Sindacali e le Istituzioni, allorquando si trattano argomenti di interesse collettivo afferenti la sicurezza ed il benessere dei Carabinieri.

On. Guido Crosetto, vogliamo ricordare a tutte le figure Istituzionali che le APCSM sono state volute dal Legislatore per tutelare i diritti del personale militare e la mancata partecipazione delle stesse ai tavoli tecnici in cui si parla del benessere dei Militari costituisce una limitazione all’esercizio dell’attività sindacale.

Le APCSM sono nate per confrontarsi con le Istituzioni al fine di migliorare le condizioni lavorative della Compagine Militare, in un rapporto di leale e fattiva collaborazione.

Siamo certi, Signor Ministro della Difesa, che le criticità di natura logistica, registratesi sinora all’interno delle navi che ospitano i nostri Associati, troveranno tempestiva risoluzione.

Auspichiamo per il tratto a venire che le Organizzazioni Sindacali militari vengano tenute in considerazione per tutto ciò che riguarda il benessere e le condizioni lavorative degli iscritti.

Con sincera stima.

SCARICA QUESTA NOTA IN PDF

Mogli dei Carabinieri di serie A e mogli dei Carabinieri di serie B. Trasparenza e parità di trattamento tra le APCSM. Aspetti deontologici

Fluminimaggiore, 6 Giugno 2024

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Mogli dei Carabinieri di serie A e mogli dei Carabinieri di serie B. Trasparenza e parità di trattamento tra le APCSM. Aspetti deontologici.

Sig. Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri,

vogliamo sottoporre alla sua attenzione una discrasia verificatasi in occasione della cerimonia del 210^ anniversario della fondazione della nostra amata Istituzione.

L’espressione “predicare bene e razzolare male” appare quanto mai calzante per quello che le rappresenteremo.
Tutti conosciamo il significato di questa espressione.
La si attribuisce all’atteggiamento di una persona che sembra giusta e onesta nel parlare, ma si comporta in modo ben diverso, mostrando un’evidente dissonanza “fra il dire e il fare”.

In occasione della cerimonia del 210° anniversario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri, tenutasi nella Caserma “Salvo d’Acquisto” a Roma, il Segretario Generale del SIC e altro Dirigente hanno notato la presenza nella tribuna presidenziale di una civile seduta a fianco al Segretario Generale dell’USIC, sig. Antonio TARALLO, e precisamente nei posti riservati esclusivamente ai Militari che rivestono cariche dirigenziali in seno alle APCSM.

La persona seduta a fianco del Segretario Generale dell’USIC risulta essere la moglie dello stesso sig. Antonio TARALLO.

In data 01 Giugno 2024, in occasione dell’avvicendamento nella carica del Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, non è stato consentito l’accesso di un Dirigente nazionale del SIC nella sala del Comando Generale ove si stava svolgendo la cerimonia, perché era stata autorizzata solo la presenza dei Segretari Generali Nazionali delle varie Organizzazioni sindacali.

Il SIC chiede se sia deontologicamente corretto attuare una disparità di trattamento nell’individuazione delle persone a cui consentire l’accesso nella tribuna presidenziale.

Vogliamo capire quale differenza esista tra la moglie del sig. Antonio TARALLO e le mogli, le compagne e le fidanzate dei restanti 113.000 Carabinieri d’Italia.

Se qualcuno ha voluto creare questa differenza, questi ha gravemente offeso la dignità di tutti i Carabinieri.

Un comportamento rispettoso di norme e procedure, attuato in modo non eccessivamente formale ma con linearità e coerenza, che escluda qualsiasi disparità di trattamento o favoritismo, può rappresentare un caposaldo di riferimento per il prosieguo di un dialogo costruttivo e trasparente tra l’Amministrazione e le APCSM.

Ci chiediamo, altresì, se gli Uffici che la coadiuvano stiano operando nel rispetto della trasparenza e con parità di trattamento, attenendosi scrupolosamente a quanto da Lei disposto.

In considerazione di quanto accaduto ieri e dei fatti pregressi, sembrerebbe che la sigla sindacale USIC goda di un “trattamento preferenziale” o che siano tollerati comportamenti non in linea alle vigenti disposizioni di Legge e circolari emanate dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri.

Non essendo una Dirigente sindacale, chiediamo se la moglie del sig. Antonio TARALLO sia stata o meno autorizzata ad occupare un posto nella tribuna presidenziale riservato esclusivamente ai Dirigenti sindacali.

È doveroso precisare che nell’invito pervenuto alle APCSM per presenziare alla cerimonia odierna era stato autorizzato l’accesso esclusivamente ai Segretari Generali Nazionali e ad un Dirigente.

In mancanza di riscontro, segnaleremo l’accaduto al sig. Ministro della Difesa.

Con deferenza.

SCARICA QUESTA NOTA IN PDF

Inquadramento nella dirigenza civile dei Dirigenti militari inidonei al servizio militare incondizionato (Ufficiali Superiori e Ufficiali Generali)

Fluminimaggiore, 21 Maggio 2024

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA

On. Guido Crosetto

e p.c.

