Il SIC chiede al Ministro Crosetto che i Carabinieri possano viaggiare gratuitamente sui mezzi pubblici in tutto il territorio nazionale

MINDIF14-2024 Fluminimaggiore, 8 Novembre 2024

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA
On. Guido Crosetto
e p.c.
AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Il SIC chiede che i Carabinieri possano viaggiare gratuitamente sui mezzi pubblici in tutto il territorio nazionale

Il SIC chiede al Signor Ministro della Difesa, On. Guido CROSETTO, di intervenire nelle opportune sedi perché venga siglato un protocollo d’intesa per il trasporto gratuito dei Carabinieri pendolari, con l’obiettivo di garantire una maggiore sicurezza dei viaggiatori e del personale di bordo.

Ormai le violenze in danno dei viaggiatori e del personale che lavora nel settore del trasporto pubblico sono all’ordine del giorno e in crescente aumento.
Nei social vengono diffuse immagini di inaudita violenza contro i Controllori, Capitreno e passeggeri. Violenze operate da giovani e adulti per futili motivi. Molto spesso la semplice richiesta di esibizione del documento di viaggio a chi ne è sprovvisto scatena una ingiustificata aggressione.

L’aumento delle aggressioni in danno del personale che lavora nei treni e nei mezzi di trasporto pubblico ha assunto carattere emergenziale e desta grave allarme sociale ed una sensazione di insicurezza generale in chi giornalmente viaggia sui treni italiani o su altri mezzi pubblici di trasporto.
In più occasioni, solo l’intervento tempestivo di passeggeri appartenenti all’Arma dei Carabinieri ha scongiurato il verificarsi di gravi fatti di sangue.
Le aggressioni a equipaggio e capotreno, che cercano di far rispettare le norme, sono innumerevoli e si verificano in tutto il territorio nazionale.
*Non si può rischiare la morte per svolgere il proprio lavoro in un servizio essenziale per i cittadini.*
Il livello di sicurezza nelle Stazioni ferroviarie e all’interno dei treni è arrivato alla soglia minima e *questo andazzo è inaccettabile.*

Il Carabiniere che viaggia nei treni in uniforme o in abiti borghesi libero dal servizio non esita ad intervenire per ripristinare la legalità ed il rispetto delle basilari regole di convivenza.
L’incremento dei passeggeri appartenenti all’Arma dei Carabinieri all’interno dei treni e dei mezzi di trasporto pubblici è da ritenersi una valida soluzione per arginare il fenomeno e per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, nella considerazione che la stragrande maggioranza degli utenti soffre della situazione che causa un senso di diffusa insicurezza.

I Servitori dello Stato, animati da un forte senso del dovere, utilizzano i treni italiani per raggiungere le sedi di servizio e per rientrare a casa a fine lavoro.
Il Sindacato Indipendente Carabinieri ritiene che tutti gli appartenenti all’Arma dei Carabinieri che utilizzano i treni e altri mezzi pubblici meritino di effettuare il viaggio gratuitamente.

Allo stato attuale, solo in poche regioni italiane, gli appartenenti alle Forze di Polizia viaggiano gratuitamente a bordo dei treni locali e/o altri mezzi pubblici.
Alla luce di quanto esposto, il SIC chiede a Lei, On. Guido Crosetto, di volere avviare un immediato confronto con i Presidenti delle Regioni Italiane affinché vengano sottoscritti protocollo d’intesa con le Società che gestiscono il trasporto pubblico e venga concesso ai Carabinieri di viaggiare gratuitamente nel territorio nazionale, anche fuori servizio, al fine di aumentare la sicurezza pubblica, garantendo la necessaria assistenza ai viaggiatori e al personale in servizio per qualsivoglia emergenza che abbia ripercussioni negative per la sicurezza dei trasporti.

Fiducioso in un Suo autorevole interessamento, colgo l’occasione per formulare un deferente saluto.

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Legittime aspirazioni di impiego del personale. Lettera al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

Fluminimaggiore, 22 ottobre 2024

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Teo Luzi

 

Oggetto: Legittime aspirazioni di impiego del personale dell’Arma dei Carabinieri

 

 

Signor Comandante Generale,

in un clima di leale e fattiva collaborazione, finalizzata a migliorare il benessere e le condizioni lavorative dei propri Associati, il Sindacato Indipendente Carabinieri intende sottoporre alla Sua attenzione un limite presente nella “Raccolta di disposizioni riguardanti le assegnazioni a i trasferimenti dei Marescialli, Brigadieri, Appuntati e Carabinieri, approvata il 10 Marzo 2023”.

Detta raccolta pone il personale di questa amata Istituzione dinanzi a potenziali perdite di chance sia personali che familiari, ingenerando anche insoddisfazione professionale.

Al Titolo III N.24 della citata raccolta vengono elencati diversi Reparti dell’Organizzazione dell’Arma dei Carabinieri ai quali “è possibile candidarsi, per l’impiego, esclusivamente mediante apposito applicativo presente sul portale dell’Arma dei Carabinieri, senza addurre particolari motivazioni”.

