Il SIC rivendica la corresponsione di adeguati compensi per i Carabinieri che svolgono un lavoro usurante

LE DONNE E GLI UOMINI DELL’ARMA DEI CARABINIERI MERITANO RISPETTO E CONSIDERAZIONE

Il mancato riconoscimento della specificità del Comparto Sicurezza provoca una profonda insoddisfazione professionale tra i Servitori dello Stato in divisa che sono chiamati a svolgere un lavoro usurante ed altamente pericoloso.

In più occasioni, il Sindacato Indipendente Carabinieri ha evidenziato l’incapacità e l’incompetenza di taluni Rappresentanti Sindacali delle APCSM dell’Arma dei Carabinieri, che continuano a relazionarsi da “Coceristi”, non  prediligendo l’interesse collettivo di tutti i Carabinieri.

Continueremo a vigiliare sullo stato dei lavori, non accettando l’attribuzione di compensi irrisori che non possono colmare l’inflazione determinata dall’aumento del costo dei beni di consumo.

NON VOGLIAMO L’ELEMOSINA.

Vogliamo un contratto dignitoso che consenta ai Servitori dello Stato in divisa di potere vivere una esistenza decorosa e non ai limiti dell’indigenza.

Qualora venga sottoscritto il contratto senza i necessari adeguamenti e parametri stipendiali   presenti in altre Amministrazioni, il SIC farà valere i diritti spettanti ai propri Carabinieri associati nelle opportune sedi.

Ricordiamo a Coloro che siedono al tavolo della contrattazione che il Comparto Sicurezza ha una propria specificità e che il lavoro usurante svolto dai Carabinieri non può essere sottopagato.

Le ore notturne, svolte anche in giornate festive, espongono il Carabiniere a stress psicofisico.

I Carabinieri lavorano anche nei giorni festivi, lontanano dagli affetti familiari, svolgendo delicati e gravosi compiti di polizia giudiziaria, che li costringono ad estenuanti e prolungati orari di lavoro.

E le ore di lavoro straordinario maturate non vengono pagate per la mancanza dei necessari fondi.

Il SIC ritiene necessario che i fondi destinati  al pagamento dello straordinario siano equamente ripartiti,  indipendentemente dal ruolo o dall’incarico rivestito.

Non possiamo accettare  trattamenti economici sperequativi che sono, peraltro, mortificanti.

La mancata corresponsione delle giuste indennità a chi lavora in strada è ingiustificato e lede la dignità di chi, con sacrifici e rinunce, continua a servire lo Stato.

Ad una mancata corresponsione di quanto spettante, si aggiungono anche le limitazioni dei diritti costituzionalmente garantiti quali la regolare fruizione dei riposi e delle licenze, necessari per il recupero psicofisico di ogni Operatore.

Il SIC non rimarrà spettatore di questo disonorevole trattamento economico ma sarà parte promotrice di ogni azioni legale finalizzata a riconoscere ai Carabinieri associati la giusta retribuzione.

Il SIC potrà svolgere la sua azione di tutela solo grazie alla fiducia che i Carabinieri vorranno accordarle, attraverso la scelta di associarsi ad una Organizzazione sindacale non assoggettate a dinamiche anacronistiche che hanno finora garantito benessere e privilegi a pochi “eletti”.

Il SIC tutela realmente i diritti dei Carabinieri che quotidianamente sono chiamati a servire lo Stato e a difendere i cittadini.

 

Fluminimaggiore, 4 novembre 2024

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