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Inquadramento nella dirigenza civile dei Dirigenti militari inidonei al servizio militare incondizionato (Ufficiali Superiori e Ufficiali Generali).

Il Codice dell’ordinamento militare (D.Lgs. 15 marzo 2010, n. 66) prevede – in seguito alle modifiche ad esso apportate dai provvedimenti di cd. “riordino delle carriere”, ossia il D.Lgs. 29 maggio 2017 n. 94, per le Forze Armate, e il D.Lgs 29 maggio 2017 n. 95, per le Forze di Polizia – che la carriera dell’Ufficiale abbia “sviluppo dirigenziale” (art. 627, co. 3, del COM);

a tale riguardo, i predetti provvedimenti di revisione dei ruoli hanno individuato nel grado di Maggiore delle Forze armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare il primo livello dirigenziale (e nella qualifica corrispondente di vice questore aggiunto delle Forze di polizia ad ordinamento civile), con la conseguente estensione al relativo personale della disciplina normo-economica della dirigenza (ivi compresa la cd. “indennità dirigenziale” corrisposta ai Maggiori, ai Tenenti Colonnelli, ai Colonnelli e ai Generali di Brigata ex art. 1820 del COM, che ha sostituito la precedente “indennità perequativa” che spettava ai soli dirigenti militari in possesso della relativa qualifica ante riordino, ossia Colonnelli e Generali);

il riconoscimento dello status dirigenziale per i Maggiori e i Tenenti Colonnelli ha altresì indotto il legislatore, quale ulteriore corollario, a modificare l’art. 24 della L. 448/1998 che sancisce il cd. adeguamento retributivo annuale automatico, calcolato in base all’indice ISTAT, per docenti universitari, dirigenti delle Forze Armate e di Polizia, della carriera diplomatica e prefettizia, dei magistrati e avvocati dello Stato; il riordino del 2017, infatti, estende tale meccanismo di adeguamento automatico anche ai Maggiori e ai Tenenti Colonnelli (i discendenti DPCM di adeguamento annuale infatti – da ultimo quello dell’8 gennaio 2024 –  adottati su proposta del Ministro per la Pubblica Amministrazione  e del Ministro dell’Economia e delle Finanze nella relativa relazione tecnico-illustrativa correttamente motivano l’applicabilità del decreto ai Maggiori e ai Tenenti Colonnelli, “…in quanto inquadrati nella dirigenza dal 1° gennaio 2018”);

lo stesso Ministero dell’Economia e delle Finanze nel Conto annuale del personale pubblico predisposto dalla Ragioneria Generale dello Stato inserisce i Maggiori e i Tenenti Colonnelli nel novero del personale statale dirigente (quali Ufficiali Superiori, analogamente ai Colonnelli) così come i Generali di Brigata, di Divisione e di Corpo d’Armata inquadrati a loro volta tra i dirigenti pubblici facenti parte della categoria degli Ufficiali Generali;

a fronte del predetto ed inequivocabile quadro normativo, va rilevato, tuttavia, che se un Maggiore/Tenente Colonnello (e gradi corrispondenti della Polizia di Stato) non dovesse risultare più idoneo al servizio militare incondizionato per lesioni dipendenti o meno da causa di servizio questi (ai sensi dell’art. 930, co. 1-sexies del COM) “…può presentare domanda di transito…manifestando espressamente il proprio consenso all’inquadramento nella posizione apicale di livello non dirigenziale del Ministero della Difesa”; altrimenti, ove non esercitasse tale facoltà, verrebbe posto in congedo assoluto, perdendo, di fatto, il proprio posto di lavoro. In buona sostanza, i Maggiori e i Tenenti Colonnelli, pur essendo dirigenti pubblici – sulla base del sopra esposto quadro normativo – in caso di sopraggiunta inidoneità al servizio militare (per motivazioni sovente riconducibili al servizio: si pensi a lesioni fisiche intervenute in seguito ad attività di servizio di tipo “operativo”) devono prestare il proprio consenso ad essere demansionati ex lege e a venir inquadrati nell’area prevista per i capitani/commissari capo ovvero la terza area funzionale F 4 dei funzionari; altrimenti non rimarrebbe loro che il congedo assoluto;

analoga e ben più paradossale situazione riguarda i militari nel grado di Colonnello in su in quanto la legge nulla prevede. Pertanto, qualora Colonnelli e Generali risultassero inidonei al servizio militare incondizionato – anche a causa di attività di servizio – non potrebbero transitare nei ruoli civili del Ministero della Difesa né in altra Pubblica Amministrazione, di fatto venendo posti in congedo e perdendo il proprio posto di lavoro;