(Cit.) “I militari che prestano servizio presso i Comandi o Reparti di cui all’elenco n. 24, le Sezioni Sportive dei carabinieri, il Centro Subacquei e i relativi Nuclei, al termine dello specifico incarico, possono prenotarsi per un altro tra i citati reparti solo dopo aver compiuto almeno 4 anni di servizio presso l’Organizzazione Territoriale, Mobile o Addestrativa.

L’analisi di questa disposizione non trova alcuna opportunità utile in materia di impiego creando, oltretutto, disagi logistici per il personale che, troppo spesso, pur avendo sedi dell’Arma, di cui all’art. 24, a poca distanza dalla propria abitazione, è costretta a ripiegare le proprie aspirazioni esclusivamente nella linea Territoriale, Mobile o Addestrativa.

I nostri riferimenti sindacali dislocati nel territorio nazionale hanno  raccolto numerose doglianze provocate da determinati orientamenti.

Orientamenti che, troppo spesso, ledono le legittime aspirazioni dei nostri colleghi.

Legittime aspirazioni che costituiscono sillogisticamente il combustibile di una brillante Organizzazione, di cui facciamo tutti, indistintamente, parte.

In conclusione facciamo osservare che, tali limitazioni di impiego, sono rivolte esclusivamente all’impiego dei Marescialli, Brigadieri, Appuntati e Carabinieri, escludendo, in toto, i ruoli Ufficiali ed evidenziando, in tal modo, un divario di trattamento tra appartenenti alla medesima Istituzione. Un divario di trattamento tra ruoli che provoca commenti sfavorevoli.

Non meno importante è il fatto che tali limiti di impiego non sono presenti nell’impiego delle altre Forze di Polizia, che sono libere di poter effettuare sensate e maturate movimentazioni idonee a soddisfare le legittime aspirazioni professionali, personali e familiari.

Fiducioso in  un Suo risolutivo intervento correttivo, colgo l’occasione per formulare un deferente saluto.

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Anno giubilare, smart working e micromobilità. Lettera al Ministro della Difesa

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA

On. Guido Crosetto

e p.c.

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Gen. C.A. Teo Luzi

 

Oggetto: Anno giubilare, smart working e micromobilità

 

Egregio Signor Ministro,

in vista del Giubileo, al fine di decongestionare il traffico nella Capitale e di limitare l’inquinamento atmosferico, il Comune di Roma ha recentemente stabilito la possibilità per i propri dipendenti, inclusi i dirigenti, di fruire di smart working e di avviare protocolli d’intesa/interlocuzioni con le altre Pubbliche Amministrazioni nella Capitale al fine di intraprendere d’intesa analoghe iniziative.

Inoltre, sempre al fine di decongestionare il trasporto pubblico, il Comune di Roma ha recentemente attivato un servizio in favore degli abbonati annuali al servizio Metrobus che consente di fruire ai medesimi di n. 80 corse al mese gratuite su monopattini ed e- bike  (https://bit.ly/409bJlz) e di fruire di parcheggio auto gratuito nei parcheggi scambio del Comune di Roma (https://bit.ly/40bruZq).

Il lavoro agile, c.d. smart working pur nella specificità dell’attività delle forze armate e delle forze di polizia potrebbe essere adottato in alcune circostanze anche dalle medesime. Basti pensare all’attività formativa non in presenza. In questi giorni ad esempio gli appuntati promossi al grado di brigadiere frequentano un corso che prevede una prima attività formativa di 3 settimane da remoto.  Per attività come queste potrebbe essere data facoltà ai militari di svolgerla da casa invece che venire in ufficio per ascoltare lezioni preregistrate.

I militari in servizio nella Capitale, inoltre, possono viaggiare gratuitamente sui mezzi di trasporto pubblici in forza di apposita convenzione con il Comune di Roma; Non esiste tuttavia analoga convenzione che consenta ai medesimi di fruire gratuitamente del servizio in Sharing di monopattini ed e-bike e di parcheggiare presso i parcheggi interscambio (analogamente agli abbonati annuali), o comunque a prezzo agevolato;

Ciò premesso, in considerazione dell’evidente impatto sul benessere del personale si chiede di attivare i competenti uffici dello Stato Maggiore al fine di

–        valutare i casi di fattibilità per l’adozione del lavoro agile;

–        stipulare apposita convenzione con il comune di Roma al fine di garantire alle migliori condizioni la fruibilità del servizio di monopattini ed e- bike e di parcheggio interscambio in favore del personale delle Forze Armate e delle Forze di Polizia.

 

L’occasione è gradita per porgere un deferente saluto.

 

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Violenti nubifragi in Emilia Romagna. Il SIC vicino ai Carabinieri impegnati nei servizi emergenziali e a quelli colpiti dalla calamità

Fluminimaggiore, 21 settembre 2024

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Violenti nubifragi in Emilia Romagna. Il SIC vicino ai Carabinieri impegnati nei servizi emergenziali e a quelli colpiti dalla calamità.

Signor Comandante Generale,

l’Emilia Romagna è nuovamente alle prese con l’emergenza maltempo.
Negli ultimi giorni, a causa delle incessanti piogge e del conseguente innalzamento del livello dei fiumi, tantissime abitazioni, in vari Comuni della regione, sono state evacuate.

