Il servizio d’istituto con esposizione diretta ai raggi solari, gravi pericoli per la salute dei Carabinieri. Il SIC scrive al Ministro della Difesa

Fluminimaggiore, 25 Luglio 2024

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA

On. Guido Crosetto

e p.c.

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Il servizio d’istituto con esposizione diretta ai raggi solari. Gravi pericoli per la salute dei Carabinieri.

 

On.le Signor Ministro della Difesa,

nell’esclusivo interesse di tutelare il benessere e la salute dei nostri Associati, sottoponiamo alla Sua attenzione la seguente criticità.

Alcune disposizioni sul servizio, disattendono gravemente quanto espressamente indicato dal testo unico sulla sicurezza del Ministero del Lavoro.

Le radiazioni ultraviolette (UV), emanate dai raggi solari diretti, possono causare tumori alla pelle oltre a favorire l’invecchiamento precoce della stessa determinando, in taluni casi, lesioni permanenti agli occhi.

È risaputo che le temperature elevate sono causa di crampi, esaurimento fisico e colpi di calore.

Uno studio sulle cause dell’esposizione diretta ai raggi solari ha fatto rilevare che ogni anno 1.000 persone sottoposte a lavori esposti al sole sviluppano tumore cutaneo.

I rischi appurati, secondo la classificazione dell’ARC, per quanto concerne la componente UV-A e UV-B comporta due categorie di rischio per i lavoratori, ovvero i rischi per la salute e il rischio di infortunio sul lavoro.

I rischi per la salute sono effetti dannosi, anche a carattere irreversibile e permanenti, per la cute e per gli occhi interessati ad esempio da dermatiti, foto allergie da contatto, fotoinvecchiamento, melanomi, immunosoppressione locale, eritemi, fotocongiuntiviti, maculopatie e fotocheratiti.

I rischi di infortuni sul lavoro possono essere causati dall’esposizione diretta alla luce del sole o da un effetto indiretto generato dall’impatto dei raggi solari su superfici riflettenti. In entrambi i casi si può avere un abbagliamento legato all’esposizione o una difficoltà di adattamento alla vista.

Sul Titolo VIII Agenti Fisici del D.Lgs. 81/08 sono riportate le indicazioni specifiche per la prevenzione dei rischi da esposizione alle radiazioni.

Indicazioni troppo spesso disattese per  fattori puramente estetici.

La Giunta Regionale Lazio, con ordinanza Z00001 del 19/06/2024, vieta il lavoro in condizione di esposizione diretta al sole nelle ore più calde ove le temperature superano abbondantemente i 40°.

Probabilmente dimentichiamo che la prestazione professionale delle Forze di Polizia richiede che gli stessi siano costantemente vigili, per assicurare e garantire la sicurezza di Autorità, Presidi Istituzionali e soprattutto, la tutela del cittadino.

Condizioni che sono, oggettivamente, impossibili da ottenere in contesti in cui il benessere del proprio personale dipendente è sottovalutato da illogiche ed insensate disposizioni di servizio, create da chi non si espone alla calura perché svolge il proprio servizio in un ufficio climatizzato.

Il benessere del personale è priorità assoluta di questa Organizzazione sindacale.

È inconcepibile accettare che i Carabinieri di vigilanza fissa presso Presidi Istituzionali debbano rimane esposti all’irraggiamento solare diretto, privati di un idoneo riparo, con  ventilatore ad aria forzata, finalizzato ad evitare che lo stesso diventi, a sua volta, un ulteriore aggravio delle condizioni di lavoro.

Sono certo che Lei, On. Guido Crosetto, interverrà autorevolmente per migliorare le condizioni di lavoro dei tanti Carabinieri che nella stagione estiva sono costretti a svolgere il loro dovere, esponendosi a grave pericolo per la propria salute.

Con deferenza.

SCARICA QUESTA NOTA IN PDF

 

Il SIC si oppone fermamente alla proposta che prevede l’affidamento alle FF.PP. della vigilanza ai detenuti delle R.E.M.S (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza)

Fluminimaggiore, 20 luglio 2024

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA

On. Guido CROSETTO

ROMA

e, per conoscenza:

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Gen. C.A. Teo LUZI

ROMA

 

Oggetto: Il SIC si oppone fermamente alla proposta che prevede l’affidamento alle FF.PP. della vigilanza ai detenuti delle R.E.M.S (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza).

Il SIC ha appreso da alcuni articoli di stampa che il Governo sta valutando una proposta di legge che prevederebbe l’impiego degli appartenenti alle Forze di polizia a competenza generale nella vigilanza ai detenuti delle R.E.M.S (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza).

Alla base di questa inconcepibile proposta vi è l’errata convinzione che i soggetti sottoposti a queste misure debbano essere considerati soggetti a cui applicare la vigilanza sanitaria e, in tal caso, tale compito non spetterebbe più alla Polizia Penitenziaria.

A prescindere dallo status dei detenuti trattenuti nelle R.E.M.S., se dovesse passare questa proposta, potremmo affermare che siamo davanti ad uno stato di alienazione mentale, determinato dall’abbandono di ogni criterio di giudizio.

È inconcepibile e riprovevole destinare le Forze di polizia alla vigilanza delle R.E.M.S..