tale situazione risulta altamente penalizzante in quanto con il sistema contributivo un Colonnello (ovvero un Primo Dirigente della Polizia di Stato) che per sventura risultasse inidoneo al servizio militare potrebbe trovarsi anche a 43 anni senza lavoro e una retribuzione dignitosa. Inoltre, anche sotto il profilo etico e morale appare doveroso che lo Stato riconosca la possibilità di continuare a prestare la propria opera professionale ai propri dirigenti del “comparto difesa-sicurezza” (senza subordinare tale possibilità come nel caso di Maggiori e Tenenti Colonnelli ad un vero e proprio demansionamento) nella piena consapevolezza che lo Stato non abbandona i propri “servitori” che, per i particolari compiti demandati alle Forze armate e di polizia, sono sovente chiamati allo svolgimento di delicati compiti di servizio che comportano la necessità di esporsi a pericoli e che i medesimi rappresentano una risorsa umana e professionale da valorizzare. La suddetta problematica, oggetto di recente interrogazione parlamentare (nr. 253 in data 29/02/24 presentata da on. Riccardo  De Corato) risulta particolarmente sentita dal personale militare anche nella considerazione della possibilità d’intervenire senza oneri per lo Stato.

Sarebbe in proposito auspicabile un intervento normativo che consentisse ai Dirigenti militari e delle forze di polizia in caso di inidoneità al servizio militare incondizionato per lesioni dipendenti o meno da causa di servizio il transito:

  1. nella dirigenza civile in presenza di vacanza organica. In tal modo oltre a non accrescere gli oneri per la finanza pubblica (si tratta di spese per stipendi che comunque lo stato dovrebbe affrontare per colmare le posizioni vacanti), si risparmierebbero gli oneri per nuovi concorsi consentendo di non disperdere la professionalità dei dirigenti delle Forze Armate che in tal modo potrebbero portare un valore aggiunto in altre Pubbliche Amministrazioni;
  2. in un ruolo civile dirigenziale e temporaneo ad hoc istituito in ambito Ministero Difesa con compiti di alta vigilanza, ispettivo e di supporto logistico nelle more del collocamento nei ruoli della dirigenza civile di cui al punto a).

Un deferente saluto.

 SCARICA QUESTA NOTA IN PDF

Proposta emendativa per l’emanazione di disposizioni attuative riguardanti l’anticipo del TFS del personale in servizio attivo del Comparto Difesa e Sicurezza

Fluminimaggiore, 10 Maggio 2024

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA
On. Guido Crosetto
ROMA

e p.c.
AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Teo Luzi
ROMA

Oggetto: Proposta emendativa per l’emanazione di disposizioni attuative riguardanti l’anticipo del TFS del personale in servizio attivo del Comparto Difesa e Sicurezza.

È in discussione l’emendamento che potrebbe permettere a Militari, Poliziotti e dipendenti pubblici di usare l’anticipo del TFS per richiedere un prestito in banca.

L’emendamento da inserire nel decreto Crediti fiscali, al momento in discussione alla Commissione Finanze della Camera, consentirebbe ai tre milioni di dipendenti pubblici, assunti prima del 2001, di ottenere un prestito in banca dando in garanzia il proprio TFS, per poi rimborsarlo non appena arriva la liquidazione.

L’anticipo della liquidazione consentirebbe al personale militare e non solo di poter avere accesso ad un prestito senza ricorrere alla formula della cessione del quinto dello stipendio.

Ad oggi, solo i dipendenti del settore privato possono accedere all’anticipo del Trattamento di Fine Rapporto (TFR), ricevendo una parte della liquidazione prima della pensione. Ne sono esclusi, al momento: militari, poliziotti, vigili del fuoco, insegnanti e tutti i dipendenti pubblici.

Ma con l’emendamento, che potrebbe anche essere inserito nel Dl Pnrr, le cose per queste categorie di lavoratori potrebbero cambiare.
L’iniziativa di anticipare una quota del Trattamento di Fine Servizio per le Forze Armate e di Polizia, oltre che per i dipendenti pubblici, proviene da alcuni gruppi bancari italiani, ed è stata fatta propria dalla maggioranza di centrodestra che ha presentato un
emendamento, in discussione alla Commissione Finanze della Camera.

L’anticipo di una parte di liquidazione, già durante il servizio attivo, permetterebbe ai tre milioni di dipendenti pubblici, assunti prima del 2001, di potere accedere ad un prestito in banca dando in garanzia proprio il TFS, salvo poi rimborsarlo al momento della quiescenza, con l’arrivo della liquidazione.

A quel punto, all’importo del TFS verrà sottratta la cifra ottenuta in prestito più gli interessi versati alla banca.
A beneficiare dell’anticipo della liquidazione sarebbero:
– Lavoratori che potrebbero chiedere un prestito bancario senza ricorrere alla cessione del quinto dello stipendio;
– Banche che potrebbero contare su garanzie sicure derivanti dalla liquidazione di un dipendente pubblico, oltre ad incassare interessi il cui tasso è in aumento.

Il SIC chiede a Lei On. Guido Crosetto di volere sollecitare le Autorità Governative per la tempestiva risoluzione della disparità di trattamento tra dipendenti pubblici e in particolare per il personale del Comparto Sicurezza e Difesa.
Siamo certi di un suo autorevole intervento.