Nel corso della scorsa notte, la popolazione ha vissuto gli stessi momenti di terrore dello scorso anno, a causa del violento nubifragio che si è abbattuto su gran parte del territorio regionale e che ha provocato e continua a produrre ingenti danni.

Grave la situazione anche delle arterie di comunicazione, a causa delle frane che hanno raggiunto perfino luoghi non toccati nel 2023.

Fortunatamente questa volta non si registrano vittime, ma la priorità in queste ore è quella di salvare le persone attanagliate nelle abitazioni inondate dalle acque, molte delle quali hanno trovato la salvezza sui tetti delle loro case.

Scene apocalittiche che rimarranno indelebilmente impresse nelle menti della popolazione dell’Emilia Romagna. Una situazione di emergenza estrema.

Come sempre l’Arma dei Carabinieri è immediatamente intervenuta in soccorso della popolazione con un massivo schieramento di uomini e mezzi.
Sono in atto anche servizi antisciacallaggio da parte di tutti Reparti dell’Arma dei Carabinieri dei vari Comandi Provinciali.

Il SIC – SINDACATO INDIPENDENTE CARABINIERI esprime il suo plauso ai Carabinieri di qualsiasi ordine e grado che, in queste frenetiche ore, stanno affrontando l’emergenza nubifragio in Emilia Romagna.

A questi valorosi Carabinieri va la nostra riconoscenza ed ammirazione per il loro altissimo senso del dovere e per l’impegno dimostrato, che non conosce limiti di orario.

A tal proposito, il Comando Generale dell’Arma ha istituito la fondazione denominata “Fondo Assistenza Previdenza e Premi per il Personale dell’Arma dei Carabinieri”.

Tra le principali attività della Fondazione si annovera la concessione di sussidi ai militari che vivono momentanei stati di bisogno, per lo più derivanti da eventi, di qualsiasi natura, non prevedibili.

A causa del nubifragio abbattutosi in Emilia Romagna, tanti Carabinieri potrebbero avere subito ingenti danni alle loro abitazioni e a beni mobili.

Di conseguenza questa APCSM chiede a Lei, Signor Comandante Generale, un immediato intervento affinché venga attivato un fondo economico da parte del FAPP da destinare ai Carabinieri che potrebbero avere subito perdite materiali a causa del nubifragio.

Tale sostegno economico, di straordinaria valenza per l’eccezionalità dell’evento, ridurrebbe i disagi e le difficoltà che tanti Carabinieri e le loro famiglie stanno vivendo nei territori alluvionati.

Un aiuto economico come attestazione vera di vicinanza dell’Istituzione ai suoi “figli” meno fortunati.

Sono certo che Lei sig. Comandante Generale si adopererà per dare a questi Carabinieri il massimo sostegno.

Con deferenza.

 

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No all’innalzamento dell’età pensionistica per gli operatori delle Forze dell’Ordine. Lettera al Ministro della Difesa

Fluminimaggiore, 20 settembre 2024

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA
On. Guido Crosetto

Oggetto: No all’innalzamento dell’età pensionistica per gli operatori delle Forze dell’Ordine

Nell’esclusivo interesse di tutelare i diritti dei nostri Associati, il Sindacato Indipendente Carabinieri desidera manifestare la propria contrarietà alle recenti notizie relative alla possibilità di un innalzamento, seppure su base volontaria, di due anni dell’attuale limite anagrafico (60 anni) per accedere alla pensione.

Vogliamo ricordare che la professione del Carabiniere richiede un indispensabile vigore fisico, che con il trascorrere degli anni, fisiologicamente si affievolisce.
Per svolgere servizi di ordine pubblico o di contrasto alla criminalità si è spesso esposti a stress psicofisico e a rischi che la sola esperienza di servizio non è sufficiente per affrontare al meglio.

L’innalzamento dell’età pensionistica ha inevitabili ripercussioni sulla sicurezza nazionale se non teniamo in debito conto il minore vigore fisico degli Operatori di Polizia dovuto all’elevata età anagrafica.

Il ritardato pensionamento comporterebbe, inoltre, un blocco del turnover poiché l’assunzione di nuovi giovani è legata, in via prioritaria, al pensionamento del personale anziano.
L’ulteriore innalzamento dell’età pensionistica creerebbe un blocco dei percorsi professionali interni dal momento che non si aprirebbero gli spazi necessari per i giovani per una loro progressione di carriera, con conseguenze negative per lo sviluppo economico che è strettamente legato anche al grado rivestito e ai relativi parametri stipendiali.

Si rischia anche un blocco della mobilità del personale.
La norma sulla specificità forze dell’ordine (Legge 183/10 – articolo 19), concepita proprio a salvaguardia delle peculiarità che riguardano la nostra professione, prevede che gli interventi di natura previdenziale possano essere concepiti solo con norme ad hoc e non attraverso interventi riguardanti la generalità del pubblico impiego.

Sulla base di quanto esposto, esterniamo il nostro dissenso all’innalzamento dell’età pensionistica che risulterebbe pregiudizievole per la salute dei nostri Associati.

Un deferente saluto.