Proprio in questo risiede l’assurdità e la pericolosità della proposta, perché verrebbero sottratte risorse a Istituzioni su cui grava il difficilissimo compito del controllo del territorio e di contrasto al crimine già gravemente compromesso per la cronica carenza degli organici che affligge tutte le Amministrazioni del Comparto Sicurezza.

Il SIC non intende rimanere in silenzio sul dossier posto all’attenzione del Governo per attribuire alle Forze di polizia a competenza generale la vigilanza dei soggetti che hanno commesso reati e che non sono imputabili per incapacità di intendere e di volere ma che sono violenti e pericolosi per l’incolumità delle altre persone.

L’assurdità di tale proposta evidenzia la mancanza di qualsiasi fondamento e giustificazione sul piano logico e pratico sul corretto impiego delle Forze di polizia a competenza generale che risulta essere, peraltro, di assoluta sconvenienza sotto il profilo del mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica nel territorio nazionale.

Tale inconcepibile ed inattuabile proposta si pone, tra l’altro, in palese contrasto sia con i principi affermati dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 22/2022(1), sia con la giurisprudenza della Corte di Cassazione (Sez. IV N.28369 del 19/7/2022) che ha affermato la natura detentiva della misura di sicurezza di ricovero nelle R.E.M.S..

Ma soprattutto determinerebbe una vera e propria degenerazione gestionale organizzativa, giacché gli appartenenti alle Forze di polizia a competenza generale non hanno ricevuto alcuna formazione per la gestione delle persone detenute e, ancor più, per quelle insane di mente e, soprattutto, pregiudicherebbe la sicurezza dei cittadini e dei nostri territori, a totale vantaggio della criminalità organizzata diffusa, anche di matrice eversiva.

Questa proposta espone a gravissimo rischio le Forze di polizia a competenza generale.

La sicurezza e l’incolumità delle persone devono essere la massima preoccupazione della società, in particolare dei Funzionari e delle Organizzazioni pubbliche.

Una cultura sulla sicurezza è indispensabile per una società civile.

La sicurezza sul lavoro passa in primis dalla sicurezza dei luoghi e delle strutture in cui si è chiamati ad operare.

Per una cultura della prevenzione, è fondamentale all’interno di ciascuna Organizzazione individuare i fattori di rischio, valutare i rischi, individuare le misure di sicurezza e salubrità dell’ambiente di lavoro, elaborare le misure preventive e protettive e dei sistemi di controllo delle misure adottate e delle procedure di sicurezza.

Il bisogno di sicurezza rappresenta per chi lavora un fattore di snodo tra sopravvivenza e serenità che può manifestarsi in vari modi e riguardare sia elementi fisici che elementi psichici.

Per questo motivo, non si può concepire un sistema di tutela della salute del lavoratore senza considerare l’aspetto psicologico e il benessere lavorativo che da essa dipende.

Il SIC chiede a Lei, sig. Ministro della Difesa, On. Guido CROSETTO, di intervenire presso i competenti Organi istituzionali perché non venga approvata tale proposta di legge, per non pregiudicare la sicurezza dei cittadini e dei nostri territori.

“Salus populi summa lex erit”.

(“La sicurezza del popolo sarà la legge più alta”).

De legibus di Marco Tullio Cicerone.

 

Con incondizionata stima, porgo ossequiosi saluti.

(1) Detta sentenza ha statuito, ai sensi degli articoli 2 e 25 della nostra Carta costituzionale, che la misura di sicurezza del ricovero nelle R.E.M.S. sia con una forma di tutela da parte dello Stato dei diritti inviolabili della persona alla vita e all’incolumità per proteggere i terzi dalle condotte violente che possono essere poste in essere dagli autori del reato non imputabili per incapacità di intendere e di volere, e per questo risulta affidata al Pubblico Ministero, con le modalità e le disposizioni compatibili previste per l’ordinamento e il regolamento penitenziario.

SCARICA QUESTA NOTA IN PDF

Le legittime aspirazioni professionali del Carabiniere cessano al compimento dei 45 anni perché considerato “vecchio”

Fluminimaggiore, 10 Luglio 2024

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Le legittime aspirazioni professionali del Carabiniere cessano al compimento dei 45 anni perché considerato “vecchio”.

Nell’esclusivo interesse di tutelare il benessere ed i diritti dei nostri Associati, il Sindacato Indipendente Carabinieri segnala che, da diversi anni, il conseguimento di specializzazioni, corsi e impieghi in determinati Reparti, vengono preclusi al personale che ha raggiunto i 45 anni e, talvolta, addirittura i 42 anni.

Premesso che il futuro pensionistico stia gradualmente lievitando, è fortemente irragionevole limitare le aspirazioni professionali dei Carabinieri, assoggettandoli ad un requisito anagrafico che non è assolutamente utilizzabile quale riferimento di efficienza e/o produttività.

Le aspirazioni professionali costituiscono stimolo ed incontenibile serenità psicofisica per il Carabiniere.

E’ doveroso fare osservare che, talvolta, le modalità con le quali vengono spesso prescelti alcuni Colleghi rispetto ad altri, risultano essere celati da stranezze oggettive (pochi anni di servizio, note caratteristiche non apicali o con assenza di ricompense).

Proprio a causa di queste stranezze alcuni Colleghi, malgrado siano professionalmente referenziati, anche e soprattutto sull’esperienza diretta, impiegano qualche anno in più rispetto ad altri per coronare la propria aspirazione professionale.