Con incondizionata stima.

SCARICA QUESTA NOTA IN PDF

 

Estensione dell’utilizzo della maglietta “Polo” al personale di tutte le articolazioni dell’Arma dei Carabinieri. Lettera al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

Fluminimaggiore, 6 Maggio 2024

 

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Estensione dell’utilizzo della maglietta “Polo” al personale di tutte le articolazioni dell’Arma dei Carabinieri

 

Preg.mo Signor Comandante Generale,

nell’esclusivo interesse di tutelare il benessere e migliorare le condizioni lavorative dei nostri Associati, sottoponiamo alla Sua valutazione la seguente esigenza afferente l’uniforme da utilizzare nei servizi d’istituto durante la stagione estiva.

La normativa sull’abbigliamento da lavoro, regolamentata dal D. Lgs. n. 81 del 2008 (ex legge 626/94) – Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, stabilisce che in alcuni settori sia necessario indossare abbigliamento atto a proteggere il lavoratore dai rischi per la salute e la sicurezza.

Nel Decreto Legislativo 81/2008 si parla di DPI – Dispositivi di Protezione Individuale, cioè di qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.

Tra i dispositivi previsti dalla normativa si annoverano quelli ad alta visibilità, specifici per chi si trova a lavorare per strada o comunque in condizioni di scarsa visibilità ed ha bisogno di essere facilmente individuato.

Ogni capo di vestiario ed accessorio deve:

– essere conforme alle norme di cui al decreto legislativo 4 dicembre 1992 n. 475(N)78, e sue successive    modificazioni;

– essere adeguato ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore;

– essere adeguato alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro;

– tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore, quindi pratico e comodo da indossare.

Un tema particolarmente dibattuto nei mesi estivi è quale debba essere il giusto abbigliamento consentito ai lavoratori, quando lamentano problemi di caldo e sudorazione per le alte temperature, l’afa e il forte irraggiamento solare.

Salvo gli specifici interventi in ambienti cosiddetti “ad alto rischio per fattori fisici, chimici e biologici” che richiedono adeguato abbigliamento e dispositivi di protezione, è possibile per il lavoratore utilizzare, nella stagione estiva, magliette leggere con maniche corte e pantaloni lunghi di tessuto traspirante che risultano essere abiti più freschi e traspiranti e, allo stesso tempo,  mantenere un senso di decoro generale.

Il periodo caldo dell’anno si sta avvicinando e con esso la necessità di cambiare l’uniforme per poterla rendere più funzionale alle esigenze che si incontrano durante i mesi in cui le temperature salgono maggiormente.

Le divise devono innanzitutto soddisfare dei criteri tecnici che le rendano idonee alla mansione che si deve svolgere, senza trascurare l’estetica, in particolare per chi è a stretto contatto con il pubblico.

L’abbigliamento da lavoro deve avere come primaria caratteristica la funzionalità e deve considerare gli aspetti di sicurezza e praticità che permettano di svolgere le dovute mansioni in totale libertà, con la garanzia di un capo che assicuri resistenza e protezione e, al contempo, sobrietà.

Le particolarità che contraddistinguono ognuna di queste opzioni possono essere riassunte in:

  • traspirazione del tessuto;
  • praticità nei movimenti;
  • idoneità rispetto ai protocolli di sicurezza individuale.

L’unione di queste caratteristiche permette all’abbigliamento da lavoro estivo di presentarsi come funzionale e sicuro.

Per le sue caratteristiche tecniche e morfologiche, la maglietta “Polo” riunisce i requisiti di funzionalità, sicurezza e salubrità previsti dalle vigenti disposizioni in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.

L’uso della maglietta tipo “Polo” assolverebbe alle primarie esigenze di tutela della salute del personale che, nella stagione estiva, svolge il servizio istituzionale, anche per prolungate ore, in strada, costretto a rimanere esposto alla calura e alle elevate temperature tipiche della stagione.

Per quanto sopra esposto, il SIC chiede a Lei, sig. Comandante Generale, di volere disporre l’impiego in tutte le articolazioni dell’Arma dei Carabinieri, durante la stagione estiva, della maglietta tipo “Polo”  nella  versione ignifuga e con scritta posteriore “CARABINIERI” ad alta visibilità, già utilizzata dai Reggimenti e Battaglioni.

La presente missiva mi consente di porgerLe un deferente saluto.

SCARICA QUESTA NOTA IN PDF

Ordine Pubblico, si tutelano i manifestanti facinorosi a scapito delle garanzie per gli Operatori di Polizia. Lettera al Ministro della Difesa

Fluminimaggiore, 3 Maggio 2024

 

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA

On. Guido Crosetto

e p.c.

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Ordine Pubblico, si tutelano i manifestanti facinorosi a scapito delle garanzie per gli Operatori di Polizia.

Il mantenimento dell’ordine pubblico è un compito cruciale per chi è incaricato della sicurezza dei cittadini.

