Il SIC si oppone fermamente alla proposta che prevede l’affidamento alle FF.PP. della vigilanza ai detenuti delle R.E.M.S (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza)

Fluminimaggiore, 20 luglio 2024

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA

On. Guido CROSETTO

ROMA

e, per conoscenza:

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Gen. C.A. Teo LUZI

ROMA

 

Oggetto: Il SIC si oppone fermamente alla proposta che prevede l’affidamento alle FF.PP. della vigilanza ai detenuti delle R.E.M.S (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza).

Il SIC ha appreso da alcuni articoli di stampa che il Governo sta valutando una proposta di legge che prevederebbe l’impiego degli appartenenti alle Forze di polizia a competenza generale nella vigilanza ai detenuti delle R.E.M.S (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza).

Alla base di questa inconcepibile proposta vi è l’errata convinzione che i soggetti sottoposti a queste misure debbano essere considerati soggetti a cui applicare la vigilanza sanitaria e, in tal caso, tale compito non spetterebbe più alla Polizia Penitenziaria.

A prescindere dallo status dei detenuti trattenuti nelle R.E.M.S., se dovesse passare questa proposta, potremmo affermare che siamo davanti ad uno stato di alienazione mentale, determinato dall’abbandono di ogni criterio di giudizio.

È inconcepibile e riprovevole destinare le Forze di polizia alla vigilanza delle R.E.M.S..

Proprio in questo risiede l’assurdità e la pericolosità della proposta, perché verrebbero sottratte risorse a Istituzioni su cui grava il difficilissimo compito del controllo del territorio e di contrasto al crimine già gravemente compromesso per la cronica carenza degli organici che affligge tutte le Amministrazioni del Comparto Sicurezza.

Il SIC non intende rimanere in silenzio sul dossier posto all’attenzione del Governo per attribuire alle Forze di polizia a competenza generale la vigilanza dei soggetti che hanno commesso reati e che non sono imputabili per incapacità di intendere e di volere ma che sono violenti e pericolosi per l’incolumità delle altre persone.

L’assurdità di tale proposta evidenzia la mancanza di qualsiasi fondamento e giustificazione sul piano logico e pratico sul corretto impiego delle Forze di polizia a competenza generale che risulta essere, peraltro, di assoluta sconvenienza sotto il profilo del mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica nel territorio nazionale.

Tale inconcepibile ed inattuabile proposta si pone, tra l’altro, in palese contrasto sia con i principi affermati dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 22/2022(1), sia con la giurisprudenza della Corte di Cassazione (Sez. IV N.28369 del 19/7/2022) che ha affermato la natura detentiva della misura di sicurezza di ricovero nelle R.E.M.S..

Ma soprattutto determinerebbe una vera e propria degenerazione gestionale organizzativa, giacché gli appartenenti alle Forze di polizia a competenza generale non hanno ricevuto alcuna formazione per la gestione delle persone detenute e, ancor più, per quelle insane di mente e, soprattutto, pregiudicherebbe la sicurezza dei cittadini e dei nostri territori, a totale vantaggio della criminalità organizzata diffusa, anche di matrice eversiva.

Questa proposta espone a gravissimo rischio le Forze di polizia a competenza generale.

La sicurezza e l’incolumità delle persone devono essere la massima preoccupazione della società, in particolare dei Funzionari e delle Organizzazioni pubbliche.

Una cultura sulla sicurezza è indispensabile per una società civile.

La sicurezza sul lavoro passa in primis dalla sicurezza dei luoghi e delle strutture in cui si è chiamati ad operare.

Per una cultura della prevenzione, è fondamentale all’interno di ciascuna Organizzazione individuare i fattori di rischio, valutare i rischi, individuare le misure di sicurezza e salubrità dell’ambiente di lavoro, elaborare le misure preventive e protettive e dei sistemi di controllo delle misure adottate e delle procedure di sicurezza.

Il bisogno di sicurezza rappresenta per chi lavora un fattore di snodo tra sopravvivenza e serenità che può manifestarsi in vari modi e riguardare sia elementi fisici che elementi psichici.

Per questo motivo, non si può concepire un sistema di tutela della salute del lavoratore senza considerare l’aspetto psicologico e il benessere lavorativo che da essa dipende.

Il SIC chiede a Lei, sig. Ministro della Difesa, On. Guido CROSETTO, di intervenire presso i competenti Organi istituzionali perché non venga approvata tale proposta di legge, per non pregiudicare la sicurezza dei cittadini e dei nostri territori.

“Salus populi summa lex erit”.

(“La sicurezza del popolo sarà la legge più alta”).

De legibus di Marco Tullio Cicerone.

 

Con incondizionata stima, porgo ossequiosi saluti.

(1) Detta sentenza ha statuito, ai sensi degli articoli 2 e 25 della nostra Carta costituzionale, che la misura di sicurezza del ricovero nelle R.E.M.S. sia con una forma di tutela da parte dello Stato dei diritti inviolabili della persona alla vita e all’incolumità per proteggere i terzi dalle condotte violente che possono essere poste in essere dagli autori del reato non imputabili per incapacità di intendere e di volere, e per questo risulta affidata al Pubblico Ministero, con le modalità e le disposizioni compatibili previste per l’ordinamento e il regolamento penitenziario.

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Pubblicato in Il SIC Scrive, News.