 

 

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Personale specializzato “ADDETTI AI SERVIZI DI PROTEZIONE” – Perplessità e considerazioni

Fluminimaggiore, 23 agosto 2024

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Personale specializzato “ADDETTI AI SERVIZI DI PROTEZIONE” – Perplessità e considerazioni.

Nell’ottica di fornire una leale e fattiva collaborazione e nell’esclusivo interesse di tutelare il benessere dei propri Associati, chiediamo che siano valutate favorevolmente le proposte a seguito rappresentate.

Per l’assolvimento dei delicati servizi di protezione, l’Arma dei Carabinieri ha impiegato, per la tutela e scorta a personalità, i Militari che prestano servizio nelle Aliquote/Nuclei Radiomobili e nei Nuclei Investigativi di Comando Provinciale, con profilo di impiego a “duplice incarico”.

Tanti giovani Carabinieri, appartenenti soprattutto al ruolo Ispettori hanno scelto di svolgere servizio nei “Reparti Speciali”, con evidenti ripercussioni negative per gli organici delle Stazioni e dei Nuclei/Aliquote Radiomobili, su cui grava l’oneroso compito di svolgere l’attività di controllo del territorio e in particolare il pronto intervento.

Negli ultimi avvicendamenti del personale Appuntati/Carabinieri presso le rappresentanze diplomatiche all’estero per l’anno 2023, numerosi Militari delle Aliquote/Nuclei Radiomobili, già in possesso della specializzazione per i servizi di Tutela e Protezione, sono stati inviati all’estero con ulteriore contrazione degli organici dell’Arma territoriale.

Questa ulteriore contrazione degli organici delle Aliquote/Nuclei Radiomobili ha evidenti ripercussioni sul controllo del territorio nazionale.

La copertura dei servizi di pronto intervento e del controllo del territorio viene devoluta sempre più spesso alle Stazioni Carabinieri, anch’esse già in forte carenza di personale e non adeguatamente equipaggiate.

Il duplice incarico genera malessere nei Militari che sono costretti a svolgere il servizio di pronto intervento e, nella stagione estiva o nei periodici di festività natalizie e pasquali, anche il servizio di tutela e scorta.

La scelta di impiegare personale non in possesso di specifica abilitazione, rende ancora più difficoltoso e rischioso il servizio di tutela e scorta.

L’impiego di personale non specializzato si registra particolarmente nel corso della stagione estiva.

È auspicabile l’intervento di alcune varianti sulle modalità di selezione dei candidati e segnatamente sui requisiti da possedere per il successivo impiego nella specializzazione come, peraltro, indicati nella Pubblicazione N-28 “Norme per l’addestramento ai Servizi di Protezione”.

Per incrementare il personale da specializzare per l’esecuzione dei servizi di tutela e scorta, si suggerisce di:

a. Innalzare il limite di età attualmente imposto di 43 anni.
L’efficienza psico-fisica è un parametro individuale, direttamente proporzionale ad uno stile di vita sano e dinamico.
Un individuo in buona salute potrebbe garantire la propria idoneità nello specifico servizio di tutela e scorta ben oltre i 43 anni fissati per la selezione, anche nella considerazione che, conseguita la specializzazione, il personale viene sottoposto a periodici cicli di ricondizionamento che ne assicurano l’effettiva efficienza fisica ed il mantenimento degli standard di sicurezza propri dell’incarico da assolvere;

b. Incrementare il numero dei soggetti in possesso della qualifica alla Guida Veloce/Guida Sicura d’Emergenza.
Considerate le mutevoli esigenze della particolare attività, sarebbe opportuno allargare la rosa di scelta anche al personale di Aliquote Operative, Tenenze, Stazioni Carabinieri e della Linea Mobile, al fine di meglio “diluire” l’impegno operativo attualmente devoluto in via prioritaria ed esclusiva al personale effettivo alle Aliquote/Nuclei Radiomobili.

Nell’ottica di una maggiore versatilità tra reparti che già svolgono mansioni strettamente affini (Radiomobili e Stazioni), abilitare nuovo personale volontario da reparti differenti alla Radiomobile alla G.S.E. (Guida Sicura di Emergenza), gioverebbe in primis a garantire le pari opportunità fra militari (talvolta costretti a ricercare un trasferimento per poter sperare di conseguire la specializzazione ai servizi di tutela), permettendo di riflesso l’intercambiabilità tra militari appartenenti a reparti differenti, a beneficio della proiezione dei servizi di controllo del territorio, in quello scenario, non più unico serbatoio di personale specializzato.

c. Aumentare il numero dei cicli addestrativi di formazione e mantenimento.
L’attuale attività addestrativa per il mantenimento degli standard qualitativi non consente l’addestramento di troppe unità per sessione. Sarebbe opportuno svolgere le sessioni addestrative con maggiore frequenza.
Una cadenza addestrativa trimestrale garantirebbe un nutrito serbatoio di personale specializzato che consente un maggior margine di gestione delle forze da parte dei Comandi.

L’occasione è gradita per porgere un deferente saluto.