La Costituzione, madre di tutte le fonti del diritto, agli artt. 3 e 5 difende l’uguaglianza sociale e la tutela del lavoro, non ponendo alcun limite anagrafico al cittadino.

Appare pertanto, consequenziale che qualsiasi Carabiniere, collocato nella posizione di “abile al servizio incondizionato”, non debba essere ridimensionato al solo impiego territoriale delle Stazioni.

Inoltre, sentirsi discriminato per un illogico range anagrafico, genera profondo malessere psicofisico nei confronti di coloro che vogliono ancora elevare il proprio livello professionale, apportando tra l’altro la propria importantissima ed essenziale esperienza acquisita, in quei Reparti in cui l’anziano può costituire soltanto saggezza, guida e capacità di analisi.

Inoltre occorre fare disamina oggettiva di questo irragionevole orientamento amministrativo.

Se si dovesse applicare questa direttiva si chiede il perché, poi, determinati Colleghi possano continuare a restare in quei Reparti, ormai destinati solo ai cosiddetti giovani, nonostante abbiano raggiunto età superiori ai 45 anni?
Per di più appare estremamente contraddittorio considerare “gli anziani” idonei soltanto alle Stazioni.

Laddove in questi Reparti, Militari ultracinquantenni vengono costantemente impiegati in servizi esterni, anche in arco serale e notturno, di O.P. e in complesse attività di polizia giudiziaria, senza alcuna limitazione, mentre lo stesso Militare viene giudicato inidoneo a ricoprire incarichi in Reparti Speciali ove sovente viene richiesto un minore impegno fisico.

Questo irrazionale orientamento porterebbe ad avere Stazioni con personale over 45, collocando i “giovani” in posti d’élite anche senza essere in possesso della necessaria esperienza territoriale.

Chiediamo a chi ha potere decisionale di eliminare immediatamente il limite anagrafico de quo in quanto contro i fondamenti della Costituzione Italiana auspicando un percorso collaborativo teso ad evitare di ricorrere alle opportune sedi, chiedendo ingenti indennizzi da parte di chi ad oggi è stato intenzionalmente e dolosamente collocato in forzata “fine carriera professionale” da un determinato orientamento direttivo.

Fiducioso in un Suo autorevole intervento correttivo, formulo ossequiosi saluti.

 

SCARICA QUESTA NOTA IN PDF

Efferata rapina a Sassari, colpi esplosi contro i Carabinieri. Improcrastinabile inasprire pene e incrementare organici e dotazioni delle Forze dell’Ordine. Lettera al Ministro della Difesa

Fluminimaggiore, 29 giugno 2024

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA
On. Guido Crosetto
e p.c.
AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Efferata rapina a Sassari, colpi esplosi contro i Carabinieri.
Improcrastinabile inasprire pene e incrementare organici e dotazioni delle Forze dell’Ordine.

Signor Ministro,
nella serata di ieri 28 giugno 2024, otto uomini armati, hanno rapinato la sede dell’Istituto di Vigilanza Mondialpol di Sassari, asportando un ingente somma di denaro custodita nel caveau.

Una rapina pianificata nei minimi dettagli da soggetti estremamente pericolosi.
Prima dell’assalto all’Istituto, i rapinatori hanno incendiato diverse auto abbandonate al centro delle maggiori arterie stradali adiacenti all’obiettivo individuato, allo scopo di rallentare i veicoli delle Forze di Polizia.

Gli automobilisti in transito hanno assistito atterriti all’efferata azione di inaudita violenza da parte dei rapinatori.

Per assicurarsi la fuga, i banditi hanno esploso numerosi colpi d’arma da fuoco contro un equipaggio della Sezione Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Sassari.
Fortunatamente i colpi esplosi hanno attinto il parabrezza antiproiettile della Giulietta dei Carabinieri, evitando l’uccisione dei nostri Colleghi, che sono rimasti miracolosamente illesi.

Nelle provincie di Sassari, Nuoro e Oristano è scattato il piano anti rapina con posti di blocco ovunque.

Nel momento in cui scriviamo, tutte le Forze di Polizia sono sulle tracce del commando con numerose pattuglie. Elicotteri della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri si sono levati in volo per coadiuvare le ricerche delle autopattuglie.
Anche in occasione di questo efferato reato, le Donne e gli Uomini in divisa dell’Arma dei Carabinieri sono intervenuti massicciamente, senza limiti temporali, dimostrando un altissimo senso del dovere e profonda abnegazione.

In più occasioni, il SIC ha evidenziato l’impareggiabile impegno delle Forze dell’Ordine che, tuttavia, non è al momento sufficiente a migliorare il sistema Sicurezza, che richiede invece un immediato intervento in termini di incremento degli organici, considerata la forte crescita dei fenomeni delinquenziali.
Il SIC ha, altresì, chiesto un rinnovato impegno di collaborazione interistituzionale per il miglioramento delle condizioni di lavoro degli appartenenti alle FF.PP. e la creazione di tavoli tecnici permanenti in cui studiare gli interventi da attuare per accrescere la sicurezza.

Occorre, senza ulteriore indugio, rinnovare i veicoli in dotazione alle Forze di Polizia.
Allo stato attuale, non tutti i veicoli sono dotati di sistemi di sicurezza passiva che garantiscano la totale incolumità dei Servitori dello Stato in occasione di sparatorie.

