Sic – Sindacato Indipendente Carabinieri. “Operazione verità“

Fluminimaggiore, 26 Giugno 2024

AL SIG. MINISTRO DELLA DIFESA
On. Guido Crosetto

e p.c.

AL SIG. COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Gen. C.A. Teo Luzi

Oggetto: Sic – Sindacato Indipendente Carabinieri “Operazione verità“

Onorevole Signor Ministro,
nella mattinata di ieri, attraverso i social network, è stato pubblicato da sei APCSM dell’Arma dei Carabinieri (SIM CC, USIC, UNARMA, NSC, SIULCC e USMIA) un comunicato indirizzato al Signor Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, avente oggetto “Associazioni Sindacali Arma in agitazione” .

Dalla lettura del documento parrebbe che vi siano delle discrasie e conflittualità tra le succitate APCSM e gli Stati Maggiori del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri.

Già da tempo il SIC ha segnalato (si vedano, a titolo di esempio, le allegate note del 10 e 18 Giugno) al sig. Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Teo Luzi, l’assenza di rapporti e di confronto tra le sigle sindacali e gli Uffici di vertice in merito alle numerose criticità afferenti il benessere del personale e la sicurezza dei luoghi di lavoro.

Allo stato attuale, gli Uffici Relazioni Sindacali sono inquadrati all’interno degli Stati Maggiori e da essi dipendenti.
In considerazione di ciò, le problematiche segnalate dalle APCSM vengono preliminarmente valutate dagli Stati Maggiori che, in più occasioni, non hanno fornito alcun riscontro.
Il mancato riscontro lascia dedurre che le criticità segnalate non siano state doverosamente partecipate al sig. Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri.

È inaccettabile ed inammissibile che le APCSM dell’Arma dei Carabinieri, iscritte all’Albo del Ministero della Difesa, non possano avere un confronto diretto con il sig. Comandante Generale e debbano rapportarsi con i Capi degli Stati Maggiori che continuano ad omettere di fornire risposte alle problematiche rappresentate, evidenziando assoluto disinteresse sulle tematiche riguardanti il benessere del personale e la sicurezza dei luoghi di lavoro.

Lei stesso, sig. Ministro della Difesa, in più occasioni, ha sottolineato l’importanza e la valenza insostituibile di un rapporto diretto e leale tra le APCSM ed i Comandanti di vertice.
Si rivela di fondamentale importanza che gli Uffici Relazioni Sindacali siano posti alle dirette dipendenze del Comandante Generale e non del Capo di Stato Maggiore, per evitare che l’azione di filtraggio determini ritardi negli interventi o una sottovalutazione della problematica rappresentata.

On. Guido Crosetto, in occasione dell’incontro da Lei avuto con le APCSM iscritte all’Albo Ministeriale in data 16 Novembre 2023, ha promesso l’istituzione di apposito Ufficio Relazioni Sindacali in seno al Ministero della Difesa, con il compito di relazionarsi con le sigle sindacali di tutte le Forze Armate, per un diretto confronto con Lei sulle tematiche di interesse collettivo.

Nonostante le sue raccomandazioni, i Comandanti di vertice dell’Arma dei Carabinieri non coinvolgono le APCSM allorquando devono assumere decisioni riguardanti il miglioramento delle condizioni lavorative del personale.
I Comandi di vertice non possono precludere alle sigle sindacali iscritte all’Albo Ministeriale di intervenire per la trattazione di tematiche concernenti il benessere e la salubrità dei luoghi di lavoro.
Un atteggiamento pressappochista, a lungo termine, rischia di danneggiare le fondamenta e l’efficienza della Compagine Militare.

Appare abbastanza singolare che, tra tutte le incongruenze segnalabili, le sigle sindacali rappresentative dell’Arma dei Carabinieri abbiano fatto esplicito riferimento all’art. 1479 bis del Codice dell’Ordinamento Militare “Diritti e tutela dei militari che rivestono una carica statutaria “.
Ogni APCSM dovrebbe seguire politiche di lealtà e di confronto costruttivo verso le Istituzioni con le quali deve interagire, nell’esclusivo interesse di tutelare e salvaguardare gli interessi collettivi dei propri iscritti, senza tornaconto personale.
Un attacco ai vertici dell’Arma, a due mesi dalla scadenza del mandato del Signor Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, richiama alla memoria i tempi trascorsi della Rappresentanza Militare.

La Rappresentanza Militare fa parte di un tempo andato, in cui le dinamiche relazionali con i Comandi di vertice erano caratterizzate, nella maggioranza dei casi, da rapporti clientelari.
Minacciare una totale chiusura dei rapporti tra APCSM e Istituzione è da considerare atto deplorevole ed irresponsabile.
Il confronto con l’Amministrazione è assolutamente necessario quando si è chiamati a tutelare gli interessi collettivi di una moltitudine di Associati.

Il SIC auspica che le convocazioni siano estese a tutte le APCSM, perché, quando si affrontano i temi legati al benessere del personale, solo la pluralità di giudizio e di analisi consente di pervenire ad una più esaustiva risoluzione della problematica.

Non voler lavorare insieme all’Ufficio Relazioni Sindacali e all’Ufficio Trattamento Economico del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, sia per quanto concerne il delicato rinnovo contrattuale in atto, sia per quanto riguarda la determinazione del F.E.S.I., appare anacronistico, poiché è come se le sigle sindacali proponenti stessero affermando di non voler tutelare i diritti dei propri assistiti.

Questo perché, anche se è specificato che saranno presentate autonome congiunte proposte direttamente alla “Funzione Pubblica”, la frammentazione delle posizioni e la possibile discordanza delle richieste tra le APCSM e il Comando Generale si ritiene non giovino al diritto di tutti i Carabinieri di vedere migliorato il trattamento economico di servizio.
Se l‘obiettivo era quello di tutelare l’immagine dell’Istituzione, il mezzo è risultato inappropriato; se il fine auspicabile era quello della sana coesione e del rispetto reciproco delle funzioni…la strada da percorrere è ancora lunga.

La tutela degli iscritti va dimostrata giorno per giorno, come questo SIC ha fatto anche in occasione delle problematiche logistiche emerse durante il G7 in Puglia.

La contrattazione collettiva, la tutela dei diritti, la rappresentanza, l’assistenza e la consulenza…compiti principali di un Sindacato che non possono essere dismessi a seguito di presunte o reali problematiche con i rispettivi interlocutori.

Con sincera stima,

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Pubblicato in Il SIC Scrive, News.