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Carabiniere preso a pugni a Locorotondo (BA). Interminabili aggressioni in danno delle Donne e degli Uomini in divisa. Un fenomeno che genera allarme sociale. Lettera al Ministro della Difesa

Fluminimaggiore, 24 agosto 2024

 

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA

On. Guido Crosetto

 

Oggetto: Carabiniere preso a pugni a Locorotondo (BA). Interminabili aggressioni in danno delle Donne e degli Uomini in divisa. Un fenomeno che genera allarme sociale

La sera del 22 Agosto 2024, in Locorotondo (BA), si è   consumata l’ennesima aggressione in danno di un Carabiniere che è intervenuto per sedare una rissa.

Il Carabiniere ha riportato lesioni a causa dei numerosi pugni e calci ricevuti.

Il Sindacato Indipendente Carabinieri denuncia le interminabili aggressioni in danno degli appartenenti alle Forze di Polizia.

Ormai la violenza contro gli Operatori di Polizia rischia di diventare la normalità e ciò che diventa normale non    viene attenzionato.

“CHIEDIAMO UN SEGNALE FORTE DA PARTE DELLE COMPETENTI  AUTORITÀ CHE METTA LA PAROLA FINE A QUESTO FENOMENO CHE GENERA ALLARME SOCIALE.”

Sono numerose le aggressioni alle Forze di polizia durante le attività di controllo sulle strade e del territorio.

L’opinione pubblica non è   sufficientemente informata e la stessa politica sembra non averne esatta percezione.

L’applicazione delle leggi è spesso interpretata in modo sfavorevole per il complesso lavoro di contrasto delle forze dell’ordine.

Posizione preoccupante che rischia di innescare una latente demotivazione degli operatori di polizia.

Del dilagare della violenza contro le divise in tutto il territorio nazionale dovrebbero invece preoccuparsi per primi i cittadini, ancor più degli Agenti di Polizia e Carabinieri, perché dopo l’argine delle divise ci sono i cittadini come destinatari e vittime di una violenza sempre più tracotante e ormai di fatto quasi impunita.

Il SIC, per l’ennesima volta, chiede alle Autorità governative di istituire un Gruppo di lavoro in cui partecipino tutte le Associazioni di categoria per la revisione dell’attuale impianto normativo e per inasprire le pene per chi aggredisce l’Operatore di Polizia.

L’attuale normativa non riesce ad arginare il fenomeno, perché le sanzioni previste sono troppo lievi.

In moltissimi casi, coloro che hanno aggredito fisicamente gli operatori di Polizia sono stati denunciati in stato di libertà e, cosa ancora più grave, condannati a pene lievissime, con il beneficio della sospensione dell’esecuzione della pena.

Questa escalation di violenza spinge il SIC a rivolgere a Lei, Signor Ministro della Difesa On.  Guido Crosetto, l’accorata richiesta  di intervenire presso le competenti  Autorità per rivedere la vigente normativa.

Le Forze di Polizia rappresentano lo Stato e hanno il compito di garantire la sicurezza.

Se vengono attaccate e non sono tutelate, come possono svolgere serenamente il loro lavoro?

Il problema della tutela è reale.

Molti Operatori di Polizia si sentono sotto pressione e hanno paura di sbagliare, di finire a loro volta sotto processo.

La volontà da parte di chi aggredisce un operatore di Polizia è di far male.

Il SIC è certo che vi sarà un tempestivo intervento da parte delle Autorità preposte per arginare questo allarmante fenomeno che rischia di destabilizzare l’Ordine e la Sicurezza Pubblica nella nostra Nazione.

L’occasione è gradita per porgere un deferente saluto.

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Il SIC condanna fermamente la propaganda politica operata mediante la violenza

Tutto quello che gira nei social network può sembrare superfluo se visto da fuori ed in maniera disinteressata. In realtà sono notizie fondamentali affinché un profilo creato da un personaggio possa prendere visibilità e attirare utenti.

Nelle ultime ore circolano sui social network immagini vergognose, inaccettabili e riprovevoli.
Il video che immortala un fantoccio dato alle fiamme che raffigura il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è inaccettabile e non può essere giustificato o tollerato.

L’On. Giorgia Meloni è un Cittadino e Capo del Governo e nessuno, indipendentemente dal ruolo che ricopre, merita di essere trattato in questo modo.

In contemporanea alla pubblicazione del video del fantoccio dato in fiamme, è stato diffuso, sempre attraverso i social, il video in cui un poliziotto viene brutalmente aggredito da un gruppo di violenti.
Anche questo video è un altro esempio di propaganda populista di violenza verso i Servitori dello Stato in divisa.

Il fenomeno della violenza è un fattore di particolare rilievo nell’esperienza umana, una costante storico-sociale le cui forme e i cui nomi sono soggetti a continui mutamenti.

Non possiamo permettere che la dialettica politica si sposti sul piano della violenza.

Condannare questi gesti non basta, servono prese di posizione reali.
Tutta la politica deve prendere una posizione netta e di ferma condanna.

Siamo certi che i Rappresentanti politici italiani prenderanno le dovute distanze da questi comportamenti che offendono la democrazia.