Non sono in gioco soltanto le libertà e le proprietà personali, ma anche i diritti di partecipazione politica e quindi l’essenza stessa della democrazia.

In tempi di estrema conflittualità, quali quelli attuali, le aggressioni subite dalle Forze dell’Ordine rappresentano l’ultimo anello di una catena di inadeguatezze, impotenza, incapacità di risolvere problemi economici e sociali.

L’estremizzazione di alcune manifestazioni svoltesi negli ultimi mesi, raccomandano di non sottovalutare i segnali di disagio economico e sociale di larghi strati di popolazione, i problemi occupazionali legati alla chiusura e alla delocalizzazione di fabbriche, il malessere di precari, disoccupati e giovani, la pressione dell’immigrazione.

Basta una scintilla a far esplodere la scontentezza e convertire il malessere in violenza.

Il diritto di esprimersi e manifestare è sacrosanto, ma è sempre più difficile isolare i manifestanti pacifici dai violenti, così come evitare il ricorso ad una rigidezza preventiva quando è chiaro che le ragioni della protesta saranno oscurate dalle violenze.

È sempre più complicato per le forze dell’ordine scegliere tra due stili di protest policing. Uno caratterizzato da rigidità e ricorso alla repressione, l’altro da maggiore tolleranza e flessibilità.

Formare, addestrare, equipaggiare le Donne e gli Uomini delle Forze dell’ordine, prepararli al confronto con professionisti del disordine e dell’eversione, giovani, allenati all’uso di strumenti moderni e tecnologie, è indispensabile e indifferibile, proprio perché a essi è affidata la tutela dei cittadini, le garanzie e i diritti democratici e la salvaguardia di tutti gli Operatori impegnati nella difesa delle istituzioni.

Le Forze di polizia sono soggette ad aggressioni organizzate.

Di fronte alle sempre più frequenti degenerazioni delle manifestazioni di protesta, che turbano l’ordine e la sicurezza pubblica con azioni di vera e propria guerriglia urbana, emerge che il rapporto di forza tra i cosiddetti “antagonisti violenti” (equipaggiati con protezioni al corpo ed al capo a mezzo di caschi da motociclista, maschere antigas, armati con bastoni, spranghe, bombe molotov, fionde, fumogeni, grossi petardi, bombe carta arricchite con schegge metalliche e tondini, ecc.) e le Forze dell’Ordine, sta mutando decisamente a sfavore di queste ultime.

Vanno individuate misure e stanziate risorse per superare le criticità che affliggono i Reparti dell’Arma dei Carabinieri che, con gli attuali organici, in costante diminuzione da anni per i tagli alla sicurezza e con un ridotto equipaggiamento a disposizione, sono al limite delle loro prestazioni.

A dimostrazione di ciò, l’elevato incremento del numero di Operatori feriti più o meno gravemente.

La soluzione è potenziare le Forze di Polizia, incaricate della difesa dei cittadini e della salvaguardia delle istituzioni, attraverso maggiori dotazioni, attrezzature, strumenti, preparazione specialistica, che riaffermino l’urgenza inderogabile di investimenti nella sicurezza.

Le situazioni di crisi subite dai Reparti “antisommossa” dovrebbero imporre la modernizzazione dei Reparti preposti al mantenimento dell’Ordine Pubblico, creando vere e proprie task force “antisommossa”, sul modello delle unità sperimentate con successo in altri paesi europei, con una maggiore forza organica a disposizione, tale da poter essere utilizzata in modo proporzionale alla gravità e alle violenze messe in atto dai professionisti del disordine contro gli Operatori di polizia e le Istituzioni democratiche.

Ciò costituirebbe un indispensabile deterrente nei confronti dei facinorosi che cercano lo scontro fisico approfittando, nel corpo a corpo, del vantaggio numerico e, nella distanza, della capacità di poter colpire le Forze di Polizia con ogni tipo di corpo contundente.

Nei vari teatri della contestazione, così come nelle manifestazioni di piazza ormai si impongono soggetti che mostrano di possedere strumenti, tecniche, modalità, tattiche di guerriglia basate su “parole d’ordine” diffuse tramite il web, i social network o attraverso la rete satellitare dei telefoni mobili.

Il contrasto di questi promotori non può più affidarsi alle sole cariche di alleggerimento ed all’uso dei lacrimogeni, sparati con i lanciagranate da 40 mm, che vengono puntualmente rilanciati contro gli agenti come boomerang, tanto che proprio le Forze dell’Ordine finiscono per subirne gli effetti.

Le condizioni di pericolo, la consapevolezza di non poter controllare gli eventi connessa alla scarsità dei mezzi e delle forze impiegate nelle manifestazioni, sono fattori stressanti che negli scontri e nelle azioni di dispersione della folla violenta possono generare in alcuni operatori delle Forze dell’Ordine comportamenti che oltrepassano i confini dell’etica professionale rispetto alla funzione istituzionale, per reazione alle violenze subite.