LA SICUREZZA DI COLORO CHE TUTELANO LO STATO NON HA PREZZO O COLORE POLITICO.

Il SIC esprime vicinanza all’equipaggio dei Carabinieri intervenuti che sono stati bersaglio della violenta azione di fuoco da parte dei rapinatori.
Un plauso a tutte le Forze di Polizia che, in perfetto coordinamento e sinergia, hanno dimostrato piena efficienza ed una presenza attiva sul territorio.

Il SIC si rivolge a Lei, On. Guido CROSETTO, perché il Governo si attivi celermente per migliorare gli equipaggiamenti in uso alle Forze di Polizia e per l’inasprimento delle pene per i reati predatori operati con violenza e per ogni aggressione contro i Servitori dello Stato.

Colgo l’occasione per formulare un deferente saluto.

SCARICA QUESTA NOTA IN PDF

Sic – Sindacato Indipendente Carabinieri. “Operazione verità“

Fluminimaggiore, 26 Giugno 2024

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA
On. Guido Crosetto

e p.c.

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Sic – Sindacato Indipendente Carabinieri “Operazione verità“

Onorevole Signor Ministro,
nella mattinata di ieri, attraverso i social network, è stato pubblicato da sei APCSM dell’Arma dei Carabinieri (SIM CC, USIC, UNARMA, NSC, SIULCC e USMIA) un comunicato indirizzato al Signor Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, avente oggetto “Associazioni Sindacali Arma in agitazione” .

Dalla lettura del documento parrebbe che vi siano delle discrasie e conflittualità tra le succitate APCSM e gli Stati Maggiori del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri.

Già da tempo il SIC ha segnalato (si vedano, a titolo di esempio, le allegate note del 10 e 18 Giugno) al sig. Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Teo Luzi, l’assenza di rapporti e di confronto tra le sigle sindacali e gli Uffici di vertice in merito alle numerose criticità afferenti il benessere del personale e la sicurezza dei luoghi di lavoro.

Allo stato attuale, gli Uffici Relazioni Sindacali sono inquadrati all’interno degli Stati Maggiori e da essi dipendenti.
In considerazione di ciò, le problematiche segnalate dalle APCSM vengono preliminarmente valutate dagli Stati Maggiori che, in più occasioni, non hanno fornito alcun riscontro.
Il mancato riscontro lascia dedurre che le criticità segnalate non siano state doverosamente partecipate al sig. Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri.

È inaccettabile ed inammissibile che le APCSM dell’Arma dei Carabinieri, iscritte all’Albo del Ministero della Difesa, non possano avere un confronto diretto con il sig. Comandante Generale e debbano rapportarsi con i Capi degli Stati Maggiori che continuano ad omettere di fornire risposte alle problematiche rappresentate, evidenziando assoluto disinteresse sulle tematiche riguardanti il benessere del personale e la sicurezza dei luoghi di lavoro.

Lei stesso, sig. Ministro della Difesa, in più occasioni, ha sottolineato l’importanza e la valenza insostituibile di un rapporto diretto e leale tra le APCSM ed i Comandanti di vertice.
Si rivela di fondamentale importanza che gli Uffici Relazioni Sindacali siano posti alle dirette dipendenze del Comandante Generale e non del Capo di Stato Maggiore, per evitare che l’azione di filtraggio determini ritardi negli interventi o una sottovalutazione della problematica rappresentata.

On. Guido Crosetto, in occasione dell’incontro da Lei avuto con le APCSM iscritte all’Albo Ministeriale in data 16 Novembre 2023, ha promesso l’istituzione di apposito Ufficio Relazioni Sindacali in seno al Ministero della Difesa, con il compito di relazionarsi con le sigle sindacali di tutte le Forze Armate, per un diretto confronto con Lei sulle tematiche di interesse collettivo.

Nonostante le sue raccomandazioni, i Comandanti di vertice dell’Arma dei Carabinieri non coinvolgono le APCSM allorquando devono assumere decisioni riguardanti il miglioramento delle condizioni lavorative del personale.
I Comandi di vertice non possono precludere alle sigle sindacali iscritte all’Albo Ministeriale di intervenire per la trattazione di tematiche concernenti il benessere e la salubrità dei luoghi di lavoro.
Un atteggiamento pressappochista, a lungo termine, rischia di danneggiare le fondamenta e l’efficienza della Compagine Militare.

Appare abbastanza singolare che, tra tutte le incongruenze segnalabili, le sigle sindacali rappresentative dell’Arma dei Carabinieri abbiano fatto esplicito riferimento all’art. 1479 bis del Codice dell’Ordinamento Militare “Diritti e tutela dei militari che rivestono una carica statutaria “.
Ogni APCSM dovrebbe seguire politiche di lealtà e di confronto costruttivo verso le Istituzioni con le quali deve interagire, nell’esclusivo interesse di tutelare e salvaguardare gli interessi collettivi dei propri iscritti, senza tornaconto personale.
Un attacco ai vertici dell’Arma, a due mesi dalla scadenza del mandato del Signor Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, richiama alla memoria i tempi trascorsi della Rappresentanza Militare.