L’incitazione alla violenza nell’ambito della dialettica politica rappresenta il decadimento dei valori democratici che costituiscono le fondamenta di una Società che vuole definirsi evoluta e civile.

Il Sindacato Indipendente Carabinieri stigmatizza qualsiasi manifestazione antisociale, finalizzata a destabilizzare la pacifica convivenza dei Cittadini e rigetta ogni forma di propaganda politica veicolata attraverso azioni deplorevoli di manifesta inciviltà.
La sicurezza è, a tutti gli effetti, un bene che il Governo deve produrre.
L’attuale Governo sta investendo grandi energie e risorse umane e tecniche, convogliandole

Fluminimaggiore, 22 agosto 2024

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Scarsi riconoscimenti economici e di carriera per i Carabinieri Infermieri

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA
On. Guido Crosetto
ROMA

OGGETTO: Scarsi riconoscimenti economici e di carriera per i Carabinieri Infermieri

Al solo scopo di tutelare il benessere dei nostri Associati, sottoponiamo alla Sua attenzione la seguente problematica.

Diventare Infermiere nei Carabinieri rappresenta un’opportunità unica per coloro che desiderano unire la passione per l’infermieristica al servizio militare.

Prepararsi adeguatamente attraverso una formazione accademica solida sono i primi passi verso la realizzazione di questo sogno professionale.

Occuparsi di assistenza infermieristica in missione di pace o di guerra è il sogno di tanti Colleghi che ambiscono ad indossare la doppia divisa.
Quella da Infermiere e quella da Carabiniere.

Il personale infermieristico dell’Arma, oltre a fornire l’assistenza sanitaria ai Militari impegnati in operazioni di servizio e a collaborare con gli Ufficiali medici, svolgono attività di:
– intelligence (studio dell’ambiente, delle strutture sanitarie del territorio, malattie endemiche, raccolta informazioni presso le popolazioni);

– assistenza sanitaria nei confronti della popolazione civile (attraverso ambulatori mobili, visite nelle strutture ospedaliere e/o al domicilio di chi ne ha bisogno).

Nell’Arma la sanità è divisa in 4 ambiti:

1) Direzione Sanità (area medica);

2) 40 Infermerie Presidiali (quelle con medici e infermieri);

3) Un Ufficio Sanitario del Centro Nazionale Selezione e Reclutamento (CNSR), presso Caserma “Salvo D’Acquisto” di Roma;

4) Un Centro Polispecialistico, presso la caserma “Orlando De Tommaso” di Roma.

L’Arma dei Carabinieri è presente in maniera capillare lungo tutto il territorio nazionale e nelle isole minori e maggiori.

Ad assistere i Carabinieri nelle Organizzazioni in cui si articola vi sono, in ambito sanitario,
circa 250 unità, inquadrati nel ruolo “normale”.
Si tratta di:
– 117 Ufficiali medici e 2 farmacisti, inquadrati nel Ruolo Tecnico Logistico Sanitario;

– 185 Infermieri, di cui 59 del ruolo di Ispettori, 35 in quello di Sovrintendenti e 91 come Appuntati e Carabinieri semplici;

– 42 operatori sanitari, ovvero gli “altri professionisti della salute”: tecnici di radiologia, odontotecnici, tecnici di laboratorio, fisioterapisti ed optometristi.

I Carabinieri Infermieri hanno acquisito diverse competenze professionali in ambito sanitario e assistenziale.

Nonostante i titoli accademici posseduti ed il delicato compito ad essi devoluto, la progressione di carriera è rimasta
inchiodata ad un palo.

Il loro riconoscimento sociale, economico e professionale, infatti, non è ancora soggiunto.

Gli Infermieri dell’Arma sono normali Carabinieri.
Oltre a fare il loro lavoro in divisa militare si occupano delle faccende assistenziali e quindi di:
1) educazione sanitaria;

2) medicina preventiva;

3) medicina assistenziale, curativa e riabilitativa;

4) medicina del lavoro;

5) sostegno psicologico;

6) medicina legale.

Gli Infermieri dei Carabinieri effettuano:

1) visite mediche, consulenze, terapie, sostegno psicologico ed altro;

2) vaccinazioni;

3) accertamenti con mezzi diagnostici invasivi e non invasivi;

4) visite più specialistiche.

Le cosiddette Infermerie Presidiali sono organizzate tutte nello stesso modo.
Sono gestite da 2 Medici e 3 Infermieri.

I professionisti della salute, ciascuno nell’ambito delle rispettive competenze, si occupano della:
1) linea territoriale;

2) linea addestrativa;

3) linea mobile;

4) linea speciale.

Tutte le Infermerie sono dotate di aree standard:

1) l’accettazione;

2) la sala visite generiche;

3) la medicheria;

4) il gabinetto odontoiatrico;

5) il gabinetto fisioterapico.

Gli Infermieri dell’Arma devono curare la formazione e l’aggiornamento per acquisire le conoscenze specialistiche che sono in continua evoluzione e le innovative tecniche di intervento nelle prestazioni sanitarie di rispettiva competenza.