Gli studi condotti sullo stress da ordine pubblico dimostrano che quanto meno un evento è controllabile tanto più verrà vissuto come logorante nelle reazioni emotivo-comportamentali.

Al fine di ridurre il senso di isolamento che può indurre atteggiamenti, azioni devianti e abusi, vanno create le condizioni, attraverso strumenti tecnologici e normativi, nelle quali l’agente impiegato in ordine pubblico si senta realmente tutelato in un contesto di legalità, con la standardizzazione di protocolli di comportamento, di codici di condotta in grado di guidare l’operatore di polizia, fissando delle chiare ed inequivocabili regole d’ingaggio.

Di fronte all’onda d’urto dei manifestanti e alle armi generalmente utilizzate dai facinorosi, gli strumenti di difesa, a cominciare dagli sfollagente di gomma, si rivelano inadatti a sortire effetti deterrenti e inadeguati a proteggere il personale dai colpi di bastone o di spranga.

Necessitano strumenti di difesa che consentano di fronteggiare molte situazioni di ordine pubblico, limitando il contatto fisico tra polizia e dimostranti.

Abbiamo bisogno di strumenti di difesa passiva, con uniformi ed accessori paracolpi adeguatamente strutturati per la protezione degli operatori e per la sicurezza dei servizi.

Fondine interne per la custodia della pistola che garantirebbero maggiore sicurezza all’Operatore e preservarlo da tentativi di sottrazione dell’arma.

Vanno sviluppate tecnologie che, nelle fasi più concitate, siano in grado di garantire continuità e qualità delle comunicazioni radio, oggi affidate a vecchie radio portatili, ingombranti, pesanti e di ostacolo alla mobilità di chi deve intervenire nei momenti di scontro.

Estremamente apprezzato l’utilizzo di microtelecamere, per documentare interventi di ordine pubblico o altre azioni operative particolarmente sensibili ed a rischio, al fine sia di documentare i fatti con obiettività, evitando riprese parziali o mistificatorie, sia di predisporre prove inconfutabili per l’Autorità Giudiziaria, a tutela degli operatori della sicurezza, a garanzia di chi manifesta, a difesa della verità, spesso faziosamente alterata per l’eccesso di mediatizzazione degli eventi, della loro spettacolarizzazione, che spesso, in questi anni, ha scelto arbitrariamente tra buoni e cattivi, condannando le forze dell’ordine a stereotipi superati nella realtà.

Preg.mo sig. Ministro della Difesa, On. Guido Crosetto, il SIC-Sindacato Indipendente Carabinieri chiede il suo autorevole intervento presso le Autotità Governative perché vangano:

emanate precise ed inequivocabili regole d’ingaggio per gli Operatori di polizia chiamati a    fronteggiare le rivolte di piazza;

stanziati i fondi necessari per il potenziamento degli organici delle Forze dell’Ordine;

organizzato, con cadenza periodica, i corsi di riqualificazione di tutto il personale che debba intervenire nei servizi di ordine pubblico.

Colgo l’occasione per formulare un deferente saluto.

SCARICA QUESTA NOTA IN PDF

 

Criminalità urbana a livelli inaccettabili. Il SIC chiede interventi urgenti a tutela delle Forze di Polizia e dei cittadini. Lettera al Ministro della Difresa

Fluminimaggiore, 2 Maggio 2024

AL.SIG. MINISTRO DELLA DIFESA
On. Guido Crosetto

e p.c.

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Criminalità urbana a livelli inaccettabili.
Il SIC chiede interventi urgenti a tutela delle Forze di Polizia e dei cittadini.

Pregiatissimo Signor Ministro, nella giornata del 1° Maggio 2024, a Tor Bella Monaca, periferia di Roma, durante un arresto per droga di un 19enne egiziano, Militari dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia
di Finanza sono stati accerchiati ed aggrediti da un gruppo di extracomunitari intervenuti perché richiamati dal giovane arrestato.
Le periferie urbane delle città italiane sono divenute terre di frontiera per spacciatori e criminali di qualsiasi estrazione sociale.
Lo spaccio di droga viene gestito da organizzazioni criminali multietniche.
La fotografia della criminalità nelle città italiane è decisamente poco confortante, e per alcuni aspetti sorprendente.
Roma si posiziona tra i primi posti in classifica per indice di “insicurezza”, insieme ad altre metropoli delle regioni italiani.
La percezione di insicurezza è altissima in tutte le sue zone.
Una criminalità dilagante e spietata che ha preso possesso delle zone periferiche, rendendole terra di nessuno, un vero “Far West”.
Territori urbani in cui l’illegalità ha messo radici e in cui la violenza sovrasta ogni regola di convivenza.
Non possiamo assistere inermi ed accettare questo crescente degrado e stato di abbandono.
In una Nazione civile ed evoluta, la Sicurezza dei cittadini è priorità assoluta.
Bisogna attivare urgenti misure a tutela e a supporto delle Forze dell’Ordine, che ormai sono stremate e prive dei giusti mezzi e delle giuste tutele per continuare a garantire protezione ai cittadini.
Il SIC-Sindacato Indipendente Carabinieri, nel condannare fermamente ogni aggressione in danno delle Forze di polizia, chiede a Lei, Signor Ministro della Difesa, di intervenire presso le Autorità Governative per l’attivazione di misure straordinarie, per ristabilire l’ordine e la Sicurezza in tutte le città italiane.
Tra le misure urgenti ed indifferibili segnaliamo quella del ripianamento degli organici delle Forze di Polizia e la dotazione di equipaggiamenti e di automezzi blindati che assicurino l’incolumità dei Servitori dello Stato chiamati ad intervenire in aree urbane ad alto indice di criminalità.
L’attuale impianto normativo deve essere rivisto in relazione alla recrudescenza di fenomeni criminali che destabilizzano la sicurezza interna della nostra Nazione.
“Lex est recta ratio imperandi atque prohibendi.
Leges bonae ex malis moribus procreantur”.
_”La legge è il giusto criterio di comandare e di proibire.
Le buone leggi nascono talvolta dai cattivi costumi.”_