La Rappresentanza Militare fa parte di un tempo andato, in cui le dinamiche relazionali con i Comandi di vertice erano caratterizzate, nella maggioranza dei casi, da rapporti clientelari.
Minacciare una totale chiusura dei rapporti tra APCSM e Istituzione è da considerare atto deplorevole ed irresponsabile.
Il confronto con l’Amministrazione è assolutamente necessario quando si è chiamati a tutelare gli interessi collettivi di una moltitudine di Associati.

Il SIC auspica che le convocazioni siano estese a tutte le APCSM, perché, quando si affrontano i temi legati al benessere del personale, solo la pluralità di giudizio e di analisi consente di pervenire ad una più esaustiva risoluzione della problematica.

Non voler lavorare insieme all’Ufficio Relazioni Sindacali e all’Ufficio Trattamento Economico del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, sia per quanto concerne il delicato rinnovo contrattuale in atto, sia per quanto riguarda la determinazione del F.E.S.I., appare anacronistico, poiché è come se le sigle sindacali proponenti stessero affermando di non voler tutelare i diritti dei propri assistiti.

Questo perché, anche se è specificato che saranno presentate autonome congiunte proposte direttamente alla “Funzione Pubblica”, la frammentazione delle posizioni e la possibile discordanza delle richieste tra le APCSM e il Comando Generale si ritiene non giovino al diritto di tutti i Carabinieri di vedere migliorato il trattamento economico di servizio.
Se l‘obiettivo era quello di tutelare l’immagine dell’Istituzione, il mezzo è risultato inappropriato; se il fine auspicabile era quello della sana coesione e del rispetto reciproco delle funzioni…la strada da percorrere è ancora lunga.

La tutela degli iscritti va dimostrata giorno per giorno, come questo SIC ha fatto anche in occasione delle problematiche logistiche emerse durante il G7 in Puglia.

La contrattazione collettiva, la tutela dei diritti, la rappresentanza, l’assistenza e la consulenza…compiti principali di un Sindacato che non possono essere dismessi a seguito di presunte o reali problematiche con i rispettivi interlocutori.

Con sincera stima,

SCARICA QUESTA NOTA IN PDF

Vertice “G7” – Borgo Egnazia, 13-15 giugno 2024. È il momento di fare chiarezza su tutto quello è accaduto

SIC/CG10-2024 Fluminimaggiore, 18 Giugno 2024

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Vertice “G7” – Borgo Egnazia, 13-15 giugno 2024.
È il momento di fare chiarezza su tutto quello è accaduto.

Preg.mo sig. Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri,

nell’esclusivo interesse di tutelare il benessere dei nostri Associati e in un clima di leale collaborazione, chiediamo il suo autorevole intervento perché venga fatta chiarezza su quanto accaduto nel “G7” ed in particolare sull’organizzazione logistica dell’evento.

Il vertice internazionale “G7” è appena terminato.
Grazie al lodevole impegno di tanti Servitori dello Stato non si sono registrate criticità.
L’evento ha avuto un felice epilogo, grazie all’altissimo senso di responsabilità e spiccata professionalità dimostrata da tutti i Carabinieri impiegati nel delicato compito di vigilanza e di sicurezza.

A conclusione di questo importante evento, è necessario confrontarsi per analizzare le molteplici problematiche registrate e gli innumerevoli disagi che i Carabinieri hanno dovuto sopportare/fronteggiare, soprattutto nelle fasi iniziali mentre soggiornavano all’interno della nave da crociera “Goddess of The Night”, che di positivo aveva solo il nome mentre si è rivelata essere un girone infernale dantesco.

Sig. Comandante Generale, ci chiediamo se, nel mese di maggio 2024, si siano svolti incontri tra lo Stato Maggiore dell’Arma dei Carabinieri e le Autorità Governative e della Provincia di Brindisi per l’organizzazione logistica dell’evento e per garantire idonei alloggiamenti ai Carabinieri e tra questi anche le Donne e gli Uomini iscritti al SIC.

Semmai vi fossero stati degli incontri, come mai non sono state invitate le APCSM iscritte all’Albo Ministeriale, peraltro come avvenuto in passato per altre tematiche?

La giustificata forte delusione dei nostri Colleghi per il trattamento ricevuto non è stata provocata, tuttavia, soltanto dalle gravi disfunzioni alloggiative e sanitarie rilevate negli ambienti della nave, ma ha trovato nutrimento in tutte le fasi che hanno caratterizzato l’arrivo in contemporanea di oltre 2.000 Operatori di polizia nella struttura che li doveva accogliere.

Attraverso numerose segnalazioni che abbiamo ricevuto, è stata riscontrata una totale assenza da parte di chi era tenuto a curare le operazione di check-in.

Un’organizzazione inadeguata che ha costretto i Colleghi a fare molte più ore di fila prima di avere indicazioni sulla cabina che li doveva ospitare … per poi, in diversi casi, trovarla occupata da altri e quindi dovere ricominciare da capo.

Il disastro è esploso in tutta la sua drammaticità… lasciando alla improvvisazione e disorganizzazione la gestione di quella che era divenuta una vera emergenza.

Il SIC vuole ringraziare il Comandante di Legione Puglia e i suoi Comandanti Provinciali e territoriali, che alla fine vi hanno messo la faccia, adoperandosi per reperire con solerzia una alternativa dignitosa per i Carabinieri. Gesto, questo, particolarmente apprezzato da tutti i colleghi.