I Carabinieri vengono assunti già in possesso della Laurea in Infermieristica per poi essere impiegati quali “Infermieri”.
Un esiguo numero viene formato presso la Scuola Allievi Marescialli dell’Arma dei Carabinieri, laureandosi in Infermieristica.
Molti conseguono la laurea presso l’Università degli Studi “Tor Vergata” di Roma o l’Università degli studi di Firenze.
La loro figura è presente in tutte le strutture sanitarie dell’Arma a livello nazionale.

Gli Infermieri dell’Arma sono parte integrante di Reparti Speciali come il Reggimento Paracadutisti, il GIS – Gruppo di Intervento Speciale ed il Nucleo Subacquei.

Però non tutto è positivo e tanti sono i disagi nell’Arma anche per gli Infermieri che non godono del rispetto e dei riconoscimenti professionali, economici e sociali conquistati a fatica negli anni.

Gli Infermieri dell’Arma dei Carabinieri sono oberati per:
1) la riduzione continua delle risorse umane e degli organici che dovrebbero essere aggiornati e adeguati alle reali esigenze dei Reparti;

2) l’estrema ampiezza del potenziale bacino d’utenza dell’Arma (110.000 tra uomini e donne in servizio e rispettivi familiari);

3) le distanze esagerate tra le strutture (Reparto d’appartenenza, Infermeria, Poligoni di tiro, Domicilio, ecc.), che riducono l’operatività e aumentano i tempi morti dedicati agli spostamenti;

4) l’impiego in altri servizi (vigilanza, ordine pubblico, investigazioni ed altro), che distraggono il personale dal proprio incarico;

5) la riduzione esponenziale dei fondi destinati alle Forze Armate e di Polizia hanno anche una forte ricaduta sulle risorse da dedicare all’aggiornamento professionale ed al conseguimento dei crediti ECM.

Occorre prevedere nelle grosse strutture sanitarie dei Carabinieri la presenza del Dirigente infermieristico con la relativa componente formativa universitaria ed il conseguimento della Laurea Specialistica.

Prevedere la possibilità di realizzare un percorso di equiparazione del personale in possesso degli stessi titoli universitari, frequentando dei corsi specifici.

È necessario il pieno riconoscimento dei ruoli e delle competenze dell’Infermiere civile anche in ambito militare e nello specifico tra i Carabinieri.

Il nuovo CCNL 2019-2021 definisce e modifica la denominazione dei profili professionali, dividendoli in aree:
– area del personale di supporto;

– area degli operatori;

– area degli assistenti;

– area dei professionisti della salute e dei funzionari;

– area del personale di elevata qualificazione.

L’Area dei professionisti della salute e dei funzionari è quella dove si colloca la professione infermieristica.

Nello specifico, all’Infermiere neoassunto viene attribuita da subito la categoria D aprendo la carriera fino ad una DS6.

Diversamente da quando sancito dal Contratto Nazionale del Lavoro, l’Arma dei Carabinieri colloca gli Infermieri in qualsiasi categoria amministrativa, di fatto demansionandoli e sottopagandoli, anziché inquadrarli in base al loro titolo di studio e perciò nel ruolo Ispettori.

La Polizia di Stato, la Guardia di Finanza, l’Esercito Italiano, la Marina Militare e l’Aeronautica hanno effettuato un passo avanti con l’istituzione del ruolo tecnico come Infermiere.

Questa APCSM chiede a Lei, On. Guido Crosetto, di volere intervenire per dare dignità ad una professione e ad un percorso di studi sacrificante con la possibilità di equiparare gli Infermieri dell’Arma dei Carabinieri a quelli della Pubblica Amministrazione e delle altre Forze di Polizia e Forze Armate, senza ingenerare false aspettative di fantomatici sviluppi di carriera.

Il SIC chiede di attribuire ai Carabinieri Infermieri la categoria amministrativa con il relativo grado (Ispettore) come da CCNL e l’istituzione del Ruolo Tecnico.

Porgo un deferente saluto.

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Sisma 2016 nelle Regioni del Centro Italia. Il SIC denuncia le gravi condizioni lavorative in cui operano i Carabinieri

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA
On. Guido Crosetto
ROMA

OGGETTO: Sisma 2016 nelle Regioni del Centro Italia. Il SIC denuncia le gravi condizioni lavorative in cui operano i Carabinieri.

Il Sindacato Indipendente Carabinieri, nell’esclusivo interesse di tutelare la salute ed il benessere dei propri Associati, sottopone alla sua attenzione la seguente problematica.

Nelle aree colpite dal sisma nel 2016 (Abruzzo, Umbria, Marche e Lazio) molte Caserme dei Carabinieri sono ancora ripiegate in M.A.P. (Modulo Abitativo Provvisorio), con condizioni alloggiative che rendono sicuramente “disagiata” la permanenza dei Militari in questi Reparti.

A solo titolo cognitivo, segnaliamo che nell’ambito del Comando Provinciale Carabinieri di Macerata, i Comandi Stazione ripiegati nei M.A.P. sono:

– Comando Stazione Carabinieri di Caldarola;

– Comando Stazione Carabinieri di Visso;

– Comando Stazione Carabinieri di Valfornace;

– Comando Stazione Carabinieri di Ussita;

– Comando Stazione Carabinieri di Fiastra.