La presente mi consente di rivolgere un deferente saluto.

SCARICA QUESTA NOTA IN PDF

Orario di servizio e periodo di riposo per i Militari dell’Arma dei Carabinieri. Il SIC segnala al Comandante Generale disparità di trattamento nei Reparti

Fluminimaggiore, 26 aprile 2024

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen C.A. Teo Luzi

ROMA

 

Oggetto: Orario di servizio e periodo di riposo per i Militari dell’Arma dei Carabinieri.
Il SIC segnala disparità di trattamento nei Reparti.

Nell’esclusivo interesse di tutelare i diritti dei propri iscritti e di migliorarne le condizione lavorative, in un clima di leale e fattiva collaborazione, il SIC segnala a Lei, Sig. Comandante Generale, le seguenti criticità che si registrano in molti Reparti della territoriale che determinano l’insorgere di malumore e di disparità di trattamento.

In molti Reparti non vengono osservate le direttive che disciplinano l’orario di servizio e la fruizione dri necessari periodi di riposo.

La Circolare del Ministero dell’Interno nr. 557/RS011113/0461 dell’8 marzo 2010 chiarisce che per orario di servizio si intende il periodo di tempo giornaliero necessario ad assicurare la funzionalità degli uffici centrali e periferici del Dipartimento della pubblica sicurezza. Per orario di lavoro si intende il periodo di tempo giornaliero durante il quale ciascun dipendente assicura la prestazione lavorativa nel rispetto delle norme contrattuali.

Negli anni sono stati promulgati Decreti Presidenziali che recepivano gli accordi sindacali riguardanti il personale delle Forze di Polizia ad ordinamento civile (Polizia di Stato e Corpo di Polizia Penitenziaria) che i provvedimenti di concertazione riguardanti le Forze di polizia ad ordinamento militare (Arma dei Carabinieri e Corpo della Guardia di Finanza), sottolineando l’uguaglianza della normativa che generava l’indirizzo economico–sociale e lavorativo dei lavoratori impiegati nel comparto Sicurezza.

Il quadro normativo che modella l’orario di lavoro, la retribuzione, la sicurezza e l’igiene nei luoghi di lavoro, trae origine dalle medesime norme che di fatto regolano la materia.

La circolare in questione, seppure indirizzata a tutte le Gerarchie affini alla Polizia di Stato, deve ricadere su tutte le altre forze di Polizia, di estrazione civile e militare.

La programmazione dei servizi, oltre ad indicare l’orario di lavoro giornaliero dei singoli Militari per l’effettuazione dell’orario d’obbligo settimanale, deve comprendere la giornata in cui, in quella settimana, il dipendente effettuerà il turno di
riposo settimanale, i turni di reperibilità, i recuperi riposo, i riposi compensativi, il giorno libero dal servizio, le aspettative, i congedi straordinari e ordinari.

La programmazione deve tenere conto dei seguenti criteri:
* dopo il riposo settimanale non può effettuarsi il turno ricadente nella fascia oraria 00-07;
* tra un turno e l’altro devono intercorrere non meno di 11 ore.

Il personale che fruisce di riposo settimanale o di un periodo di congedo ordinario di durata non inferiore a 6 giorni, non può essere impiegato, nella giornata precedente a quella del riposo o del congedo ordinario, nei turni 19-24.

Il personale nella giornata di rientro da un periodo di congedo ordinario di durata non inferiore a 6 giorni o dal congedo straordinario non può essere impiegato nel turno 00,00/07,00.

Nei casi in cui il personale impiegato stabilmente nei servizi non continuativi debba essere impiegato, per particolari ed improrogabili esigenze di servizio, in servizi continuativi ovvero in servizi di ordine pubblico restano salvi i seguenti criteri:

– Impiego preferibilmente di personale che, secondo la pianificazione settimanale, non avrebbe dovuto effettuare il rientro nella medesima giornata;

– non impiego di personale che abbia precedentemente effettuato servizio nella fascia 14:00/20:00;

– non impiego nel turno 00:00/07:00 del personale che rientra dal congedo ordinario ovvero straordinario.