Signor Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, per quanto accaduto, ai Carabinieri comandati a svolgere un particolare servizio e a chi li rappresenta riteniamo sia doveroso dare dei chiarimenti.

Pertanto Le chiediamo, di voler programmare un incontro che abbia come finalità un costruttivo ed approfondito confronto con il SIC le altre APCSM che ne abbiano interesse.

In attesa di cortese riscontro, l’occasione è gradita per inviare i più Cordiali Saluti.

Con sincera e profonda stima,

 

 

 

SCARICA QUESTA NOTA IN PDF

Vertice G7 Puglia, 13-15 Giugno 2024, conferimento di un “attestato di merito” con relativo “nastrino” per il personale dell’Arma dei Carabinieri

Fluminimaggiore, 11 Giugno 2024

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Vertice G7 Puglia, 13-15 Giugno 2024 – Conferimento di un “attestato di merito” con relativo “nastrino” per il personale dell’Arma dei Carabinieri.

Preg.mo Sig. Comandante Generale,
migliaia di Donne e Uomini dell’Arma dei Carabinieri si trovano già in Puglia ove, da giovedì 13 a sabato 15, sono chiamati a garantire il regolare svolgimento dell’importante vertice internazionale del G7 e la sicurezza dei Capi di Stato e di Governo dei sette Stati membri, oltre al Presidente del Consiglio Europeo e alla Presidente della Commissione Europea in rappresentanza dell’Unione Europea che vi parteciperanno, e delle rispettive delegazioni.

Dobbiamo assolutamente evidenziare il notevole sforzo, non solo professionale, che i nostri Colleghi saranno chiamati a profondere.

È già ben noto il forte disagio che gran parte degli stessi stanno patendo sin dal loro arrivo a causa di una organizzazione logistica che ha evidenziato delle criticità, con conseguente ricaduta negativa sul morale e benessere dei Militari.

Le chiediamo di volere valutare favorevolmente, sin da adesso, l’istituzione ed il conferimento di un “attestato di merito” con relativo “nastrino” per tutti i Carabinieri impegnati nei servizi correlati al citato G7. Questi Carabinieri, con spirito di abnegazione, elevato senso di responsabilità e spiccata capacità professionale, espleteranno i delicati servizi di vigilanza e protezione per la durata dell’importante evento.

In attesa di un cortese riscontro, l’occasione è gradita per formulare deferenti saluti.

Con incondizionata stima ed ammirazione.

SCARICA QUESTA NOTA IN PDF

Le Organizzazioni Sindacali dell’Arma Carabinieri escluse dal confronto per l’organizzazione logistica del G7. Lettera al Ministro della Difesa

Fluminimaggiore, 10 Giugno 2024

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA
On. Guido Crosetto

Oggetto: Le Organizzazioni Sindacali dell’Arma Carabinieri escluse dal confronto per l’organizzazione logistica del G7.

 

Onorevole Signor Ministro,

nel mese di Maggio 2024, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha incontrato le sigle sindacali della Polizia di Stato per confrontarsi sugli aspetti logistici relativi al G7.
In occasione di questi incontri, le sigle sindacali della Polizia di Stato hanno ricevuto ampie assicurazioni sulle ottimali condizioni alloggiative riservate al personale rappresentato.

Il G7 prevede l’impiego di oltre 2.000 Carabinieri che stanno alloggiando all’interno di navi da crociera ormeggiate nel porto di Brindisi.
La situazione alloggiativa nelle navi risulterebbe non decorosa e ai limiti della decenza.

A differenza delle sigle sindacali della Polizia di Stato, le Organizzazioni sindacali dell’Arma dei Carabinieri non sono state invitate a partecipare alle attività propedeutiche svoltesi lo scorso Maggio.

Il mancato coinvolgimento delle APCSM dell’Arma dei Carabinieri è ingiustificabile perché parliamo di condizioni lavorative e di sicurezza e salubrità dei luoghi di lavoro e dei locali ove gli stessi devono soggiornare.

Riteniamo che sia di fondamentale importanza ed irrinunciabile il confronto diretto tra le Organizzazioni Sindacali e le Istituzioni, allorquando si trattano argomenti di interesse collettivo afferenti la sicurezza ed il benessere dei Carabinieri.

On. Guido Crosetto, vogliamo ricordare a tutte le figure Istituzionali che le APCSM sono state volute dal Legislatore per tutelare i diritti del personale militare e la mancata partecipazione delle stesse ai tavoli tecnici in cui si parla del benessere dei Militari costituisce una limitazione all’esercizio dell’attività sindacale.

Le APCSM sono nate per confrontarsi con le Istituzioni al fine di migliorare le condizioni lavorative della Compagine Militare, in un rapporto di leale e fattiva collaborazione.

Siamo certi, Signor Ministro della Difesa, che le criticità di natura logistica, registratesi sinora all’interno delle navi che ospitano i nostri Associati, troveranno tempestiva risoluzione.

Auspichiamo per il tratto a venire che le Organizzazioni Sindacali militari vengano tenute in considerazione per tutto ciò che riguarda il benessere e le condizioni lavorative degli iscritti.

Con sincera stima.

SCARICA QUESTA NOTA IN PDF

Mogli dei Carabinieri di serie A e mogli dei Carabinieri di serie B. Trasparenza e parità di trattamento tra le APCSM. Aspetti deontologici

Fluminimaggiore, 6 Giugno 2024

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Mogli dei Carabinieri di serie A e mogli dei Carabinieri di serie B. Trasparenza e parità di trattamento tra le APCSM. Aspetti deontologici.