I M.A.P. di un Comando Stazione Carabinieri sono costituiti da: una piccola stanza
adibita all’ufficio del Comandante che viene condivisa con gli Addetti; un piccolissimo spazio riservato al Militare di servizio alla caserma; un locale di ridottissime dimensioni adibito a sala di attesa; un minuscolo punto cottura ed un bagnetto in condivisione tra i Militari ed il pubblico.

Per i militari accasermati vi è un M.A.P. separato dal modulo destinato al Comando Stazione, che viene adibito esclusivamente ad alloggi del personale celibe (due camerette e un bagnetto).

I moduli sono in ferro con coibentazione.
Disgraziatamente risultano essere freddi in inverno e caldi per l’estate. Per ottimizzare le temperature all’interno è necessario tenere sempre in funzione gli split dell’aria condizionata.

Non vi è difesa passiva che garantisce l’incolumità del personale che opera nel M.A.P. che sono sprovvisti di recinsione perimetrale.
Non vi è sistema di videosorveglianza.
Le autovetture di servizio sono lasciate parcheggiate nelle vicinanze dei moduli senza alcuna protezione.

Questi Comandi Stazione sono rimasti a forza minima di tre unità (Comandante e due Militari).

I Comandanti in queste Stazioni Carabinieri rimangono per brevi periodi per la carenza di idonee strutture alloggiative.

Alcune Amministrazioni Comunali hanno concesso ai Comandanti di queste Stazioni Carabinieri un alloggio attraverso le SAE (Situazioni Alloggiative di Emergenza) dove non hanno preferito portare le proprie famiglie sia per il disagio alloggiativo, sia per la mancanza di socialità in quanto le S.A.E. sono ubicate in zone disabitate perché le persone si sono allontanate al momento dell’emergenza per sistemarsi in luoghi più confortevoli, al fine fi riacquistare la serenità che hanno perso nell’evento calamitoso del sisma.

Il disagio del personale che opera in queste zone è logorante e di difficile sopportazione.

I Militari sono demotivati.
Le Caserme sono ancora in attesa dell’avvio dei lavori di realizzazione/ristrutturazione.

Allo stato attuale non esistono sistemazioni alloggiative che possano alleviare il disagio che questi mirabili Servitori dello Stato affrontano quotidianamente.

Vi è una oggettiva difficoltà di alimentazione dei Reparti che operano nelle aree colpite dal sisma.

La presenza della Caserma in cui operano i Carabinieri consolida la presenza dello Stato, garantendo la vicinanza ai cittadini e la sicurezza in questi territori.

È doveroso restituire gratitudine a chi non ha mai abbandonato questi territori, perché nei momenti più difficili la presenza delle Forze dell’ordine non è mancata, sia nell’immediatezza dei primi soccorsi ma anche nell’attività di sorveglianza contro atti di sciacallaggio, fino al sostegno di fronte a tutte le difficoltà che hanno attraversato i cittadini dei territori colpiti dal sisma.

Realizzare nuove Caserme è un segnale di grande tenacia perché la devastazione che si è prodotta otto anni fa poteva essere mortale per questi territori.

La realizzazione di nuove Caserme potrà garantire a queste comunità dei presidi fondamentali.

Le nuove costruzioni, concepite secondo criteri di razionalizzazione degli spazi e capaci di assicurare la massima performance energetica, riguardano la sede di una Istituzione espressamente dedicata al servizio e alla tutela dei cittadini.

La ricostruzione dei presidi pubblici di legalità, testimonieranno che lo Stato non arretra e non abbandona i cittadini, garantendo un servizio di prossimità.

Negli anni a seguire l’evento calamitoso, tanti Carabinieri, per la mancanza di unità alloggiative, sono stati costretti a trasferirsi in altre regioni italiane per garantire al proprio nucleo familiare condizioni abitative dignitose.

In un primo momento, l’Arma dei Carabinieri ha premiato i Carabinieri che hanno prestato servizio nelle zone interessate dal sisma con un punteggio incrementale da utilizzare nei trasferimenti ambito Ge.tra nazionale.

La realizzazione di Caserme con alloggi di servizio in numero sufficiente ad ospitare le famiglie dei Carabinieri in servizio nelle aree colpite dal sisma offre garanzie per assicurare i quei territori una presenza massima di Operatori di polizia.

Questa APCSM chiede che vengano valutati incentivi per far affluire personale da altre regioni, andando a garantire un giusto turnover al personale che già opera da anni nelle zone colpite dal sisma.

Si potrebbe inserire la disponibilità all’impiego in queste aree, con l’attribuzione di punteggio incrementale.

Garantire punteggi incrementali nei concorsi interni in favore di chi opera nelle aree terremotate per l’immissione ai ruoli superiori.

Si potrebbe ricorrere ad interpellanze, a livello nazionale, anche per il personale “originario”, per la copertura delle vacanze organiche che favorirebbe anche l’afflusso di personale già conoscitore del territorio.

Siamo certi che Lei, On. Guido Crosetto, interverrà autorevolmente presso le competenti Autorità per la risoluzione delle criticità segnalate con la presente.

Con incondizionata stima.

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