L’orario flessibile è applicabile nei servizi non continuativi con esclusione dei servizi esterni di controllo del territorio.

I dirigenti responsabili degli uffici dispongono, su richiesta scritta e motivata del dipendente, l’applicazione dell’orario flessibile.
L’eventuale provvedimento di diniego deve essere adeguatamente motivato.
La flessibilità deve essere programmata settimanalmente e può essere prevista: anticipando o posticipando l’orario di entrata o l’orario di uscita di 30 o 60 minuti per ciascun turno.

Per cambio turno si intende la modifica dell’orario di lavoro previsto dalla programmazione settimanale disposta successivamente alla programmazione stessa.
La modifica dei turni previsti può essere disposta:

– su richiesta scritta e motivata del personale interessato. L’eventuale diniego deve essere motivato per iscritto.

– d’ufficio per particolari e motivate esigenze di servizio motivate e per non più di una volta la settimana per ogni dipendente, con criteri di rotazione e, comunque, nel limite massimo della pianificazione dei cambi turno annualmente stabilita per ogni Ufficio dal Dipartimento della pubblica sicurezza.

– Il cambio del turno relativamente ai quadranti notturni può essere disposto solo in caso di assoluta necessità e, comunque, non più di una volta al mese;

– Il personale che abbia compiuto 50 anni di età, ovvero con un’anzianità di servizio di almeno 30 anni, impiegato nei servizi esterni, può chiedere di essere esonerato dai turni previsti nelle fasce serali e notturne.

In relazione all’impiego del personale, alcuni provvedimenti furono presi dalle rispettive amministrazioni per armonizzare le esigenze del personale con quelle del servizio.
Nella circolare del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri SM-Ufficio Legislazione nr. 183/66-236-2-2006 datata 26 febbraio 2009 si ribadiva il tempo che doveva trascorrere per l’impiego del personale alla fine del riposo settimanale ( sei ore ), con l’intento di garantire l’effettivo godimento del riposo settimanale. Tale assunto veniva ribadito nella Circolare del Comando Generale dell’Arma dei carabinieri nr. 548/243-178-1-1950 dell’11/02/2008, nella quale si specificava altresì, che per i servizi H24, la successione dei turni comportasse, in coincidenza con il riposo settimanale, un intervallo di 60 ore complessive tra l’ultimo turno prestato e quello successivo.
Oltre all’esigenza di beneficiare appieno della giornata di riposo, bisogna ricordare che il riposo deve essere considerato parte integrante del servizio, in quanto subordinato ad esso, pertanto, valutando la distanza che deve intercorrere fra un servizio e l’altro, il militare non può essere impiegato in un turno notturno alla scadenza del giorno di riposo.

Per quanto riguarda il cumulo dei riposi che dovevano essere calcolati per un massimo di giorni tre, che sarebbe diventata licenza
breve, si deve considerare quanto innovato dall’ultima Circolare del Comando Generale nr. 90/277-1962 del 30 aprile 2015 che riepiloga la disposizione vigente e stabilisce la possibilità di fruire dei due riposi delle settimane che si susseguono, a cui poter ulteriormente cumulare i riposi settimanali non fruiti da recuperare entro le 4 settimane successive, a cui poter ulteriormente accumulare i riposi festivi infrasettimanali non fruiti, a cui poter ulteriormente aggiungere fino a tre recuperi compensativi, le ore di lavoro straordinario non remunerate, da avere in pagamento accumulato o da poter recuperare.
A quanto anzidetto si può aggiungere la licenza ordinaria o straordinaria.

In sostanza,
nessun limite reale al cumulo dei riposi di vario genere.
Infine, qualora il Carabiniere fosse impiegato nella fascia orario 22-24 del giorno precedente al riposo programmato, quest’ultimo può avere la facoltà di non fruire del riposo e poterlo riprogrammare in un altra giornata.

In molti Comandi Stazione, vengono disposti turni giornalieri di servizio di 8 ore senza che ricorrano improcrastinabili ed indifferibili esigenze di servizio.
Molti militati fruiscono del riposo settimanale dopo avere terminato il turno di servizio alle 24:00.
Tanti militari, al termine della fruizione del riposo settimanale o della licenza, vengono impiegati immediatamente nel turno 00:00 – 06:00, senza soluzione di continuità.
Tanti sono i Carabinieri che smontano alle ore 20:00 e vengono nuovamente impiegati nel turno notturno 00:00 – 06:00, senza il necessario stacco che consenta loro il recupero delle energie psicofisiche.

Siamo certi che Lei, Sig. Comandante Generale, interverrà con la necessaria autorevolezza per la tempestiva risoluzione delle criticità segnalate.

Colgo l’occasione per formulare distinti saluti.

SCARICA QUESTA NOTA IN PDF