Sig. Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri,

vogliamo sottoporre alla sua attenzione una discrasia verificatasi in occasione della cerimonia del 210^ anniversario della fondazione della nostra amata Istituzione.

L’espressione “predicare bene e razzolare male” appare quanto mai calzante per quello che le rappresenteremo.
Tutti conosciamo il significato di questa espressione.
La si attribuisce all’atteggiamento di una persona che sembra giusta e onesta nel parlare, ma si comporta in modo ben diverso, mostrando un’evidente dissonanza “fra il dire e il fare”.

In occasione della cerimonia del 210° anniversario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri, tenutasi nella Caserma “Salvo d’Acquisto” a Roma, il Segretario Generale del SIC e altro Dirigente hanno notato la presenza nella tribuna presidenziale di una civile seduta a fianco al Segretario Generale dell’USIC, sig. Antonio TARALLO, e precisamente nei posti riservati esclusivamente ai Militari che rivestono cariche dirigenziali in seno alle APCSM.

La persona seduta a fianco del Segretario Generale dell’USIC risulta essere la moglie dello stesso sig. Antonio TARALLO.

In data 01 Giugno 2024, in occasione dell’avvicendamento nella carica del Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, non è stato consentito l’accesso di un Dirigente nazionale del SIC nella sala del Comando Generale ove si stava svolgendo la cerimonia, perché era stata autorizzata solo la presenza dei Segretari Generali Nazionali delle varie Organizzazioni sindacali.

Il SIC chiede se sia deontologicamente corretto attuare una disparità di trattamento nell’individuazione delle persone a cui consentire l’accesso nella tribuna presidenziale.

Vogliamo capire quale differenza esista tra la moglie del sig. Antonio TARALLO e le mogli, le compagne e le fidanzate dei restanti 113.000 Carabinieri d’Italia.

Se qualcuno ha voluto creare questa differenza, questi ha gravemente offeso la dignità di tutti i Carabinieri.

Un comportamento rispettoso di norme e procedure, attuato in modo non eccessivamente formale ma con linearità e coerenza, che escluda qualsiasi disparità di trattamento o favoritismo, può rappresentare un caposaldo di riferimento per il prosieguo di un dialogo costruttivo e trasparente tra l’Amministrazione e le APCSM.

Ci chiediamo, altresì, se gli Uffici che la coadiuvano stiano operando nel rispetto della trasparenza e con parità di trattamento, attenendosi scrupolosamente a quanto da Lei disposto.

In considerazione di quanto accaduto ieri e dei fatti pregressi, sembrerebbe che la sigla sindacale USIC goda di un “trattamento preferenziale” o che siano tollerati comportamenti non in linea alle vigenti disposizioni di Legge e circolari emanate dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri.

Non essendo una Dirigente sindacale, chiediamo se la moglie del sig. Antonio TARALLO sia stata o meno autorizzata ad occupare un posto nella tribuna presidenziale riservato esclusivamente ai Dirigenti sindacali.

È doveroso precisare che nell’invito pervenuto alle APCSM per presenziare alla cerimonia odierna era stato autorizzato l’accesso esclusivamente ai Segretari Generali Nazionali e ad un Dirigente.

In mancanza di riscontro, segnaleremo l’accaduto al sig. Ministro della Difesa.

Con deferenza.

SCARICA QUESTA NOTA IN PDF

Inquadramento nella dirigenza civile dei Dirigenti militari inidonei al servizio militare incondizionato (Ufficiali Superiori e Ufficiali Generali)

Fluminimaggiore, 21 Maggio 2024

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA

On. Guido Crosetto

e p.c.

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Inquadramento nella dirigenza civile dei Dirigenti militari inidonei al servizio militare incondizionato (Ufficiali Superiori e Ufficiali Generali).

Il Codice dell’ordinamento militare (D.Lgs. 15 marzo 2010, n. 66) prevede – in seguito alle modifiche ad esso apportate dai provvedimenti di cd. “riordino delle carriere”, ossia il D.Lgs. 29 maggio 2017 n. 94, per le Forze Armate, e il D.Lgs 29 maggio 2017 n. 95, per le Forze di Polizia – che la carriera dell’Ufficiale abbia “sviluppo dirigenziale” (art. 627, co. 3, del COM);

a tale riguardo, i predetti provvedimenti di revisione dei ruoli hanno individuato nel grado di Maggiore delle Forze armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare il primo livello dirigenziale (e nella qualifica corrispondente di vice questore aggiunto delle Forze di polizia ad ordinamento civile), con la conseguente estensione al relativo personale della disciplina normo-economica della dirigenza (ivi compresa la cd. “indennità dirigenziale” corrisposta ai Maggiori, ai Tenenti Colonnelli, ai Colonnelli e ai Generali di Brigata ex art. 1820 del COM, che ha sostituito la precedente “indennità perequativa” che spettava ai soli dirigenti militari in possesso della relativa qualifica ante riordino, ossia Colonnelli e Generali);

