Sono le 8,40 del mattino del 27 aprile 2006: la notizia che un altro grave attentato è stato perpetrato ai danni dei nostri militari in missione a Nassiriya è sulle labbra dell’intero Paese.
I fatti, come sempre accade in questi casi, sono all’inizio nebulosi. Poi, con il passare delle ore, ogni cosa si chiarisce e il bilancio, anche se non altissimo come in quel maledetto 12 novembre del 2003, è comunque drammatico: a perdere la vita due Marescialli dei Carabinieri, un capitano dell’Esercito e un graduato rumeno che si trovava nel blindato.
Rimane invece ferito un altro maresciallo dell’Arma.
Tutto accade lungo il viale che porta al Comando della Polizia irachena, un palazzo protetto da pareti anti-autobomba e trincee di sabbia che ospita anche la prigione e la sala operativa integrata di Polizia, Esercito e Vigili del Fuoco.
Ed è su questo tratto di strada pieno di insidie che, durante il quotidiano monitoraggio del contingente MSU (la Multinational Specialized Unit) sull’Unità di manovra VM 90, perderanno la vita, a seguito dell’esplosione di un ordigno, il Maresciallo Capo Carlo De Trizio, il Maresciallo Capo Franco Lattanzio, il Capitano dell’Esercito Nicola Ciardelli e il Caporale della Polizia militare rumena, Bogdan Hancu. Gravemente ferito, invece, il maresciallo aiutante Enrico Frassanito, il quale morirà per le gravissime ustioni riportate dieci giorni più tardi, il 7 maggio.
IL SIC – SINDACATO INDIPENDENTE CARABINIERI RENDE ONORE AI NOSTRI CADUTI A PERPETUA MEMORIA.