il riconoscimento dello status dirigenziale per i Maggiori e i Tenenti Colonnelli ha altresì indotto il legislatore, quale ulteriore corollario, a modificare l’art. 24 della L. 448/1998 che sancisce il cd. adeguamento retributivo annuale automatico, calcolato in base all’indice ISTAT, per docenti universitari, dirigenti delle Forze Armate e di Polizia, della carriera diplomatica e prefettizia, dei magistrati e avvocati dello Stato; il riordino del 2017, infatti, estende tale meccanismo di adeguamento automatico anche ai Maggiori e ai Tenenti Colonnelli (i discendenti DPCM di adeguamento annuale infatti – da ultimo quello dell’8 gennaio 2024 –  adottati su proposta del Ministro per la Pubblica Amministrazione  e del Ministro dell’Economia e delle Finanze nella relativa relazione tecnico-illustrativa correttamente motivano l’applicabilità del decreto ai Maggiori e ai Tenenti Colonnelli, “…in quanto inquadrati nella dirigenza dal 1° gennaio 2018”);

lo stesso Ministero dell’Economia e delle Finanze nel Conto annuale del personale pubblico predisposto dalla Ragioneria Generale dello Stato inserisce i Maggiori e i Tenenti Colonnelli nel novero del personale statale dirigente (quali Ufficiali Superiori, analogamente ai Colonnelli) così come i Generali di Brigata, di Divisione e di Corpo d’Armata inquadrati a loro volta tra i dirigenti pubblici facenti parte della categoria degli Ufficiali Generali;

a fronte del predetto ed inequivocabile quadro normativo, va rilevato, tuttavia, che se un Maggiore/Tenente Colonnello (e gradi corrispondenti della Polizia di Stato) non dovesse risultare più idoneo al servizio militare incondizionato per lesioni dipendenti o meno da causa di servizio questi (ai sensi dell’art. 930, co. 1-sexies del COM) “…può presentare domanda di transito…manifestando espressamente il proprio consenso all’inquadramento nella posizione apicale di livello non dirigenziale del Ministero della Difesa”; altrimenti, ove non esercitasse tale facoltà, verrebbe posto in congedo assoluto, perdendo, di fatto, il proprio posto di lavoro. In buona sostanza, i Maggiori e i Tenenti Colonnelli, pur essendo dirigenti pubblici – sulla base del sopra esposto quadro normativo – in caso di sopraggiunta inidoneità al servizio militare (per motivazioni sovente riconducibili al servizio: si pensi a lesioni fisiche intervenute in seguito ad attività di servizio di tipo “operativo”) devono prestare il proprio consenso ad essere demansionati ex lege e a venir inquadrati nell’area prevista per i capitani/commissari capo ovvero la terza area funzionale F 4 dei funzionari; altrimenti non rimarrebbe loro che il congedo assoluto;

analoga e ben più paradossale situazione riguarda i militari nel grado di Colonnello in su in quanto la legge nulla prevede. Pertanto, qualora Colonnelli e Generali risultassero inidonei al servizio militare incondizionato – anche a causa di attività di servizio – non potrebbero transitare nei ruoli civili del Ministero della Difesa né in altra Pubblica Amministrazione, di fatto venendo posti in congedo e perdendo il proprio posto di lavoro;

tale situazione risulta altamente penalizzante in quanto con il sistema contributivo un Colonnello (ovvero un Primo Dirigente della Polizia di Stato) che per sventura risultasse inidoneo al servizio militare potrebbe trovarsi anche a 43 anni senza lavoro e una retribuzione dignitosa. Inoltre, anche sotto il profilo etico e morale appare doveroso che lo Stato riconosca la possibilità di continuare a prestare la propria opera professionale ai propri dirigenti del “comparto difesa-sicurezza” (senza subordinare tale possibilità come nel caso di Maggiori e Tenenti Colonnelli ad un vero e proprio demansionamento) nella piena consapevolezza che lo Stato non abbandona i propri “servitori” che, per i particolari compiti demandati alle Forze armate e di polizia, sono sovente chiamati allo svolgimento di delicati compiti di servizio che comportano la necessità di esporsi a pericoli e che i medesimi rappresentano una risorsa umana e professionale da valorizzare. La suddetta problematica, oggetto di recente interrogazione parlamentare (nr. 253 in data 29/02/24 presentata da on. Riccardo  De Corato) risulta particolarmente sentita dal personale militare anche nella considerazione della possibilità d’intervenire senza oneri per lo Stato.

Sarebbe in proposito auspicabile un intervento normativo che consentisse ai Dirigenti militari e delle forze di polizia in caso di inidoneità al servizio militare incondizionato per lesioni dipendenti o meno da causa di servizio il transito:

  1. nella dirigenza civile in presenza di vacanza organica. In tal modo oltre a non accrescere gli oneri per la finanza pubblica (si tratta di spese per stipendi che comunque lo stato dovrebbe affrontare per colmare le posizioni vacanti), si risparmierebbero gli oneri per nuovi concorsi consentendo di non disperdere la professionalità dei dirigenti delle Forze Armate che in tal modo potrebbero portare un valore aggiunto in altre Pubbliche Amministrazioni;
  2. in un ruolo civile dirigenziale e temporaneo ad hoc istituito in ambito Ministero Difesa con compiti di alta vigilanza, ispettivo e di supporto logistico nelle more del collocamento nei ruoli della dirigenza civile di cui al punto a).

Un deferente saluto.

 SCARICA QUESTA NOTA IN PDF